Settimo di tredici figli, nato in Canonsburg, Pennsylvania da una famiglia italo-americana (i genitori, Pietro Como e Lucia Travaglini, erano originari di Palena, un piccolo paese in provincia di Chieti), Perry Como lavorò come barbiere fino al 1933. Suo padre, baritono per diletto, desiderò dare a tutti i figli una educazione musicale malgrado le difficoltà economiche.
Como iniziò a lavorare come cantante nell'orchestra di Freddie Carlone e poi di Ted Weems.
Nel 1943 incise il suo primo disco Goodbye Sue con la casa discografica RCA Victor, a cui rimase legato per tutta la sua carriera fino all'ultimo successo The wind beneath my wings nel 1987.
In quasi cinquant'anni di carriera Perry Como ha inciso oltre duecento brani, collezionando 14 singoli al primo posto nella hit parade USA, 20 dischi d'oro e oltre 100 milioni di dischi venduti in tutto il mondo.
Nel 1945 con Till the End of Time raggiunge la prima posizione nella Billboard Hot 100 per 9 settimane, nel 1946 con Prisoner of Love per tre settimane e con Surrender per una settimana, nel 1947 con Chi-Baba, Chi-Baba (My Bambino Go to Sleep) per tre settimane, nel 1949 con Some Enchanted Evening per cinque settimane, nel 1951 con If (They Made Me a King) per sei settimane, nel 1953 con Don't Let the Stars Get in Your Eyes per cinque settimane e raggiunge la prima posizione anche nella Official Singles Chart e nel 1954 con Wanted con Hugo Winterhalter per otto settimane.
Perry Como ebbe un grandissimo successo in televisione. Fu il primo cantante ad avere uno show tutto suo, dapprima intitolato The Perry Como Show e successivamente The Perry Como's Kraft Music Hall, in onda dal 1948 fino al 1963. Divenne il presentatore più pagato della storia della televisione, riuscendo così ad entrare nel Guinness dei primati. Condusse anche numerosi speciali televisivi dedicati al Natale, dal 1948 fino al 1994.
A differenza dei suoi colleghi Frank Sinatra e Dean Martin, Como non è stato particolarmente tentato dal cinema. Al suo attivo si contano appena quattro film, tutti girati negli anni quaranta.
All'inizio del 1994 decide di abbandonare l'attività di cantante a livello professionale, per andare in pensione continuando ad esibirsi solo per hobby. Morì nel sonno il 12 maggio 2001, sei giorni prima di compiere 89 anni.
È citato nella canzone Baciami all'italiana del Quartetto Cetra, quale esempio di crooner raffinato, contrapposto al carattere popolare, e tutto italiano, de Il Musichiere.
Nel film Sbucato dal passato (Blast from the Past) in una scena romantica, Brendan Fraser canta ad Alicia Silverstone una canzone di Perry Como.
È citato anche in un episodio della nota serie televisiva Il Tenente Colombo, più esattamente nell'episodio Edizione straordinaria di un delitto. Qui Colombo, dopo una gaffe con Victoria, afferma: "A dire il vero io non ascolto la radio; almeno non la musica, non la capisco; Perry Como, Louis Armstrong, quelli sì che li posso capire ma questi fanatici del rock no, non li capisco!".
Viene citato nella canzone Questo è il nostro stile degli Articolo 31.
È inoltre citato nel racconto Joe di Peter Carey, contenuto nella raccolta Collected stories del 1994.
Al cinema
L'aspetto fisico e le doti canore di Como gli valsero un contratto di sette anni con la 20th Century-Fox a partire dal 1943. Con loro fece, nel 1944, Something for the Boys, dove lavorò con Carmen Miranda; March of Time (1945); Doll Face, del 1945; If I'm Lucky del 1946. Passato alla Metro-Goldwyn-Mayer, interpretò nel 1948 Parole e musica. Tuttavia non si sentì mai a suo agio nel ruolo di attore, tanto che, prima dell'uscita del suo ultimo film, chiese ed ottenne la rescissione del contratto. Anni dopo dirà di quest'episodio:"Il fatto è che io stavo sprecando il loro tempo e loro stavano sprecando il mio".
Durante gli anni dei suoi show televisivi, a Como vennero offerti alcuni ruoli in produzioni cinematografiche, ma non trovò mai il tempo per dedicarvisi.
It's Impossible, 1970 - decima posizione negli Stati Uniti e quarta nel Regno Unito
And I Love You So, 1973 - terza posizione nel Regno Unito
For the Good Times, 1973 - settima posizione nel Regno Unito
Bibliografia
(EN) Gloria Scalzitti Walker. "Perry Como". In Italian Americans of the Twentieth Century, ed. George Carpetto and Diane M. Evanac (Tampa, FL: Loggia Press, 1999), pp. 94–95.
(EN) Margherita Marchione, "Perry Como." In The Italian American Experience: An Encyclopedia, ed. S.J. LaGumina, et al. (New York: Garland, 2000), 138-139.