Corno Grande
Il Corno Grande (2912 metri s.l.m.) è una montagna italiana. Si tratta della più elevata cima del massiccio del Gran Sasso nonché degli Appennini e sorge in Abruzzo nel territorio dei comuni di Pietracamela e Isola del Gran Sasso. Si tratta della più alta cima della penisola italiana (escluso, quindi, l'arco alpino) nonché la seconda cima d'Italia fuori dalle Alpi dopo l'Etna. Fu asceso per la prima volta nel 1573 da Francesco De Marchi. GeografiaDi conformazione geomorfologica simile a quella dei gruppi alpini dolomitici, sia pur formato in buona parte da rocce calcaree, è composto da quattro vette o sottocime interamente comprese nella provincia di Teramo:
La parete est della Vetta orientale (localmente conosciuta come "il Paretone[1]") è aspra, rocciosa e incombe con un dislivello di circa 2000 m sulle dolci colline teramane. Sul versante settentrionale, a una quota compresa tra i 2650 m e i 2850 m si estende il ghiacciaio del Calderone, il ghiacciaio più meridionale d'Europa. Sul versante meridionale, a quota 2650 m circa, dal 1966 al 2024 vi è stato il Bivacco Andrea Bafile, poi rimosso perché pericolante; ai piedi del versante occidentale, in zona Campo Pericoli, è posto il Rifugio Garibaldi, mentre tra Corno Grande e Corno Piccolo nel Vallone delle Cornacchie è posto il Rifugio Carlo Franchetti. Il 22 agosto 2006 nella parete nord-est (il paretone), a causa di normali processi erosivi, si è verificata una frana di grandi dimensioni (da 20 000 a 30000 m³ di roccia si sono distaccati dal quarto pilastro), senza conseguenze sull'incolumità pubblica. La vista dalla cima spazia a 360° su tutte le altre cime del Gran Sasso d'Italia, su gran parte dell'Italia centrale, il mar Adriatico e gli altri grandi massicci e gruppi appenninici (Terminillo, Monti Sibillini, Monti della Laga, Maiella, Velino-Sirente, Monti Marsicani). Escursionismo e alpinismoPrima ascesaNel XVI secolo Francesco De Marchi notò con interesse il Gran Sasso e, come racconta nella sua "Cronaca", dopo trent'anni di attesa compì la prima scalata della cima, alla veneranda età di 69 anni. Accompagnato dal milanese Cesare Schiafinato e da Diomede dell'Aquila, nell'agosto del 1573 De Marchi si recò ad Assergi («Sercio») alla ricerca di qualche montanaro che avesse potuto fargli da guida. Individuò un cacciatore di camosci, Francesco Di Domenico, che aveva già scalato la cima e che si aggregò volentieri. Volle reclutare anche due fratelli, Simone e Giovampietro Di Giulio, e «a preghi e premi» li convinse a fargli da portatori. Così, il 19 agosto 1573, con non poco sforzo, in cinque ore e un quarto, fu raggiunta la cima del Corno Grande (che lui chiamava il «Corno Monte»): «mirand'all'intorno, pareva che io fussi in aria». ItinerariOltre che per diverse vie alpinistiche su roccia, neve o ghiaccio, la Vetta Occidentale si raggiunge tramite differenti percorsi di difficoltà via via crescente:
La Vetta Centrale e quella Orientale sono invece raggiungibili tramite numerose vie di roccia che risalgono il Paretone e le pareti sovrastanti il ghiacciaio del Calderone. Per quanto riguarda le vie ferrate sul Corno Grande, sono percorribili la via ferrata Ricci che sale alla Vetta Orientale, difficoltà EEA (casco, imbraco e set da ferrata), e il sentiero attrezzato che raggiungeva un tempo il bivacco Andrea Bafile, difficoltà EEA. Esiste anche la via ferrata Brizio che serve a raggiungere il versante del Corno Piccolo da Campo Imperatore, passando sotto il Corno Grande (sempre difficoltà EEA). Galleria d'immagini
Note
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