Gaio Petronio Ponzio Nigrino
Gaio Petronio Ponzio Nigrino (in latino: Gaius Petronius Pontius Nigrinus; 2 a.C. circa – dopo il 37) è stato un magistrato e senatore romano, console dell'Impero romano. BiografiaDal nome di Nigrino è assai probabile[1][2][3][4][5] che egli appartenesse in origine alla gens dei Pontii Nigrini, e in particolare che fosse figlio del praetor aerarii del 20 Lucio Ponzio Nigrino[6][7], e che poi sia stato adottato da un Gaio Petronio, con ogni probabilità il console suffetto del 25[8]. È incerto il legame di parentela con il Ponzio Labeone[9] menzionato come fratello di un Ponzio Nigrino[10]: non si sa se questo fosse il padre biologico di Nigrino o Nigrino stesso[4][6][9][11]. Della carriera di Nigrino quasi nulla è noto, ad eccezione del suo consolato, che egli ricoprì insieme a Gneo Acerronio Proculo come ordinario per il primo semestre del 37[12][13][14][15][16][17][18][19][20][21]. Nigrino e Proculo, dopo la morte di Acuzia (ex moglie di Publio Vitellio)[19], il litigio tra Decimo Lelio Balbo e Giunio Otone[19], l'accusa contro Albucilla che coinvolse gli illustri Gneo Domizio Enobarbo, Gaio Vibio Marso e Lucio Arrunzio[19][22], il suicidio dello stesso Arrunzio[22][23], l'imprigionamento di Albucilla[22][23], la relegazione dell'ex-pretore Carsidio Sacerdote[23], l'espulsione dal senato di Ponzio Fregellano[23] e l'espulsione con relegazione di Decimo Lelio Balbo[23], il suicidio di Sesto Papinio Allenio e l'esilio della madre[24], si trovarono a fare i conti con la morte di Tiberio a marzo[15][20][25][26] e il suo funerale ad aprile[15][27][28][29], con l'ascesa di Caligola coadiuvata da Macrone e dai suoi pretoriani e dall'annullamento del testamento di Tiberio[12][15][18][30][31], e con la morte di Antonia minore[15][32][33]. Il nuovo princeps, però, permise loro di rimanere in carica fino al consueto termine semestrale per poi assumere egli stesso a luglio il consolato insieme allo zio Claudio[15][16][34][35]. Nigrino, dopo il suo consolato, scompare dalla storia: non sembra infatti essere lui il Publio Petronio citato come vittima di Nerone con il crimine di cospirazione, ma piuttosto Publio Petronio Nigro[4][36][37], forse suo figlio e ritenuto talvolta identico all'autore del Satyricon[38][39]. Note
Bibliografia
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