Considerata una delle migliori cantanti femminili del XX secolo, la sua voce era caratterizzata da uno stile interpretativo inconfondibile e dal forte impatto emotivo.[1][2]
Nel corso di tutta la carriera si dedicò esclusivamente alla musica religiosa[3] tanto da meritarsi il titolo di "Regina del Gospel"[4].
Oltre ad un timbro possente e autorevole, a un'emissione di grande estensione che copriva quasi 5 ottave[3], la Jackson aveva notevoli capacità interpretative, tali da commuovere l'ascoltatore come poche altre cantanti della musica nera.[1]
Per la sua intensa religiosità e devozione si rifiutò di partecipare a programmi che prevedessero la commistione fra i suoi canti gospel e musica non religiosa[5]. È ricordata anche per il suo impegno sul fronte dei diritti civili, in special modo in favore dei neri d'America[6].
Biografia
Mahalia Jackson nacque da John Jackson, scaricatore di porto, barbiere e pastore Battista, e da Charity Clark, che lavorava come cameriera e lavandaia[7]. A cinque anni la madre morì e Mahalia venne affidata alle cure di una zia la cui famiglia era molto religiosa e severa quanto a scelte musicali. Già a quattro anni cantava nel coro giovanile della chiesa del padre, e in seguito, nonostante i gusti della zia, ebbe modo di ascoltare e di assorbire le musiche dei pionieri del jazz di Storyville, gli spiritual, le musiche delle bande di strada che si esibivano nelle sfilate del Mardi Gras, il blues di Bessie Smith e Ma Rainey[8], ma anche le arie di Enrico Caruso, di cui fu sempre grande ammiratrice.
Con questo bagaglio musicale, poco più che quindicenne si spostò a Chicago nel 1927, appoggiandosi alla zia Hannah Robinson. Nella città americana, oltre a svolgere vari lavori e a studiare per diventare estetista, manifestò la passione per il canto divenendo prima una corista della Greater Salem Baptist Church e unendosi poi ai Johnson Gospel Singers, un quartetto vocale con cui si esibì per alcuni anni. Lo scioglimento del gruppo a metà degli anni trenta diede l'opportunità a Mahalia Jackson di iniziare la propria carriera da solista, nella quale esordì per la Decca con il primo successo, God's Gonna Separate the Wheat from the Tares. Successivamente venne a contatto con il pianista Thomas A. Dorsey[7]. Dorsey era stato il primo a fondere la musica religiosa con il blues e il jazz, favorendo il nascere dei gospel songs che divennero indissolubili con le liturgie delle Chiese Santificate[9]; e ispirò la prima leva di cantanti di gospel, da Sallie Martin a Clara Ward, da Roberta Martin alla Jackson, vocalist che diffusero il gospel nelle chiese di tutto il mondo[10].
Con il 78 giri Move On Up A Little Higher, Mahalia Jackson entrò nelle case e nei cuori di tante persone. Non era il suo primo disco, ma fu il primo a farne la più grande interprete di canti religiosi del nostro tempo. Inciso a Chicago per l'etichetta Apollo nel settembre 1947, quel disco, a più di sessant'anni di distanza, viene ancora venduto in tutti i paesi del mondo. Nel quarto di secolo successivo, Mahalia Jackson avrebbe tenuto fede alla promessa di guidare la sua vasta congregazione "fino alla sorgente cristiana". Il suo vangelo di fede è risuonato nelle chiese e nei templi battisti, per radio, per televisione, su disco, nelle sale da concerto di tutti gli Stati Uniti d'America e in molti altri Paesi.[11]
Con Dorsey la Jackson formò un sodalizio artistico che durò per una decina d'anni fino al 1946[8]. In quell'anno ritornò in studio di registrazione, ma il disco prodotto ebbe risultati modesti. Invece gli inizi del 1948 videro l'esplosione della popolarità dell'artista con Move on Up a Little Higher, che è considerato il disco gospel più venduto di sempre. La fama fulminea la portò nel 1950 sugli schermi televisivi assieme al giornalista e scrittore Studs Terkel, e qualche anno dopo con Ed Sullivan nel suo celebre programma[2].
Nei primi anni cinquanta Mahalia Jackson si dedicò alle tournée: in Europa nel 1952, poi in Africa, Giappone, India e Israele. Negli Usa, oltre alle apparizioni – fra le quali una alla Carnegie Hall – incise per la Columbia Joshua Fought the Battle of Jericho, Down by the Riverside, He's Got the Whole World in His Hands e When the Saints Go Marching In. Fece una memorabile esibizione trionfale la domenica del 6 luglio 1958 al Newport Jazz Festival[8], da cui fu tratto probabilmente il suo album di maggior successo commerciale ( " Mahalia Jackson : Live at Newport - Columbia 1958 ) . Ma Risale a quell'anno la sua prima esperienza cinematografica, nel film St. Louis Blues in cui è presente assieme ad altri cantanti fra cui Nat King Cole, Cab Calloway ed Ella Fitzgerald[12] e, l'anno successivo, in Imitation of Life[13].
