Fasti ostiensesI Fasti ostienses sono fasti, elenchi di consoli, amministratori e gli eventi più importanti, ritrovati in forma frammentaria a Ostia antica a partire dal 1802, e relativi ad avvenimenti del periodo che va dal 49 a.C. al 175 d.C. .[1] Si tratta delle fonte epigrafica più importante ritrovata ad Ostia, conservata nel museo ostiense e, per alcuni frammenti, in diversi musei internazionali.[2] RitrovamentiIl primo ritrovamento risale al 1802 ad opera di Giuseppe Petrini, che si riferiva all'81-82 d.C., e al 91-92 d.C.; il frammento fu quindi analizzato da Carlo Fea, che per primo ne riconobbe la natura, se nel 1820 lo pubblico con il titolo di Frammenti dei Fasti Consolari e Trionfali. Il ritrovamento di un secondo framemmento è del 1828 e si deve a C. Cardinali che subito lo ricondusse ai Fasti identificati dal Fea.[2] DescrizioneIl luogo pubblico di Ostia, la città portuale di Roma, dove più probabilmente erano esposti i Fasti ostienses era il tempio di Vulcano, il dio protettore della città.[4] Per ogni anno, sono riportati i nomi dei consoli, seguiti dagli avvenimenti fondamentali di importanza nazionale, dai nomi dei duoviri locali e, talvolta, dagli eventi locali.[5] Le lastre di marmo su cui erano stati incisi i fasti furono smantellate e utilizzate per altri scopi, nella tarda antichità o già prima, sotto il dominio dei Severi.[4] IscrizioniDi seguito sono riportate alcune delle iscrizioni riportate nei Fasti ostienses.
EDR121671, Q(uintus) Antonius Cas]sian[us ---] / [--- L(ucius) Annius] Fabianus [---] / [---] Pharasman[es rex Iberorum --- cum filio] / 5 [---]e et uxore Phr[---, cui Imp(erator) Antoninus Aug(ustus) regnum] / [amplius] reddidit. V k(alendas) Apr(iles) [---] /[---]I non(as) Mai(as) diem [qua ---] / [---]vit gladiat[orum pp. ---] / [---]MXI[---]. Note
Bibliografia
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