Chiesa di San Martino Vescovo (Solignano)
La chiesa di San Martino vescovo è un luogo di culto cattolico dalle forme neoclassiche e moderniste, situato nel piccolo borgo di Specchio, frazione di Solignano, in provincia e diocesi di Parma; fa parte della zona pastorale di Berceto-Fornovo-Medesano. StoriaIl luogo di culto originario fu costruito in epoca medievale; la più antica testimonianza della sua esistenza risale al 1176, quando la giurisdizione sulla cappella fu contesa tra il vescovo di Parma Bernardo degli Uberti e il vescovo di Piacenza Tedaldo; la sentenza, favorevole a quest'ultimo, fu emessa dal vescovo di Brescia Giovanni Griffi e confermata dal papa Alessandro III.[1] Scarsissime sono le informazioni successive sulla storia dell'edificio, completamente ristrutturato a più riprese; intorno alla metà del XX secolo la vicina canonica fu demolita e ricostruita in forme contemporanee, realizzando anche un ponticello di collegamento col sagrato della chiesa.[2] Nel 2001 il luogo di culto fu risistemato nelle coperture.[3] Il 14 gennaio del 2003 la Congregazione per i vescovi decretò l'annessione del luogo di culto alla diocesi di Parma.[4] DescrizioneLa chiesa si sviluppa su un impianto a tre navate, con ingresso a sud e presbiterio a nord.[3] La simmetrica facciata a capanna, rivestita in pietra, è preceduta da un piccolo sagrato raggiungibile salendo una scalinata; alle estremità si ergono lungo gli spigoli a scarpa due massicce lesene intonacate, coronate da capitelli dorici; al centro è collocato l'ampio portale d'ingresso, delimitato da una cornice e sormontato da una piccola nicchia ad arco a tutto sesto, contenente una statuetta in gesso raffigurante Gesù Cristo; più in alto si apre un rosone con cornice modanata; ai lati si stagliano due decorazioni mistilinee in rilievo in calcestruzzo e laterizio, al cui interno sono poste due lapidi commemorative in marmo; a coronamento si eleva un frontone triangolare, con cornice in aggetto.[3] Dai fianchi aggettano i più bassi volumi delle navate laterali; al termine del lato sinistro si erge il campanile intonacato; la cella campanaria si affaccia sulle quattro fronti attraverso ampie monofore ad arco a tutto sesto; in sommità si eleva, oltre il cornicione in aggetto, un'aguzza guglia a base ottagonale.[3] All'interno l'alta navata centrale, coperta da una volta a botte lunettata riccamente affrescata, è scandita dalle basse navatelle, chiuse superiormente da volte a botte, attraverso una serie di arcate a tutto sesto, rette da pilastri; questi ultimi sono ornati con lesene doriche decorate con dipinti, a sostegno del cornicione perimetrale modanato.[3] Il presbiterio, lievemente sopraelevato, è preceduto dall'ampio arco trionfale, retto da paraste doriche; l'ambiente, coperto da una volta a botte lunettata riccamente affrescata, accoglie l'altare maggiore in legno scolpito, aggiunto tra il 1970 e il 1980;[3] sul fondo è collocata, all'interno di un'ancona lignea, la pala raffigurante San Martino, donata dai conti Rugarli.[2] La chiesa accoglie varie opere di pregio, tra cui alcuni dipinti settecenteschi e una croce realizzata nel 1579 dagli orafi tedeschi Schimdt[5] in argento e rame.[2] Non si conservano invece tracce di un olio raffigurante San Giacomo che risultava presente nell'edificio nel XIX secolo, attribuito da alcuni studiosi al Parmigianino;[6] fu forse perduto nel 1905 in seguito alla sua esposizione in una mostra a Roma.[2] Note
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