Loparo è considerata il luogo di origine di san Marino che ha dato il nome all'omonima Repubblica, anche se di lui rimangono tracce solo per un grande ritratto all'entrata del paese, il nome di una spiaggia e quello di un campeggio.
Geografia fisica
L'abitato di Loparo è circondato da una folta vegetazione caratterizzata dalla presenza di pini ed arbusti di macchia mediterranea.
Una peculiarità di Loparo è quella di possedere spiagge sabbiose, assenti o quasi nel resto dell'isola e rare nell'intera Croazia. Le spiagge si dividono tra le più affollate Paradiso (detta anche di San Marino, Rajska plaža in croato), l'adiacente Livačina e Kastelina, e le tranquille Stolac, Sahara, Dubac-Sturic e Ciganka. In buona parte di queste è consentito il naturismo.
Una strada collega Loparo ad Arbe, capoluogo dell'isola omonima passando per una valle, un tratto panoramico ed altri centri abitati.
Nelle immediate vicinanze si trova l'isola Calva, dove nel 1948 fu istituito un campo di concentramento per "rieducare" gli oppositori al regime titino. L'isola venne successivamente riutilizzata come carcere per criminali comuni fino al 1988 quando il carcere venne chiuso definitivamente, oggi è visitabile, anche se in stato di completo abbandono.
Sulla vicina isola di san Gregorio ,invece, era situato il campo di concentramento per le donne.
Società
Etnie e minoranze linguistiche
La spiaggia "Livačina" sulla costa meridionale della penisola di Loparo.
La spiaggia di Ciganka, sabbiosa, poco affollata e riservata ai nudisti.
Il comune di Loparo è costituito da un solo insediamento (naselje):
Loparo (Lopar), sede comunale
Note
^Dario Alberi, Dalmazia. Storia, arte, cultura, Lint Editoriale, Trebaseleghe (PD) 2008, p. 468.
^Touring Club Italiano, Istria, Quarnaro, Dalmazia. Escursioni, sport, divertimenti, enogastronomia, arte e cultura, Touring Editore, Milano 2004, ISBN 9788836530441.
^Luigi Fulvi, Le fanterie di marina italiane, 2ª edizione, Ufficio storico della Marina militare, 1998, p. 132.
^Atti del XIV congresso di storia dell'architettura, Centro di studi per la storia dell'architettura, 1972, p. 288.