Gli anni sessanta la videro in prima linea nel movimento per i diritti civili dei neri d'America, iniziato in Alabama a metà anni cinquanta a fianco di Rosa Parks. Insieme a Martin Luther King condusse altre battaglie e partecipò alla marcia di protesta dell'agosto 1963 su Washington. Davanti a 250.000 persone, prima dello storico discorso “I Have a Dream” pronunciato da Luther King, intonò il classico gospel song I've Been 'Buked, and I've Been Scorned[14]. Due anni prima, la Jackson aveva cantato per l'inaugurazione della presidenza Kennedy e nel 1968 avrebbe eseguito Take My Hand, Precious Lord, in occasione dei funerali di Martin Luther King[8]. Quell'anno vide anche il ritiro della Jackson dall'impegno per i diritti civili, sconfortata dalla morte di King e dei due fratelli Kennedy[2]. Nonostante gli inviti alla prudenza da parte dei medici, la cantante volle intraprendere un tour d'addio in Germania, e durante il concerto di Monaco di Baviera nel settembre del 1971 ebbe un collasso. Morì per un attacco cardiaco nel gennaio dell'anno successivo nella sua casa ai margini di Chicago, e venne sepolta al Providence Memorial Park di Metairie, in Louisiana[7]. Aretha Franklin (che per la carriera era stata incoraggiata proprio dalla Jackson[15]) al servizio funebre tenutosi a Chicago davanti a 50.000 persone volle riprendere Take My Hand, Precious Lord. In occasione dei funerali di tre giorni dopo a New Orleans, 6.000 spettatori gremirono stipati il Rivergate Convention Center in una cerimonia che ripercorse il repertorio della cantante scomparsa[16].
Mahalia Jackson è stata insignita di tre Grammy Awards[17], e i suoi brani Move On Up a Little Higher, His Eye Is on the Sparrow e Precious Lord, Take My Hand sono stati inseriti nella Grammy Hall of Fame[18]. Alla cantante è intitolato il teatro situato all'interno del Louis Armstrong Park di New Orleans, che nel 1993 il consiglio municipale della città volle ribattezzare “Mahalia Jackson Theater for the Performing Arts”[19].
Discografia
Album in studio (parziale)
1956 - Bless This House
1958 - Black, Brown and Beige
195? - Silent Night, Holy Night
1960 - The Power and the Glory
1961 - Sweet Little Jesus Boy
1962 - Recorded in Europe During Her Latest Concert Tour
1962 - Silent Night: Songs for Christmas
1965 - Mahalia
1967 - In Concert Easter Sunday, 1967
1968 - Sings the Best-Loved Hymns of Dr. M.L.King
1968 - Christmas with Mahalia
1968 - A Mighty Fortress
1976 - How I Got Over
Raccolte
1958 - Live at Newport 1958
1960 - Just as I Am
1963 - Greatest Hits
1975 - The World's Greatest Gospel Singer
1976 - The Best of Mahalia Jackson
1977 - Sings America's Favorite Hymns
1977 - Amazing Grace
1985 - The Mahalia Jackson Collection
1989 - The Christmas Songs
1991 - No Matter How You
1991 - Wishing You a Merry Christmas
1991 - Mahalia Jackson
1991 - Gospels, Spirituals, Hymns
1991 - The Great Mahalia Jackson
1992 - Christmas Songs
1992 - Chrismas with Mahalia Jackson
1992 - Christmas with
1992 - Christmas with Mahalia Jackson
1992 - Gospel Christmas/Silent Night
1992 - I'm Going to Tell God
1993 - Nobody Knows the Trouble I've Seen
1993 - Christmas with Mahalia Jackson
1993 - 1911-1972
1993 - Go Tell It on the Mountain
1994 - Negro Spirituals: Les Plus Grands Thèmes
1994 - The Apollom Sessions 1946-1951
1994 - The Essence of Mahalia Jackson
1995 - Amazing Grace
1995 - I Sing Because I'm Happy
1995 - Give God the Glory
1995 - The Best loved Spirituals
1995 - Mahalia Sings Songs of Christmas!
1995 - The Apollo Sessions, Vol. 2
1996 - 16 Most Requested Songs
1996 - Gospel at Its Best
1996 - For Collectors Only
1997 - Queen of Gospel
1997 - In the Upper Room
1998 - The Queen of Gospel
1998 - Gospel, Spirituals & Hymns, Vol. 2
1998 - Gold Collection
1998 - Christmas Gold
1998 - The Legend of Gospel & Blues
1998 - The Legend of Gospel & Blues, Vol. 2
1998 - How I Got Over: The Apollo Records Sessions 1946-1954
^(EN) Past Winners, su grammy.com, Grammy.com. URL consultato il 13 agosto 2013.
^(EN) Grammy Hall of Fame, su grammy.org, Grammy.org. URL consultato il 13 agosto 2013 (archiviato dall'url originale il 19 febbraio 2011).
^(EN) The Mahalia Jackson Theater, su mahaliajacksontheater.com, Official Website. URL consultato il 13 agosto 2013 (archiviato dall'url originale il 16 settembre 2013).