Francesco PusterlaFrancesco Pusterla, detto anche Francescolo o Franciscolo (Milano, primi del XIV secolo – Milano, novembre 1341), è stato un nobile italiano. Cittadino della signoria di Milano e stimato consigliere di Azzone Visconti,[1] partecipò ad una congiura contro Luchino, venendo esiliato dal Ducato e poi condannato a morte.[1] BiografiaFiglio di Macario Pusterla e di Fina Litta,[1] viene menzionato per la prima volta nel 1331,[2] come ambasciatore ad Avignone per Azzone.[2] Il giorno di Pasqua del 1338 viene nominato cavaliere[2] e poco dopo partecipa ad un torneo cavalleresco a Mantova in onore del matrimonio di Luigi I Gonzaga, signore della città.[2] Cadde in disgrazia nel 1340 quando partecipò ad una congiura contro Luchino Visconti,[2] ritenuto un tiranno e che provò a marginalizzare i consiglieri legati ad Azzone: tale congiura era molto estesa e vide partecipare anche Galeazzo II e Bernabò Visconti, oltre ad altri importanti esponenti della corte milanese. Scappato assieme ai figli ad Avignone,[1] si spostò a Pisa quando vi fu la riconciliazione tra Papato e Milano,[2] ma quando Pisa ebbe bisogno del sostegno visconteo contro Firenze li consegnò a Milano,[1] che il 17 novembre 1341 li condannò a morte, decapitandoli pochi giorni dopo.[1] I suoi beni, stimati in 800.000 fiorini d'oro,[1] vennero redistribuiti e la famiglia Pusterla perse d'importanza,[2] specie dopo che Balzarino, consigliere di Bernabò, morì senza figli. DiscendenzaFrancesco era sposato con Margherita Visconti,[1] da cui ebbe tre figli:[2]
NoteBibliografia
Collegamenti esterni
|
Portal di Ensiklopedia Dunia