Porto di Ortona
Il porto di Ortona è un porto commerciale e turistico del Mare Adriatico. È il porto più grande d'Abruzzo. Il porto di Ortona è classificato II Categoria – III° classe, cioè di competenza della Regione Abruzzo[1]. StoriaOrigini e periodo italicoNotizie del primitivo porto si hanno da Strabone, descrivendo nel V libro della "Geografia" la città come principale scalo commerciale marittimo dei Frentani. Anche lo storico Domenico Romanelli insieme a Giovanbattista De Lectis concorda che il porto fosse stato costruito in epoca italica, visti ruderi presenti al fosso Ciavocco, dove sbocca il torrente Peticcio[2]. Il porto antico si trovava dunque a nord-ovest del castello aragonese, poi dall'XI secolo con i Normanni, il porto fu spostato dalla parte dove sorge l'attuale faro. Medioevo e periodo modernoIl porto antico, molto vantaggioso e proficuo per l'Abruzzo meridionale, punto di attracco dei Normanni nel 1075 in guerra contro Trasmomdo di Chieti, usato poi anche dai veneziani per i commerci con le fiere della vicina Lanciano, fu usato in due punti, quello "vecchio di Fosso Ciavocco" e quello nuovo aragonese sotto il castello, a insenatura a golfo, tanto che le porte di accesso alle mura erano due: porta della Marina (via D'Annunzio e Largo Castello) e porta Castello (via Orientale e Largo Castello). ![]() Nel 1326 vi sbarcò Santa Brigida di Svezia, venuta ad adorare le reliquie di San Tommaso, giunte sempre nel porto nel 1258, portate nella Cattedrale dal capitano Leone Acciaiuoli. Il porto fu sempre il principale mezzo di sostentamento della città, specialmente nel Medioevo, quando dopo che fu attaccato dai veneziani nel 1447[3] fu ampiamente ricostruito da Alfonso d'Aragona intorno al 1452, assieme al castello aragonese. Oggi del vecchio porto esistono rovine e un arco dietro il faro, analizzate nel 1987 e confrontate con l'architettura del castello. Venti anni prima circa, nel 1426, il porto fu teatro di schermaglie tra ortonesi e lancianesi per il dominio della costa di San Vito Chietino, soprattutto perché i lancianesi non volevano più pagare le tasse a Ortona per le merci da esporre alle fiere. Alcune navi furono incendiate, e i lancianesi risposero catturando e mutilando dei prigionieri di Ortona, sicché per la pace dovette intervenire San Giovanni da Capestrano. Nel 1258 a Ortona era sbarcato, lato fosso Ciavocco, il capitano Leone Acciaiuoli con le spoglie di San Tommaso apostolo. Nel XVI secolo (21 luglio 1566) mediante il porto, la città di Ortona fu saccheggiata dagli Ottomani, sbarcati nel piccolo golfo oggi nominato "Saraceni", in ricordo dell'assalto. Dal Novecento a oggi![]() Il porto fu ampliato, continuò sempre a garantire l'economia cittadina con le fiere e i mercati, il commercio di anfore di vino con i veneziani e i dalmati, della pece, del carbone, del sale. Nel 1918 durante la Grande Guerra degli austriaci dal porto cannoneggiarono Ortona, ma furono respinti dagli.inglesi. Nel 1943, il 9 settembre, re Vittorio Emanuele III con i reali si trasferì con una corvetta, provenendo dal vicino castello di Crecchio dove aveva trovato rifugio, dopo il tentativo di prendere l'aereo a Pescara, salpando quindi per Brindisi, trasferendovi lo Stato Maggiore. Pochi giorni dopo la città di Ortona fu occupata dai tedeschi, essendo capo marittimo dell'estremo della linea Gustav, assieme a Cassino. Il porto nell'ottobre-novembre dell'anno fu minato e fatto saltare in aria appositamente per evitare sbarchi nemici. A ricordo di questo evento, fu posta tale targa alla radice del molo nord: «Da questo porto La notte del 9 settembre 1943 L'ultimo Re d’Italia fuggì Con la Corte e con Badoglio Consegnando la martoriata patria alla tedesca rabbia. Ortona Repubblicana dalle sue macerie e dalle sue ferite grida eterna maledizione alla monarchia dei tradimenti del fascismo e della rovina d'Italia anelando giustizia dal Popolo e dalla Storia nel nome santo di Repubblica. 9-9-1945 » Dopo le vicende della Battaglia di Ortona, negli anni successivi il porto fu ricostruito, tornando a svolgere le sue funzioni. Nei primi anni 2000 subì un restauro e ampliamento, tuttavia necessitante di nuovi lavori, progettati dal 2007 e ancora conclusi. Nel 2015 il porto mise a disposizione particolari navi con apparecchiature per il processo di smantellamento della nave della Costa Concordia, naufragata presso l'Isola del Giglio nel 2012. Caratteristiche tecniche![]() Il porto dispone di una vasta gamma di servizi tra i quali rientrano: il servizio merci, magazzini nazionali doganali, spedizioni nazionali e internazionali, servizi antincendio, energia elettrica, scalo di alaggio, gru, travel lift, riparazione motori, scivolo e riparazioni elettriche. Inoltre esso dispone di aree riservate al diporto, le cui imbarcazioni possono ormeggiare ai pontili stagionali. La struttura degli uffici di direzione è costituita dalla Capitaneria di Porto, da un Ufficio Circondariale Marittimo e un Ufficio di Dogana.[4] Il porto di Ortona dispone di 5 moli:
Il porto è anche servito da un raccordo ferroviario utilizzato per il traffico merci che lo collega con la Stazione di Ortona.
Servizi e strutture![]()
Ulteriori caratteristiche
Lavori di ampliamento e ammodernamento![]() Il 30 gennaio 2007 è stato siglato l'accordo fra il Ministro delle Infrastrutture e la regione Abruzzo[5], nel quale sono inclusi diversi interventi di ammodernamento e ampliamento del porto per il costo finale di 60 milioni di Euro; nello specifico dovrebbero essere eseguiti i seguenti interventi[6][7]:
Dati di traffico merci e passeggeri![]() Questi sono i dati relativi alle merci e ai passeggeri per quanto riguarda il 2021.[8]
Note
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