Paolo Serra (generale)
Paolo Serra (Torino, 7 aprile 1956) è un generale italiano. BiografiaHa frequentato l'Accademia Militare di Modena; si è laureato in scienze strategiche all'Università degli Studi di Torino e ha conseguito il Master presso lo US Army War College di Carlisle (Pennsylvania-USA). Ufficiale degli alpini, dal 1982 al 1987 comanda la compagnia controcarri taurinense facente parte della Forza Mobile della Nato nelle annuali esercitazioni in Norvegia e Danimarca, nel 1987 partecipa alla Seconda spedizione italiana in Antartide, nel 1994 assume il comando del battaglione "Susa" del 3º Reggimento alpini a Pinerolo. Promosso generale di divisione, da maggio 2009 diviene Capo di Stato Maggiore del Corpo di reazione rapida della NATO (NRDC-ITA). Il 2 gennaio 2012 il Segretario Generale delle Nazioni Unite Ban Ki-moon lo ha nominato Comandante della forza e Capo della Missione UNIFIL in Libano; ha assunto l'incarico il 28 gennaio succedendo al generale spagnolo Alberto Asarta Cuevas.[1] Termina la Missione ONU il 24 luglio 2014 ed il 28 assume il nuovo incarico di Consigliere del Rappresentante Permanente Italiano alle Nazioni Unite, a New York. Nel novembre 2015 sempre Ban Ki-Moon lo ha designato quale Consigliere Militare di Martin Kobler, Rappresentante Speciale del Segretario Generale ONU per la risoluzione della crisi in Libia.[2] Il 14 dicembre 2017 è diventato Comandante del Comando Forze Operative Nord (COMFOPNORD)[3], struttura che accorpa tutte le funzioni operative, infrastrutturali e territoriali della Forza Armata del centro e nord Italia. Il 5 luglio 2018, a seguito della scelta effettuata a fine febbraio di lasciare anticipatamente il Servizio ove non gli fosse stato assegnato un incarico di vertice, cede il comando al Gen. C.A. Amedeo Sperotto e termina la carriera. OnorificenzeOnorificenze italiane«Comandante delle unità militari e capo della missione United Nations Interim Force in Lebanon ha guidato con valore, costante abnegazione, grande perizia e determinazione il complesso e articolato contingente multinazionale, conseguendo obiettivi di primari importanza per le Nazioni Unite. In un contesto caratterizzato da profonda instabilità interetnica, ha favorito una sinergica integrazione delle componenti militari e civili, nazionali e internazionali, assicurando, con un approccio innovativo e costruttivo, le condizioni necessarie allo sviluppo del processo di stabilizzazione dell'area di operazioni. Ufficiale Generale, dotato di innate capacità diplomatiche, di elevate qualità morali e carismatica azione di comando, ha riscosso il plauso delle autorità di vertice delle Nazioni Unite e della comunità internazionale, contribuendo ad accrescere il lustro delle Forze Armate ed il prestigio dell'Italia in ambito internazionale. Naqoura (Libano), gennaio 2012 - luglio 2014»
— 9 luglio 2015[6] «Comandante della regione ovest e del contingente nazionale in Herat, nell'ambito della missione "International Security Assistance Force" (ISAF) in Afghanistan, in un contesto operativo caratterizzato da oggettivi rischi e da condizioni ambientali estremamente disagiate, conduceva con valore abnegazione, perizia e senso di responsabilità le unità dipendenti. Con una incisiva, scrupolosa e lungimirante azione di comando sapeva cogliere gli aspetti prioritari della complessa e rischiosa realtà locale, pervenendo sempre a soluzioni di straordinaria efficacia. Ufficiale Generale in possesso di non comune autorevolezza ed autentico carisma, ha rappresentato in modo esemplare l'Italia e le sue Forze Armate nello scenario internazionale. Herat (Afghanistan) ottobre 2008 - aprile 2009»
— 18 ottobre 2011[4] «Comandante del 9º reggimento alpini inquadrato nella brigata multinazionale ovest operante in Kosovo nell'ambito dell'operazione "JOINT GUARDIAN" presentava in ogni circostanza la sua unità perfettamente amalgamata, superbamente addestrata ed in grado di assolvere in pieno le delicate incombenze operative della missione. Impiegato in attività di grandissimo rilievo nel delicato settore di Dakovica, articolava il dispositivo sul terreno in maniera eccezionalmente efficace e faceva fronte a tutti gli impegni con rigore e altissima professionalità, evidenziando spiccata iniziativa e dedizione al servizio. Trascinava i propri uomini con la forza dell'esempio nelle situazioni più pericolose e complesse, e ne sapeva ottenere un rendimento eccezionale, che suscitava l'ammirazione di quanti, italiani e stranieri, anche ad alto livello di autorità, avevano modo di vedere operare i suoi reparti. Chiaro esempio di comandante completo e carismatico, che ha contribuito in modo determinante al buon esito della missione e ad elevare il prestigio del contingente e dell'esercito italiano nel contesto internazionale. Pec (Kosovo), 16 febbraio 2000 - 27 giugno 2000.»
— 29 marzo 2002[4] Onorificenze straniere
Note
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