Jacques-Emile Sontag

Jacques-Emile Sontag, C.M.
arcivescovo della Chiesa cattolica
 
Incarichi ricoperti
 
Nato6 giugno 1869 a Dinsheim-sur-Bruche
Ordinato presbitero8 giugno 1895
Nominato arcivescovo13 luglio 1910 da papa Pio X
Consacrato arcivescovo28 agosto 1910 dall'arcivescovo Léon-Adolphe Amette
Deceduto31 luglio 1918 (49 anni) a Urmia
 

Jacques-Emile Sontag (Dinsheim-sur-Bruche, 6 giugno 1869Urmia, 31 luglio 1918) è stato un arcivescovo cattolico e missionario francese.

Biografia

Jacques-Emile Sontag nacque a Dinsheim-sur-Bruche il 6 giugno 1869 in una famiglia di semplici agricoltori.

Formazione e ministero sacerdotale

Nel 1883 entrò nella Congregazione della missione. Studiò presso la scuola lazzarista Notre-Dame de Prime-Combe nel Gard e poi a Parigi.

L'8 giugno 1895 fu ordinato presbitero. Lo stesso anno venne inviato a Urmia, in Persia, come insegnante di francese. Si unì così alla missione lazzarista attiva in Persia dal 1840.[1] Nel 1897 assunse la direzione della casa lazzarista di Teheran che sviluppò notevolmente fino al 1910 nonostante i disordini politici della rivoluzione del 1909. Per tutti gli anni della sua presenza in Persia, fu vicino agli assiro-caldei presenti in queste regioni dall'alba del cristianesimo.[2]

Ministero episcopale

Il 13 luglio 1910 papa Pio X lo nominò arcivescovo di Ispahan e delegato apostolico in Persia. Ricevette l'ordinazione episcopale il 28 agosto successivo a Parigi dall'arcivescovo metropolita di Parigi Léon-Adolphe Amette, co-consacranti il già delegato apostolico in Persia Hilarion Joseph Montéty Pailhas e il vescovo di Orano Edouard-Adolphe Cantel.

Il suo episcopato fu turbato da eventi esterni e interni al paese. Nonostante ciò, si sforzò di sviluppare scuole, orfanotrofi, dispensari, ospizi, chiese, il seminario caldeo di Khosrowa, la tipografia di Urmia e incoraggiò l'apprendimento della lingua aramaica. Uno dei suo dialetti, il siriaco, viene usata nella liturgia dagli assiro-caldei.

Nel 1911, le truppe russe, approfittando della crisi del potere persiano, presero possesso del nord-ovest persiano, l'Azerbaigian iraniano. Dopo il loro ingresso in guerra i turchi condussero offensive contro i russi che finirono per evacuare la regione di Urmia e Salmas il 1º gennaio 1915. Immediatamente, le truppe ottomane e gli irregolari curdi occuparono questa regione tra il 4 gennaio e il 15 maggio dello stesso anno.

Quando scoppiò la prima guerra mondiale, monsignor Sontag era appena tornato a Urmia dopo un viaggio in Europa. Testimoniò le atrocità commesse nella regione di Urmia-Salamas riassumendole con questa frase "La nostra cristianità ha rivisto i giorni di Decio".[3] Il dottor Johannes Lepsius,[4] i padri domenicani Jacques Rhétoré, Marie-Dominique Berré, Hyacinthe Simon e molte altre personalità, diplomatici, scrittori, giornalisti scrissero sulla questione del genocidio assiro o assiro-caldeo perpetrato dalle forze ottomane e curde nel 1915 nel loro territorio e in questa regione della Persia nordoccidentale.[5]

Nel luglio del 1918, Urmia fu nuovamente occupata dalle truppe ottomane e dagli irregolari curdi. Il 27 luglio fu dato l'assalto alle missioni. A questo proposito nel luglio del 1921 scrisse G. Latouche: "Mons. Sontag, delegato apostolico, fu per primo braccato e fucilato. Poco dopo mons. Thomas Audo, arcivescovo di Urmiah, subì la stessa sorte. Furono massacrati anche i nostri missionari e il clero assiro-caldeo, che esercitavano la carica di clero nativo; poi è stata la volta dei fedeli [...]".[6] Monsignor Sontag venne fucilato e morì martire il 31 luglio 1918 all'età di 49 anni.[7] Venne giustiziato con il vescovo e studioso assiro-caldeo Thomas Audo, diversi sacerdoti e tanti fedeli. La stampa francese mise in evidenza la persecuzione in numerosi giornali e riviste come La Croix, Le Rappel, L'Univers, Le xixe siècle, Le Journal des Débats politiques et littéraires, Le Gaulois e Le Temps.[8]

Memoria

La corrispondenza di monsignor Sontag è conservata dai padri lazzaristi a Parigi nei loro archivi.[9]

Anche di recente, la memoria di monsignor Sontag è stata onorata. Il quotidiano L'Alsace il 17 settembre 2016 titolava: "Mons. Sontag, martire dei cristiani d'Oriente".[10]

Documenti

Parte della corrispondenza di monsignor Sontag è stata pubblicata negli Annales de la Congrégation de la Mission e in raccolte di lettere edificanti scritte dai sacerdoti di questa congregazione e dalle Figlie della carità di San Vincenzo de' Paoli.[11].

