Lucrezia Gonzaga
Lucrezia Gonzaga (di Gazzuolo) (Gazzuolo, 21 luglio 1522 – Mantova, 11 febbraio 1576) è stata una nobildonna e letterata italiana. BiografiaL'infanziaNobildonna nota per il suo talento letterario,[1] nacque nel castello di Gazzuolo da Pirro Gonzaga, signore di Gazzuolo, membro del ramo secondario dei Gonzaga di Sabbioneta e Bozzolo e da Camilla Bentivoglio (m. 1529), dei signori di Bologna.[2] Trascorse la sua infanzia alla corte paterna, dove dimostrò da subito la dimestichezza con la cultura letteraria, musicale e pittorica. Gazzuolo era frequentata da letterati e uomini d'ingegno come Giovanni Pico della Mirandola,[3] Baldassarre Castiglione e Matteo Bandello.[4] Alla corte di Aloisio GonzagaPersi i genitori nel 1529 ancora bambina, fu affidata alla nonna Antonia del Balzo che, nella primavera del 1538,[5] la trasferì a Castel Goffredo presso la corte dello zio, il marchese Aloisio Gonzaga e affidata all'educazione di Ginevra e Costanza Rangoni, del cugino Lodovico Pico della Mirandola quale istitutore di scienze fisiche[6] e di Matteo Bandello, poeta ospite di corte[7][8] e segretario di Cesare Fregoso, che le insegnò matematica, astronomia, retorica e logica e scrisse poesie in suo onore (Canti XI delle lodi della signora Lucrezia Gonzaga di Gazuolo). Un volume delle sue lettere fu pubblicata a Venezia nel 1552, ma alcune persone credono che l'autore fosse Ortensio Lando e non solo l'editore. MatrimonioAlla morte di Ginevra Rangoni nel 1540, la seconda moglie di Aloisio Caterina Anguissola, non desiderò più a corte Lucrezia[9] che, all'età di 18 anni, fu data in moglie a Giampaolo Manfrone, figlio del condottiero Giulio Manfrone (1490/1492-1526) (a sua volta figlio di Giampaolo Manfrone "Fortebraccio" (1441-1527) ed è nota anche come "Lucrezia Gonzaga Manfrona". Le nozze furono celebrate a Mantova, col consenso del cardinale Ercole Gonzaga, vescovo della città. Dopo le nozze si trasferì col marito, condottiero al servizio della Serenissima, a Fratta[10] presso il palazzo di famiglia, dove creò una piccola corte e divenne ambiziosa amica di Luigi Groto, Girolamo Ruscelli e di Ortensio Lando. Oltre alla poesia e alla letteratura, Lucrezia studiò retorica, filosofia e apprese la musica. Nel luglio 1546 Giampaolo Manfrone venne accusato di cospirare contro il duca di Ferrara, che lo fece arrestare e condannare a morte. Grazie all'intervento di Lucrezia presso vari prìncipi italiani e verso il duca di Ferrara Ercole II d'Este, la condanna fu tramutata in carcere a vita. Le ulteriori suppliche di Lucrezia per la scarcerazione del marito non vennero accolte e Manfrone morì nelle segrete ferraresi il 9 febbraio 1552. A MantovaDopo la scomparsa del marito l'8 febbraio 1552 si trasferì a Mantova, dove incontrò il letterato Luca Contile. Trascorse il resto della vita coltivando la poesia, l'astronomia e la letteratura classica in greco e latino.[11] Assieme al letterato Giovanni Maria Bonardo, intorno al 1555, fondò l'Accademia dei Pastori Fratteggiani.[12] Restando fedele alla memoria dello sposo defunto, Lucrezia rifiutò ogni proposta di matrimonio e adottò quale impresa la figura di una cerva con il motto "Nessun mi tocchi".[13] Morì a Mantova nel 1576. CelebrazioniLucrezia venne celebrata da numerosi poeti e letterati tra i quali: Torquato Tasso, Girolamo Ruscelli, Lodovico Paterno, Diomede Borghesi, Orazio Toscanella, Domenico Veniero. Fu celebrata anche dall'Accademia degli Invaghiti di Mantova, fondata da Cesare I Gonzaga.[14] Il poeta Matteo Bandello ha dedicato a Lucrezia Gonzaga la Novella XXI (Sesto Tarquinio sforza Lucrezia ed è cacciato da Roma) della Seconda parte (1554).[15] DiscendenzaLucrezia e Gianpaolo ebbero quattro figli,[16] tra questi: AscendenzaOpere
Note
Bibliografia
Collegamenti esterni
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