Matteo II Visconti
Matteo II Visconti (Milano, 1319 circa – Saronno, 29 settembre 1355), fu signore di Bobbio, Bologna, Lodi, Parma, Piacenza e, insieme ai fratelli Galeazzo II e Bernabò, co-Signore di Milano. A causa delle sue dissipatezze, che rischiavano di portare alla rovina il dominio visconteo, venne con buona probabilità avvelenato dai suoi stessi fratelli, che, dopo la sua morte, si divisero le terre da lui controllate. GenealogiaBiografiaLe originiMatteo nacque a Milano, figlio primogenito di Stefano Visconti e di Valentina Doria (figlia di Bernabò Doria, figlio a sua volta di Branca Doria). I dati relativi alla sua infanzia sono scarsi. Con i fratelli Galeazzo II e Bernabò, si unì alla congiura di Francesco Pusterla contro lo zio Luchino Visconti, allora signore di Milano: la congiura venne sventata e Pusterla eliminato ma Luchino non trovò prove contro i nipoti. Nel 1342 sposò Egidiola Gonzaga, figlia di Filippino Gonzaga.Per colpa di una nuova congiura inconcludente (1346) Matteo dovette fuggire da Milano insieme ai fratelli, scacciati da Luchino e dall'arcivescovo Giovanni Visconti, fratello di Luchino. Matteo riparò nel Marchesato del Monferrato. La conquista del potereMatteo rientrò a Milano alla morte di Luchino (1349), richiamato dallo zio arcivescovo Giovanni insieme agli altri fratelli. Nel 1340 l'arcivescovo Giovanni concluse delle alleanze matrimoniali per pacificare i confini del dominio visconteo, allargato dei conflitti del defunto Luchino. Matteo venne così fatto sposare con Egidiola Gonzaga, figlia del Capitano del Popolo di Mantova Filippino, Galeazzo II sposò Bianca di Savoia, figlia del conte Aimone di Savoia, mentre Bernabò sposò Beatrice Regina della Scala, figlia di Mastino II della Scala, signore di Verona. In occasione delle nozze Matteo partecipò alla corte bandita e ai tornei tenuti a Mantova dai Gonzaga, facendosi accompagnare da un opulento e numeroso corteo.[1] Nel 1354, alla morte dell'arcivescovo Giovanni, il potere su Milano passò ai tre figli di Stefano Visconti. Mentre il giovane Bernabò prendeva possesso dei domini orientali, limitrofi alle terre degli Scaligeri, e Galeazzo II quelli occidentali, limitrofi ai domini sabaudi, a Matteo II spettarono: Lodi, Piacenza, Parma e Bologna tra le città maggiori così come Bobbio, Pontremoli, Fidenza, Massa e Lugo. Gli venne inoltre assegnato un terzo (due sestieri) della città di Milano, un terzo di Genova e la residenza in un palazzo fatto erigere dall'arcivescovo Giovanni e che si trovava accanto all'Arcivescovato. Fece inoltre edificare il castello di Saronno quale sua residenza di campagna.[2] Bologna divenne subito argomento di contesa tra i tre fratelli. Governata da Giovanni Visconti d'Olona, la città si proclamò indipendente dal dominio milanese. Matteo II si limitò a lamentarsi della cosa con il papa, mentre Galeazzo II e, soprattutto, Bernabò premevano per un intervento armato. Divenne abbastanza evidente che i due più giovani figli di Stefano Visconti erano intenzionati a perseguire una linea politica ben diversa da quella del fratello maggiore. La morteIl 29 settembre 1355, presso il castello di Saronno, al ritorno da una battuta di caccia presso Monza, Matteo lamentò forti dolori addominali. Morì dopo cena, quasi certamente avvelenato per ordine dei fratelli che poi si spartirono i suoi domini. Principale sostenitore della tesi dell'avvelenamento fu proprio la madre di Matteo, Galeazzo e Bernabò: Valentina Doria. Fu sepolto nella chiesa di San Gottardo in Corte.[3] Aspetto e personalitàPietro Azario lo descrive come di bell'aspetto ma pingue, facondo, pigro e negligente negli affari di governo.[4] Matrimonio e discendenzaMatteo II Visconti si sposò nel 1340, Egidiola Gonzaga, figlia di Filippino Gonzaga ed ebbero una figlia:
Ebbe inoltre una figlia illegittima da un'altra donna:
Ascendenza
Opere architettoniche legate a Matteo II ViscontiNel 1355 fece edificare il castello di Saronno. NoteBibliografia
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