Noris nacque a Verona da una famiglia di origine irlandese, e fu battezzato con il nome di Hieronymus (Girolamo), da Alessandro e da Caterina Manzana. All'età di quindici anni fu mandato a studiare al collegio dei gesuiti di Rimini, e in quella città entrò nel noviziato degli Eremitani di Sant'Agostino, OESA, dove prese il nome di Enrico. Il Padre Assistente del suo Ordine in Italia, Celestino Bruni, rimase colpito dall'erudizione del giovane e lo raccomandò all'attenzione del Padre Generale, Fulgenzio Petrelli (1645-1648).[1] Noris fu mandato a studiare teologia presso lo studio generale dell'Ordine di Sant'Agostino a Roma. Visse nella casa del suo Ordine in compagnia di alcuni studiosi di storia secolare ed ecclesiastica, tra i quali il confratello Christian Wulf (Lupus), che esercitò sul giovane Noris una profonda influenza. Insegnò scienze sacre nelle case dell'ordine[2] a Pesaro, Perugia e Padova.[3]
A Padova completò la sua Historia Pelagiana e la Dissertatio de Synodo V oecumenica, due opere che, prima e dopo la sua morte, suscitarono un vespaio di polemiche.[4] Furono stampate a Padova insieme alle Vindiciae Augustinianae nel 1673, dopo essere state approvate da una commissione speciale a Roma. Noris stesso andò a Roma per rendere conto della sua ortodossia davanti alla commissione, e si guadagnò la stima dell'assessore della Congregazione del Sant'Uffizio, mons. Girolamo Casanate.[5]
Papa Clemente X lo nominò qualificatore del Sant'Uffizio, in riconoscimento del suo insegnamento e della sua sana dottrina. Nel 1674, Noris fu nominato teologo di corte del GranducaCosimo III di Toscana, su raccomandazione di Antonio Magliabechi, il bibliotecario ducale.[6] Cosimo III lo nominò docente di Storia Sacra all'Università di Pisa.
Dopo la pubblicazione delle sue opere, Noris fu accusato di insegnare gli errori di Giansenio e di Baio e la polemica si inasprì a tal punto che nel 1744 le sue opere furono condannate dall'Inquisizione spagnola. Tuttavia la Chiesa respinse sempre queste accuse. In un breve al prefetto dell'Inquisizione spagnola del 31 luglio1748papa Benedetto XIV ordinò che il nome di Noris venisse rimosso dalla lista dei libri proibiti, dal momento che le accuse contro di lui non erano mai state provate e che, al contrario, erano state ripetutamente respinte dal Sant'Uffizio e ripudiate dai papi che lo avevano preceduto, che avevano tenuto Noris in grande onore.
Nel 1675 Noris fu ammesso all'Accademia della regina Cristina di Svezia a Roma con il nome di Lucrate Agoretico. Un altro membro era il cardinale Vincenzo Maria Orsini, il futuro Papa Benedetto XIII. Dopo la morte di Cristina nel 1689, fu istituita un'Accademia formale a Roma, l'Accademia dell'Arcadia, di cui Noris fece parte.
Nel 1692 fu nominato primo custode della Biblioteca Vaticana da papa Innocenzo XII.[7] I suoi nemici rinnovarono tuttavia le accuse contro di lui e alcune proposizioni estrapolate dalle Vindiciae furono tacciate di giansenismo. Il Pontefice incaricò allora una commissione teologica di esaminare l'opera, che, nel 1694, fu definitivamente scagionata. Il 12 dicembre1695 Noris fu nominato Cardinale con il titolo di S. Agostino. Il 6 marzo del 1700 fu nominato Bibliotecario di Santa Romana Chiesa.
Morì a Roma il 23 febbraio1704, all'età di 72 anni, e fu sepolto nella sua chiesa titolare di Sant'Agostino.
