Monte Camicia
Il monte Camicia è una montagna del massiccio del Gran Sasso, alta 2564 m[1] (la quinta della catena), posta nella sua parte sud-orientale, come parte, dal punto di vista geomorfologico, della dorsale più orientale del massiccio, collegata sulla sua linea di cresta a nord al vicino Monte Prena e a seguire il Monte Brancastello e Monte Aquila, a sud-est il Monte Tremoggia, il Monte Siella e il Monte San Vito, ricadendo nei territori dei comuni di Castel del Monte, Castelli e Farindola, a cavallo delle province dell'Aquila e Teramo. La cresta fa parte del cosiddetto Sentiero del Centenario. DescrizioneLa caratteristica di questa montagna è la diversità dei due versanti: quello meridionale arrotondato ed erboso; roccioso e aspro quello settentrionale con la parete che precipita sulle colline del teramano, sopra Castelli, a oltre 1200 metri in giù.[1] La cima si raggiunge abbastanza facilmente dal versante sud e ovest di Campo Imperatore tramite non difficili percorsi (1000 m di dislivello circa), mentre la parete nord, soprannominata l'Eiger dell'Appennino[2], è meta ambita di numerosi ed esperti rocciatori provenienti da tutta Italia. La difficoltà della parete sta, oltre che nella verticalità e nel dislivello, anche nell'ambiente montano estremamente aspro e selvaggio e nella friabilità della roccia calcarea. È famoso in questo versante un tratto sommitale della parete rocciosa noto come Dente del Lupo. Sulla stessa imponente parete nord, a una quota di circa 1100-1200 metri, è presente in un canalone un glacio-nevato pensile perenne, il nevaio del Fondo della Salsa (toponimo che probabilmente deriva da "Fondo del Balzo", essendo il "balzo" l'impressionante parete Nord del Camicia[senza fonte]) . Dalla cima la vista spazia da una parte sull'intera provincia di Teramo e di Pescara e il mar Adriatico in lontananza, dall'altra verso ovest si può osservare Campo Imperatore e altre cime del Gran Sasso nella sua parte meridionale, il Corno Grande, la Maiella e il Sirente-Velino. PianteLa montagna ospita specie erbacee rare tra le quali spicca la stella alpina appenninica. SorgentiA 2080 metri sgorga la risorgiva più elevata dell'Appennino, Fonte Grotta, dalle acque limpide e gelide. Note
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