Ferrovia Principe-Granarolo
La ferrovia Principe-Granarolo (talvolta citata impropriamente come funicolare o come tranvia a causa delle caratteristiche costruttive[1]) è una ferrovia a cremagliera che corre nel territorio urbano della città di Genova, collegando via del Lagaccio, nei pressi della stazione ferroviaria di Genova Piazza Principe, alle alture di Granarolo. È gestita da AMT come impianto speciale, alla stregua degli altri impianti verticali cittadini. StoriaConcessa nel 1896 alla Società Anonima Genovese per le ferrovie di Montagna[2] costituitasi il 4 settembre di tale anno[1], la ferrovia fu realizzata tra il 1898 e il 1900, su progetto firmato dagli ingegneri Ratti e Saligeri[1] entrando in servizio il 1º gennaio 1901[3]. Lo scopo della ferrovia era di rendere maggiormente remunerativa la lottizzazione dei terreni collinari intorno a Granarolo. La ferrovia ebbe una storia travagliata: la sua inaugurazione, prevista per il 1899, fu rinviata al 1901 a causa di un incidente avvenuto durante il collaudo della linea nel quale morirono alcuni tecnici[3]. Al momento della sua inaugurazione, lungo il percorso erano presenti solo 3 stazioni: Principe (stazione inferiore), Cambiaso (intermedia) e Granarolo (stazione superiore). Nel 1902 la società concessionaria fu messa in liquidazione a causa della passività del bilancio; subentrò quindi la ditta De Bernardi & C., che a sua volta si sciolse nel 1907. A gestire la linea fu quindi Luigi Parodi, già azionista delle due precedenti società, che mantenne il ruolo fino alla morte, avvenuta nel 1918. Con la morte di Parodi la linea chiuse, riaprendo nel 1922 con la cessione della stessa al Comune di Genova, il quale la affidò nel 1923 al Consorzio Nazionale Cooperative Combattenti[4]. L'impianto riaprì il 5 marzo 1923: venne costruito un nuovo fabbricato in muratura per la stazione a valle di Principe e sul percorso venne aggiunta la fermata di Via Napoli. Nel 1929, a causa di un grave incidente, gli stabilimenti Piaggio di Sestri Ponente ricostruirono e ammodernarono le due vetture del parco rotabili originale[1][4]. La concessione passò quindi nel 1934 all'Azienda Autonoma Autobus, e l'anno successivo all'Unione Italiana Tramways Elettrici (UITE), che gestiva la rete tranviaria del capoluogo ligure[5]. Nel 1950 venne ricostruita la stazione di Granarolo, che comportò lo spostamento del capolinea superiore circa 20 metri più a monte. Nel 1964 la UITE venne municipalizzata e ribattezzata AMT, alla quale venne affidata nel 1965 la gestione dell'impianto. Nel 1971 furono sostituiti gli impianti di alimentazione e la sottostazione elettrica; nel 1976 fu sostituito tutto l'armamento, con l'esclusione della rotaia "dentata", e furono eseguite alcune modifiche alle vetture. Nello stesso periodo vennero aggiunte 2 stazioni intermedie (Centurione e Chiassaiuola) e venne ricostruita la stazione di Via Napoli, che assunse la denominazione odierna (Via Bari). All'inizio del 1993 le due vetture furono sottoposte a interventi di ricostruzione e messa a norma. Entrambe rientrarono in servizio nella primavera dello stesso anno. Nel 2003 il servizio fu limitato al solo tratto a valle: Principe - Via Bari, a causa dell'instabilità di alcuni muri di contenimento del tratto superiore della linea (Via Bari - Granarolo). Nel marzo 2011, grazie a un finanziamento regionale, vennero eseguiti importanti interventi di consolidamento e ammodernamento del tratto superiore della linea ricostruendo e rinforzando i muri di sostegno, sostituendo tutto l'armamento, creando un nuovo camminamento di servizio in mattoni lungo il percorso da Granarolo a Via Bari, e ricostruendo totalmente la linea aerea. Furono, inoltre, realizzate tre nuove stazioni (Salita San Rocco, Salita Granarolo e Via Bianco) e adeguate le esistenti all'uso dei portatori di handicap. Nell'intervento fu