Nasce nel 1927 nel quartiere Harlem di New York da genitori giamaicani, la governante Melvin Love (figlia di padre afro-giamaicano e madre scozzese-giamaicana) e il cuoco Harold George Bellanfanti Sr. (figlio di padre olandese sefardita e madre afro-americana). Nel 1935 si trasferisce con sua madre ad Aboukir, un villaggio in Giamaica. Nel 1939 torna a New York e frequenta la George Washington High School, dopodiché si arruola nella marina degli Stati Uniti durante la Seconda guerra mondiale.
Nel 1959, nel ruolo del minatore Ralph Burton, è protagonista della pellicola La fine del mondo,[2] un film fantascientifico post-apocalittico in cui, dopo un disastro termonucleare, il minatore pare essere l'ultimo rimasto sulla terra fino all'incontro con una ragazza (interpretata da Inger Stevens), di cui si innamora e che porterà ad un'accesa rivalità con colui che in seguito si rivela il terzo sopravvissuto. Per motivi di censura (negli Stati Uniti del tempo vigeva ancora la segregazione) nel film non ci sono scambi di effusioni e aperti sentimentalismi tra il protagonista e la ragazza.
Nel 1985 è l’ideatore di USA for Africa,riuscendo a unire in un’unica notte un supergruppo di 45 celebrità della musica pop, tra cui Michael Jackson, Lionel Richie, Stevie Wonder e Bruce Springsteen, cantando We Are the World, scritta da Lionel Ritchie e Michael Jackson, prodotta da Quincy Jones e incisa a scopo benefico. I proventi raccolti, circa 80 milioni di dollari dell’epoca, vengono devoluti alla popolazione dell'Etiopia, afflitta in quel periodo da una disastrosa carestia. Il brano vince il Grammy Award come "canzone dell'anno", come "disco dell'anno", e come "miglior performance di un duo o gruppo vocale pop".
Belafonte è deceduto nella sua casa nell'Upper West Side di Manhattan il 25 aprile 2023 all'età di 96 anni. Il suo portavoce Ken Sunshine ha riferito al New York Times che la causa di morte è stata un'insufficienza cardiaca.[4]
«Per il suo eccellente contributo al sogno di un mondo migliore per tutti, libero da razzismo, povertà e sfruttamento e per il suo contributo globale all'umanitarismo alla musica e alla cinematografia.» — 24 aprile 2007[7]
«Per il suo eccellente contributo alla lotta contro l'oppressione razziale, dedicando la sua vita all'attività umanitaria e per i contributi alle arti della musica e della cinematografia.» — 22 aprile 2008[8]