Eccardo di Mâcon
Eccardo, Ecchard in francese, Eccard in catalano e Heccardus in latino (810 circa – 8 aprile 877), fu Conte di Chalon, dall'863, Conte di Mâcon, dall'870, e Conte di Autun, dall'872 alla sua morte. OrigineSecondo il proprio testamento (documento n° XXV del Recueil des chartes de l'abbaye de Saint-Benoît-sur-Loire, datato gennaio 876), Eccardo era figlio del Conte di Autun, Childebrando III, e della moglie Dunna[1], di cui non si conoscono gli ascendenti.
BiografiaNon si conosce l'anno esatto della morte di suo padre, Childebrando III, che si presume nell'832, anno in cui, secondo il documento n° VII delle Instrumenta ecclesiae Eduensis della Gallia christiana, in provincias ecclesiasticas distributa, Volume 4 Childebrando (Childebramnus comes), fece una donazione sul letto di morte[4].
Secondo il Pippini I Aquitaniae regis, nell'838, il re Pipino I (Pippinus ordinante divinae gratia Majestatis Aquitanorum Rex) concedette a Eccardo (fidelem nostrum, Heccardum) una proprietà ( nostrae proprietatis in pago Augustidunense in agro Patriciacense)[6].
Secondo gli Annales Bertiniani, Eccardo venne fatto prigioniero all'assedio di Tolosa, nell'844, difesa da Bernardo di Settimania[8]. Dopo che Vulfado era divenuto vescovo di Bourges, nell'866, Eccardo (Vulfaldum episcopum et Heccardum comitem) sostenne una disputa col vescovo riguardante la signoria di Perrecy, come da documento n° XXIV del Recueil des chartes de l'abbaye de Saint-Benoît-sur-Loire[9]. Nel gennaio 876, Eccardo fece testamento, come riportato nel documento n° XXV del Recueil des chartes de l'abbaye de Saint-Benoît-sur-Loire[1]. Sempre nel mese di gennaio dell'876, Eccardo con la seconda moglie, Richilde (Eccardus dono Dei comes et coniunx mea Richeldis) fece una donazione, come riportato nel documento n° XXVII del Recueil des chartes de l'abbaye de Saint-Benoît-sur-Loire[10].
Eccardo morì nell'877; secondo gli Obituaires de Sens Tome III, Abbaye de Saint-Benoît-sur-Loire morì l'8 aprile[11], e secondo il Miracula Sancti Benedicti, auctore Aimoini monachi Floriacensis secundus, Liber III, venne sepolto nell'Abbazia di Fleury[12]. Matrimoni e discendenzaEccardo, come conferma nel proprio testamento, aveva sposato, in prime nozze, Albergundis[1], di cui non si conoscono gli ascendenti, e, in seconde nozze, Richilde[1], di cui non si conoscono gli ascendenti, come conferma anche La famille des Nibelungen Les comtes d'Autun au IXe siècle, che riporta che Richilde in quell'anno era ancora in vita[13].
Note
BibliografiaFonti primarie
Letteratura storiografica
Voci correlateCollegamenti esterni
|
Portal di Ensiklopedia Dunia