inoltre sostituita l'originaria cremagliera, di tipo svizzero Riggenbach, installata nel 1898 e rimasta in funzione inalterata da allora,[6] con una di tipo svizzero Von Roll, operazione che ha implicato anche interventi sulle due vetture, dai quali solo la n. 1 rientrò a Granarolo. Il 13 novembre 2012[7] la linea riaprì sull'intero percorso, riscoprendo così anche la sua importante vocazione turistica. Già dal 2012 però, gli interventi effettuati alla vettura 1 si rivelarono di scarsa qualità tecnica, tanto che nel 2018 si rese necessario un importante intervento di manutenzione al telaio e agli assi motori, seguito da una lunga fase di test e pre-esercizio. Nel frattempo la vettura 2, la quale avrebbe dovuto essere restaurata assieme alla vettura 1, rimase coinvolta nel fallimento delle Officine di Arquata Scrivia (assieme a lei anche l'elettromotrice A4 della FGC che poi fu parzialmente demolita). Nel 2014 la situazione si sbloccò e tramite gara vennero assegnati i lavori alla ditta De Luca S.p.A..Per questa vettura si decise di effettuare un revamping più radicale, con l'introduzione dell'elettronica per la gestione degli organi di trazione, oltre al già preventivato restauro. Il 12 marzo 2019 la vettura 2 arrivò a Genova con un trasporto eccezionale e nella notte compresa tra il 14 e il 15 aprile viene posizionata in linea con l'ausilio di un'autogru[8]. La mattina seguente venne trasferita nell'officina di Granarolo dove iniziarono le operazioni di messa a punto. A fine giugno 2019 partirono i lavori di ristrutturazione della stazione superiore a Granarolo, che prevede un rinnovamento dei locali tecnici, l'ingrandimento dell'officina e il rifacimento delle facciate esterne. Nel maggio 2021 la stazione di Principe venne chiusa per iniziare i lavori di ristrutturazione, il cui obbiettivo principale era permettere l'accesso alla banchina anche alle persone con handicap. Il servizio della Ferrovia venne quindi limitato alla tratta San Rocco-Granarolo. A giugno 2021, approfittando della temporanea chiusura della stazione a valle, AMT attivò un cantiere per l'intera tratta inferiore, limitando il servizio alla tratta Via Bari-Granarolo: essendo l'armamento e la catenaria in pessime condizioni, era necessario effettuarne la manutenzione e la parziale sostituzione. Tali interventi, dal costo complessivo di 490.000 euro, vennero finanziati dalla Regione e dall'Unione Europea. I lavori vennero appaltati ad agosto, iniziando con due mesi di ritardo[9][10]. Ad aprile 2021 venne reso noto lo stato della vettura 2, accantonata per due anni in deposito[11]: sembra che la vettura avesse riscontrato problemi durante la messa a punto per quanto riguarda la parte elettronica ed i freni a contrappeso, cosa per la quale è stato necessario testarla circa 1000 volte durante le ore notturne. Terminati dopo sei mesi i lavori nel tratto inferiore, la linea riapre sull'intero percorso il 1º dicembre 2021[12]. Il 2 dicembre 2021 la giunta Regionale ha approvato l'erogazione di 7,6 milioni di euro da destinare alla messa in sicurezza dell'impianto[13]: verranno effettuati lavori di ammodernamento sulla tratta Principe-Bari ed installato un sistema di videosorveglianza. Inoltre, attingendo 3,5 milioni dallo stesso finanziamento, verrà acquistata una terza vettura. A seguito di un guasto all'impianto frenante, la vettura 1 viene fermata[14] e successivamente ricoverata in deposito per la manutenzione. Il 4 gennaio 2022, dopo 18 anni di fermo la vettura 2 è tornata in servizio, sostituendo la vettura 1. Ad oggi (novembre 2022) entrambe le vetture svolgono regolare servizio sulla linea. La linea
