All'inizio, essa prese le distanze dalle creazioni letterarie degli scrittori affermati dell'epoca (Paul Bourget e Anatole France, ad esempio). Nell'agosto 1914 si decise di sospendere la pubblicazione a causa della guerra in atto. Progressivamente, ma abbastanza rapidamente, essa era divenuta per autonomia artistica e per qualità formale la rivista letteraria di riferimento, tanto che occupò un ruolo guida nei dibattiti della società francese tra le due guerre, pubblicando per esempio i primi testi di André Malraux e di Jean-Paul Sartre.
Proibita dopo la Liberazione per collaborazionismo, essa riapparve a partire dal 1953. Se si esclude il periodo di occupazione nazista di Parigi, quando una buona parte della redazione si è rifugiata fuori città, il numero anni più lungo è quello con la direzione continua di Jean Paulhan che in qualche modo, pur schivo di carattere, è il personaggio che ha animato il dibattito letterario francese del XX secolo.
Se oggi ha perso parte della sua influenza, essa resta un'istituzione, la quale ha fatto da modello invalicabile per tutte le riviste letterarie create successivamente. Il n. 588 del febbraio 2009 ha celebrato i cento anni (Le siècle de la NRF). Per lungo tempo mensile, La Nouvelle Revue française è divenuta dal 1999 trimestrale.
Direttori
Più che direttori responsabili (non sempre coincidenti con i nomi a seguire), bisognerebbe parlare di capo-redattori:
dopo 352 numeri (dopo la prima guerra regolarmente ripresi dal n. 69) la rivista cessa le pubblicazioni per collaborazionismo nel novembre 1944; alla nuova ripresa, nel gennaio 1953 la numerazione riparte dal n. 1)