Il nome comune italiano della pianta, catalogato nel genere Vandellia, fu dato per riconoscimento dell'opera dello scienziato naturalista Domenico Agostino Vandelli che per primo ne diede pubblica ed accademica catalogazione scientifica.[2][3]
Etimologia
Il nome generico (Lindernia) è stato dato in onore del botanico tedesco Franz Balthasar von Lindern (1682-1755)[4]; quello specifico (procumbens) fa riferimento agli steli prostrati, distesi a terra o procombenti di questa pianta.[5][6]
Il nome scientifico della specie è stato definito inizialmente dal botanico slesiano-boemo Anton Johann Krocker (1744-1823), perfezionato successivamente dal botanico contemporaneo David Philcox (1926-2003) nella pubblicazione "Taxon; Official News Bulletin of the International Society for Plant Taxonomy. Utrecht - 14(1): 30. 1965" del 1965.[7]
Queste piante arrivano ad una altezza massima di 5 – 20 cm. La forma biologica è terofita scaposa (T scap), ossia in generale sono piante erbacee che differiscono dalle altre forme biologiche poiché, essendo annuali, superano la stagione avversa sotto forma di seme e sono munite di asse fiorale eretto e spesso privo di foglie.[9][10][11][12]
La parte aerea del fusto è prostrata e ascendente. La ramosità in genere è nella parte inferiore del fusto. Il fusto nelle maggioranza delle specie ha una sezione quadrangolare a causa della presenza di fasci di collenchima posti nei quattro vertici.
Foglie
Le foglie si dividono in basali e cauline. Quelle basali sono raccolte in una rosetta ed hanno delle lamine intere (non lobate) ellittico-spatolate. Quelle cauline sono sessili e disposte in modo opposto (a 2 a 2 e ogni verticillo è ruotato di 90° rispetto a quello sottostante); le lamine hanno delle forme da ellittiche a più o meno lanceolate, i bordi sono interi e l'apice è ottuso o arrotondato. La superficie è glabra, a parte sui bordi e sulle nervature (3 - 5 venature parallele dalla base a disposizione longitudinale) per brevi setole ghiandolari. Dimensione delle foglie cauline: larghezza 3 – 12 mm; lunghezza 7 – 25 mm.
Infiorescenza
Le infiorescenze sono formate da verticilli ascellari sovrapposti di fiori solitari (1 o 2) lungamente peduncolati (i peduncoli sono più lunghi delle foglie ascellanti) e cleistogami. Ogni verticillo poggia su due grandi brattee fogliose (o semplicemente delle foglie) lievemente staccate dall'infiorescenza vera e propria. Le brattee del verticillo seguente sono disposte in modo alternato. Le bratteole sono assenti. Lunghezza del peduncolo: 5 – 15 mm.
Formula fiorale. Per la famiglia di queste piante viene indicata la seguente formula fiorale:[12]
X, K (4-5), [C (2+3), A 2+2] G (2), (supero), capsula
Calice: il calice, gamosepalo e più o meno attinomorfo, è normalmente formato da 5 profonde lacinie lineari uguali. Il tubo del calice, a forma da tubolare a campanulata, presenta alcune venature superficiali pubescenti. Lunghezza delle lacinie: 3 – 4 mm.
Corolla: la corolla, subgamopetala e più o meno zigomorfa, ha la forma di un tubo cilindrico allungato, terminante con due labbra formate da 5 lobi (2 lobi appena visibili per il labbro superiore e 3 lobi più evidenti per quello inferiore). All'interno della gola sono presenti dei peli ghiandolari (caratteristica comune a molte "labiate" che ha lo scopo di impedire l'accesso ad insetti più piccoli e non adatti all'impollinazione[13]). I colori variano dal bianco al rosa. Lunghezza della corolla: 2 – 4 mm.
Androceo: l'androceo possiede quattro stamididinami, tutti fertili, adnati e inclusi nella corolla. Un paio di filamenti (quelli abassiali) possono essere genicolati (ginocchiati a forma di "Z"). Le antere sono toccanti a 2 a 2 e con due teche sporgenti e mucronate oppure con una sola teca. A volte il tessuto connettivo nella parte bassa della teca forma uno sperone. La deiscenza è longitudinale. I granuli pollinici sono 3-5-colpati.
Gineceo: l'ovario è globoso oppure a forma deltata-ovoide ed è supero bicarpellare (formato da due carpelli. I loculi sono 2 e internamente possono essere pelosi. Lo stilo è unico con stigmasessile o irregolarmente bilobato. Lo stigma è sensibile. Lunghezza dello stilo: 1 - 1,5 mm.
Fioritura: da giugno a settembre.
Frutti
Il frutto è una capsula ellissoide setticida o tipo porocida. I semi (piccoli e numerosi) non hanno l'endospema; la forma è leggermente poligonale o ondulata in sezione trasversale e la superficie è più o meno liscia o solo appena solcata. Dimensione della capsula: 3 – 5 mm.
Riproduzione: la fecondazione avviene fondamentalmente tramite l'impollinazione dei fiori (vedi sopra).
Dispersione: i semi cadendo a terra (dopo essere stati trasportati per alcuni metri dal vento – disseminazione anemocora) sono successivamente dispersi soprattutto da insetti tipo formiche (disseminazione mirmecoria).[10]
Habitat: l'habitat tipico per questa pianta sono le zone fangose, i suoli umidi, le paludi e gli arginelli. Il substrato preferito è calcareo ma anche siliceo con pH neutro, alti valori nutrizionali del terreno che deve essere bagnato.
Distribuzione altitudinale: sui rilievi queste piante si possono trovare fino a 300 ms.l.m. (fino a 1.200 ms.l.m. in Asia[11]); frequentano quindi i seguenti piani vegetazionali: collinare e quello planiziale – a livello del mare.
Fitosociologia
Dal punto di vista fitosociologico alpino Lindernia procumbens appartiene alla seguente comunità vegetale:[15]
Formazione: delle comunità terofitiche pioniere nitrofile.
Classe: Isoeto-Nanojuncetea
Ordine: Nanocyperetalia flavescentis
Alleanza: Nanocyperion flavescentis
Tassonomia
La posizione tassonomica della famiglia di appartenenza di questa specie (Linderniaceae) è stata a lungo ambigua. Tradizionalmente la Lindernia procumbens veniva descritta all'interno della famiglia Scrophulariaceae. Più recentemente è stata posizionata nella tribù Lindernieae Richb. (inclusa nella famiglia Veronicaceae, sottofamiglia Gratioloideae (Benth.) Luerss.)[10] nell'ordine delle Scrophulariales (secondo il "Sistema Cronquist"). Più recentemente ancora è stata descritta nella famiglia Plantaginaceae.[12] Attualmente con i nuovi sistemi di classificazione filogenetica (classificazione APG), con le analisi del DNA, tutte le specie del genere Lindernia sono state descritte nella nuova famiglia (Linderniaceae) e assegnata all'ordine delle Lamiales, cambiando anche i livelli tassonomici superiori.[10][17][18]
^Fasciculus Plantarum cum novis generibus et speciebus. Ibi, ex Typ. Regia 1771.
^Diccionario dos termos technicos de Historia Natural, extrahidos das obras de Linnêo, com sua explicação e estampas abertas em cobre, para facilitar a intelligencia dos mesmos, Coimbra, na R. Of fic. da Univ. 1788.
^Botanical names, su calflora.net. URL consultato il 30 novembre 2017.
^Botanical names, su calflora.net. URL consultato il 30 novembre 2017.