Aristide Châtelet scrisse diversi articoli nella Revue d'Histoire des Missions sulla missione lazzarista in Persia che trattano del periodo in cui monsignor Sontag era attivo nel paese.

La testimonianza di monsignor Pierre Aziz Ho, eparca di Salmas, venne raccolta da Joseph Naayem nella sua opera del 1921 Shall this nation die?, New York, Chaldean Rescue, con prefazione di James Bryce.

Causa di beatificazione

Il 6 gennaio 2021 si è aperto a Parigi la causa di beatificazione di monsignor Jacques-Emile Sontag e dei padri vincenziani François Miraziz, Mathurin L'Hotellier e Nathanaël Dinkha, morti in Iran nel 1918.[12]

Genealogia episcopale

La genealogia episcopale è:

Note

  1. ^ (FR) Aristide Châtelet, La Mission lazariste en Perse, in Revue d'Histoire des Missions, Parigi, 1934.
  2. ^ (FR) Raymond Lecoz, Histoire de l'Eglise d'Orient, Parigi, Editions du Cerf, 1995, p. 448.
  3. ^ (FR) Jacques-Emile Sontag, Lettre du 25 janvier 1915, in Annales de la Congrégation de la Mission, vol. 80, Parigi, 1915, p. 528.
  4. ^ (FR) Johannès Lepsius, Rapport secret sur les massacres d'Arménie, Parigi, Payot, 1919, p. 332.
  5. ^ (FR) Naayem Joseph, Les Assyro-Chaldéens et les Arméniens massacrés par les Turcs, Parigi, Bloud & Gay, 1920.
  6. ^ (FR) G. Latouche, Les persécutions en Perse, in Le Gaulois, 26 luglio 1921.
  7. ^ (FR) Mgr Sontag, l'enfant de Dinsheim, honoré, su alsace.catholique.fr, 3 settembre 2018. URL consultato il 18 maggio 1921 (archiviato dall'url originale il 18 maggio 2021).
  8. ^ (FR) Les massacres d'Ourmiah, in Le Temps, 17 settembre 1918.
  9. ^ Comunità dei lazzaristi, 95 rue de Sèvres, 75015 Parigi.
  10. ^ (FR) Hervé de Chalendar, Mgr Sontag, martyr des chrétiens d'Orient, in L'Alsace, 17 settembre 2016.
  11. ^ Questa rivista è consultabile nel sito web della DePaul University: http://via.library.depaul.edu/annales/
  12. ^ Andrea Gagliarducci, Martiri francesi di Iran, cominciata la Causa di Beatificazione, su acistampa.com, 16 febbraio 2021. URL consultato il 18 maggio 2021.

Bibliografia

  • (FR) Joseph Alichoran, Jacques-Emile Sontag, le Bon Pasteur qui partagea le sort tragique des Assyro-Chaldéens d'Ourmiah (Perse), in Peuples du monde, n. 348, luglio-agosto 2011.
  • (FR) Joseph Eyler, Monseigneur Sontag, Martyr en Perse. Prefazione di Raymond Facelina, Mutzig, 1996, p. 164.
  • (FR) Laroche-Angedard Marie-Angélique, Mémoire de Maîtrise, Biographie de Jacques-Emile Sontag, Missionnaire lazariste et Délégué apostolique en Perse, Université de Paris III, 1996.
  • (FR) Laroche-Angedard Marie-Angélique, Les Missionnaires Lazaristes en Perse de 1840 à 1910, Université de Paris III, 1999.
  • (FR) Eugène Griselle, Syriens et Chaldéens, leurs martyres, leurs espérances, 1914-1917, Parigi, Bloud & Gay, 1918.
  • (FR) Florence Hellot-Bellier, Chroniques de massacres annoncés, les Assyro-Chaldéens d'Iran et du Hakkari face aux ambitions des Empires, 1896-1920, Parigi, Geuthner, 2014.
  • (FR) Missionen der Augustiner von Maria Himmelfahrt, Der Papst für den Orient, n. 3-3, luglio-agosto 1920, pp. 34-36.
  • (FR) Jacques Rhétoré, Les chrétiens aux bêtes. Studio e presentazione di joseph Alichoran, Parigi, Éditions du Cerf, 2005.
  • (FR) Jacques Rhétoré, Marie-Dominique Berré e Hyacinthe Simon, Nous avons vu l'enfer, Parigi, Éditions du Cerf, 2015.
  • (FR) Joseph Yacoub, Qui s'en souviendra? 1915: le génocide assyro-chaldéo-syriaque, Parigi, Éditions du Cerf, 2014.
  • (EN) Joseph Yacoub, Year of the Sword. The Assyrian christian genocide; A History, Londra, Hurst and Co, Oxford University Press, 2016.

Altri progetti

Collegamenti esterni

Predecessore Arcivescovo di Ispahan Successore
François Lesné, C.M.
(amministratore apostolico)
13 luglio 1910 - 27 luglio 1918 Agostino Dolci
(amministratore apostolico)