Opere
Le sue opere, a parte alcuni trattati polemici minori, sono molto apprezzate per l'accuratezza e la precisione della ricerca. Oltre a quelle già nominate, le più importanti sono: Annus et Epochae Syro-Macedonum in Vetustis Urbium Syriae Expositae; Fasti Consulares Anonimi e Manuscripto Bibliothecae Caesareae Deprompti; Historia Controversiae de Uno ex Trinitate Passo; Apologia Monachorum Scythiae; Historia Donatistarum e Schedis Norisianis Excerptae; Istoria delle Investiture delle Dignità Ecclesiastiche. Divenne nota la controversia intellettuale che il Noris intrattene con Francisco Macedo avuta attraverso la pubblicazione di numerosi opuscoli e libelli.
^Guarnacci I, 449: Cito emenso scientiarum curriculo, quas pius ille Ordo suis Asseclis praescribit, tradendae ipse Philosophiae per biennium praeficitur. Inde viridi in aetate annorum 27. Pisaurum mittitur Theologiae Praeceptor, quod et Perusiae item praestitit. Patavium tandem petit in eodem munere Magistri Theologi.
^H. Zazzio in J. L. Berti, OESA, Henrici Norisii Opera Omnia Theologica Tomus Primus (Venice 1769), xiii: Interim annos natus septem supra viginti, quorum unum et alterum in edocendis Philosophiam Syncellitis transegerat, Theologicae scholae praeficitur primum Pisauri, deinde Perusiae. Hoc munere ad quinquennium summa cum laude, atque Augustinianae doctrinae propagatione perfunctus, Romam accitur, Magistrali laurea pro exantlatis laboribus decorandus. Inde Patavium, amplissimum scientiarum Emporium digressus, acceptam tradendae Theologiae provinciam ibidem jubetur persequi...
Francesco Bianchini, Vita del cardinal Enrico Noris veronese detto Lucrate Agorettico, in Le vite degli arcadi illustri, I, Roma 1708, pp. 199-222.
Pietro e Girolamo Ballerini, Vita Norisii nella loro edizione dell'Opera Omnia di Noris, IV (Verona, 1729–41); una vita più breve è premessa all'edizione di Padova, 1708.
Vita (Vita Eminentissimi Auctoris), di Hieronymus Zazzerio, OESA, inclusa nell'edizione del 1708 della Historia Pelagiana di Noris (Patavii, 1708); e ristampata in Giovanni Lorenzo Berti, OESA, Henrici Norisii Opera Omnia Theologica Tomus Primus (Venezia 1769).
Louis Ellies Dupin, Henri Noris cardinal, in Nouvelle bibliothèque des auteurs ecclésiastiques, vol. 17, Amsterdam, chez Pierre Humbert, 1711, pp. 146-154.
Clarorum Venetorum ad Ant. Magliabechium ... epistolae, I, Firenze 1745.
Lettere del Cardinal Noris sopra vari punti di erudizione, scritte a diversi, in appendice a Istoria delle investiture, Mantova 1741;
Joannis Bona ... epistolae selectae, Torino 1755, p. 298-306.
Mario Guarnacci, Vitae et res gestae Pontificum Romanorum et S. R. E. Cardinalium Tomus primus (Romae: typis Bernabo & Lazzarini 1751), pp. 447–454.
Angelo Fabroni, Vitae Italorum doctrina excellentium qui saeculis XVII et XVIII floruerunt, VI, Pisa 1780, pp. 8-121;
Giuseppe Lanteri, Postrema Saecula Sex Religionis Augustinianae, III (Tolentino, 1858), 64 sq.
Léon G. Pélissier, "Le card. Henri de Noris et sa correspondence," Studi e documenti di storia e diritto 11 (1890), 25-64; 253-332.
Claude Nicaise, Lettres de l'abbé Nicaise au cardinal Noris (1686-1701), Besançon 1903.
Carlo Cipolla, Note di storia veronese. Appunti sul card. Enrico Noris da due mss Corsiniani, in Nuovo Archivio veneto, n.s., VII (1904), pp. 126-138.
Giuseppe Bolla, Enrico Noris, Bologna 1931;
Davide Aurelio Perini, Bibliographia augustiniana cum notis biographicis. Scriptores itali, III-IV, Firenze 1935, pp. 20-27.
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Michael Klaus Wernicke, Kardinal Enrico Noris und siene Verteidigung Augustins (Würzburg : Augustinus-Verlag, 1973).
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Pietro Stella, Il giansenismo in Italia, I, Roma 2006, p. 60 e passim.