Monte Ruazzo
Il Monte Ruazzo (dal dialetto itrano ruazzë - Pettirosso), a cavallo tra i territori comunale di Itri e Formia in LT) nel Lazio, con i suoi 1.314,4 metri[1], all'interno del territorio del parco naturale dei Monti Aurunci, rrappresenta una delle più importanti vette della catena occidentale dei Monti Aurunci che guardano sul golfo di Gaeta. Vie di salitaPer raggiungere Monte Ruazzo sono possibili due percorsi alternativi. Il primo segnato dai segnavia del CAI 56 parte sulla destra del Rifugio Acquaviva di Maranola e percorre aree boschive di differente bellezza e valore botanico: il primo tratto si svolge tutto in salita in una lecceta, il secondo percorrendo vaste distese di salvia e ginepro, il terzo in un bosco di carpino nero, il quarto in una freschissima Faggeta. ![]() A metà percorso circa, dopo una breve deviazione a destra, è possibile ammirare uno dei più belli inghiottitoi carsici della zona profondo più di 300 metri: l'abisso della Ciauchella di interesse prevalentemente speleologico. Procedendo in direzione nord-ovest nel folto della faggeta si raggiunge una grande dolina circolare: il Fosso di Fabio. Dalla cresta tra Monte Ferrazzano e Monte Ruazzo si sale ripidamente alla cima del Ruazzo dove il panorama è davvero magnifico: la piana di Campone, il Redentore, il Monte Altino ed il Petrella a est, la vallata di Itri con il Santuario della Madonna della Civita e le Mainarde a nord, la valle di Sciro costellata di grandi doline, ![]() Gaeta e l'Arcipelago Pontino a sud, il Circeo, la piana di Fondi e Terracina ad est. Secondo molti escursionisti si tratta della più bella cima della catena montuosa del [Lazio meridionale].[senza fonte] FloraCaratteristica del Monte Ruazzo è la presenza svariata e irregolare di specie vegetali. Dalle pendici fino alla cima, ed a seconda del versante troviamo importanti leccete, boschi di faggio, carpino nero e castagni secolari, il tutto alternato a spiazzi estesi di macchia mediterranea, pascolo e prati. Non è raro trovare inoltre esemplari di pero selvatico e nocciolo. Nella parte più alta, a ridosso della cima dove gli alberi cedono il posto ai pascoli, le fioriture sono caratterizzate dalla massiccia presenza di salvia dall'inconfondibile colore violaceo e dal giallo del ginestrino, nonché da orchidee selvatiche (Orchis pauciflora, orchis mascula), muscari, crocus, violette e garofanini. Riscontriamo inoltre, nei versanti maggiormente assolati, la presenza del cardo carduus, dell'asfodelo bianco, del giglio di montagna e addirittura del lupino. Note
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