Paperino e la sposa persiana
Paperino e la sposa persiana (In Ancient Persia) è una storia a fumetti di Carl Barks, pubblicata per la prima volta su Four Color n. 275 del maggio 1950. È stata pubblicata anche col titolo Paperino nell'antica Persia. La storia sembrerebbe ispirata ai film del 1932 La mummia[1] e Il castello maledetto, mentre per ambientazioni e costumi l'autore si basò su illustrazioni reperite su The National Geographic Magazine e su una foto della Rocca di Gibilterra pubblicata da un giornalista della Associated Press.[2] TramaQui, Quo e Qua disubbidiscono allo zio Paperino, andando a spiare uno scienziato pazzo, che rinchiude in un aereo loro e poi lo stesso Paperino. Le intenzioni dello scienziato sono di dirigersi a Itsa Faka, antica città persiana, e tramite una formula, far tornare in vita gli abitanti polverizzati. Riesce nell'intento, ma il re Nevvawaza,[3] convinto che Paperino sia il principe Cad Alì Cad, cerca di farlo sposare con sua figlia Needa Bara Soapa. Ciò non rende molto felice il papero, anche perché la principessa è davvero orribile e grassa. Qui, Quo e Qua, con un rituale, portano in vita il vero principe e il sovrano decide una sfida fra i due che decreterà il futuro marito della ragazza; il duello avverrà il giorno seguente. I nipoti cercano di far fuggire lo zio ma riusciranno solo a far fuggire il principe. Prima di celebrare le nozze vengono interrotti dallo scienziato, che ora minaccia la razza terrestre con un terribile vapore che polverizza chiunque ne venga a contatto. Paperino però rompe l'ampolla contenente il gas, che trasforma in polvere gli abitanti di Itsa Faka, lo scienziato, e lo stesso Cad Alì Cad, tornato nella reggia perché spaventato dai cambiamenti avvenuti durante il tempo passato dalla disidratazione. I paperi riescono così a fuggire. EdizioniPaperino e la sposa persiana fu pubblicata per la prima volta negli Stati Uniti su Four Color n. 275 del maggio 1950, e ristampata diverse volte negli anni successivi. Fu pubblicata anche in diverse nazioni europee oltre che in Australia, Brasile, Colombia, Egitto, Messico e Sudafrica. In Italia fu pubblicata, divisa in due parti, nei numeri 18 e 19 di Topolino di agosto e settembre del 1950.[4] AccoglienzaThomas Andrae definisce Paperino e la sposa persiana "la storia più importante di Barks in cui la bomba è un sottotesto" oltre che "la sua storia più inquietante e terrificante"; secondo Andrae, infatti, il vapore polverizzante sarebbe una metafora della bomba atomica, e Barks "caricaturizza la civiltà dispotica dell'antica Persia come espressione di una volontà di potenza distruttiva caratteristica della civiltà occidentale che ha raggiunto il culmine nell'era atomica".[1] Michael Barrier afferma che nella storia "la parodia batte il pulp, ma senza mancare di rispetto alle sue virtù", e apprezza il modo in cui Barks risolve il problema della lingua: i paperi capiscono il linguaggio dei persiani dopo aver inalato i loro "processi mentali" dall'acqua nella vasca da bagno reale dove vengono rianimati, cosa che Barrier definisce "puro pulp, del tipo più divertente".[5] Note
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