La linea è costituita da un solo binario a scartamento ridotto da 1200 mm, con raddoppio nel punto mediano per consentire gli incroci. Il dislivello, pari a 194 metri, è coperto con un percorso lungo 1,136 km caratterizzato da una pendenza media del 16% e una pendenza massima del 21,4%. La vettura viaggia alla velocità di 2 m/s (pari a 7,2 km/h) e ha la portata di 45 passeggeri totali. La cremagliera, originariamente del tipo Riggenbach, dal 2012 è stata sostituita dal tipo Von Roll. L'alimentazione elettrica è in corrente continua alla tensione di 600 V mediante linea aerea di contatto. Percorso e StazioniSul tracciato si trovano nove fermate: Principe, Salita San Rocco, Centurione, Bari, Cambiaso, Salita Granarolo, Chiassaiuola, Via Bianco, Granarolo. Le stazioni di Salita Granarolo, Via Bianco e Salita San Rocco vennero costruite in occasione dei lavori di ristrutturazione del 2012[15]. La quota del capolinea inferiore è di 25 metri s.l.m., mentre quello di Granarolo è situato a 220 metri s.l.m.[1] Le pendenze massime del percorso vengono raggiunte in Salita San Rocco (nel tratto iniziale) e in Salita Superiore di Granarolo (nel tratto finale). La vettura effettua sosta obbligata solo ai due capolinea, mentre per le altre stazioni la fermata è a richiesta. Mentre i capilinea sono dotati di un fabbricato viaggiatori, le sette fermate intermedie sono costituite da una semplice banchina scoperta. Negli anni '70 in ogni stazione erano state installate delle pensiline di attesa, poi rimosse durante la ristrutturazione del 2012. DepositoIl deposito è sito a Granarolo, all'interno del fabbricato del capolinea superiore. È costituito da un unico binario ed ha un'officina (dotata di fossa ispettiva) di dimensioni molto ridotte, la quale può alloggiare una sola vettura per volta. Caratteristiche del materiale rotabileLe due vetture utilizzate sono ancora oggi le stesse della dotazione originaria, costruite nel 1901 dall'azienda torinese Diatto[16], come vetture di derivazione tramviaria. La cassa esterna era infatti molto simile a quella di un tram, squadrata, senza porte né finestrini. I mezzi hanno tuttavia subito nel corso degli anni diverse modifiche e interventi di restauro:
Caratteristica peculiare delle vetture sono le ruote: quelle di un lato sono piane e larghe (ruota di appoggio), mentre quelle dell'altro hanno un doppio bordino (ruota di guida). La ruota col doppio bordino guida la vettura durante gli incroci che avvengono su scambi privi di parti mobili analoghi a quelli delle funicolari; essa percorre la rotaia esterna durante l'incrocio mentre la ruota di appoggio con la sua larghezza è in grado di mantenere il veicolo appoggiato sulle rotaie nonostante le interruzioni presenti nel deviatoio. Con due vetture in servizio, queste hanno le ruote di guida ciascuna su una diversa rotaia per potersi incrociare. Ipotesi di sviluppoAnalogamente alla funicolare Zecca-Righi, la ferrovia Principe-Granarolo ha una vocazione sia pendolare che turistica, in quanto collega una zona limitrofa al Porto con le alture della città. In questo ambito, nel tempo è stato proposto da alcuni cittadini di prolungare la linea più a monte, in modo da raggiungere la zona dei Forti di Genova. Tale infrastruttura, tuttavia, presenta una capienza e una velocità di esercizio troppo basse per sostenere flussi consistenti di turisti. Altri progetti, non ufficiali, proponevano di prolungare la linea a valle di circa 200 m, dall'attuale capolinea di Via Lagaccio alla sottostante Via Doria, in modo da permettere un interscambio diretto con la vicina stazione ferroviaria di Piazza Principe e la stazione Principe della metropolitana. Nei mediaLa ferrovia è uno dei simboli di Genova, ragion per cui è stata citata in diversi film. Nel 2021 è stata utilizzata come set cinematografico durante le riprese della serie TV poliziesca Blanca, ambientata nel capoluogo ligure e nei dintorni[17], con protagonista Maria Chiara Giannetta. Galleria d'immagini
Note
Bibliografia
Voci correlateAltri progetti
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