Darren Aronofsky nasce a New York, figlio degli insegnanti Charlotte e Abraham Aronofsky,[1] ed è cresciuto nel quartiere di Manhattan Beach.[2] Ha una sorella, Patti.[3] Ha dichiarato di essere "cresciuto culturalmente ebreo, ma c'era pochissima partecipazione spirituale al tempio. Era una cosa culturale: celebrare le vacanze, sapere da dove vieni, conoscere la tua storia, avere rispetto per ciò che ha passato la tua gente".[4] I suoi genitori lo portavano spesso a spettacoli teatrali di Broadway, cosa che suscitò il suo interesse per il mondo dello spettacolo.[5]
Durante la sua giovinezza, si è formato come biologo sul campo presso la School for Field Studies in Kenya nel 1985 e in Alaska nel 1986.[6] Il suo interesse per la vita all'aria aperta lo ha portato a viaggiare con lo zaino in spalla attraverso l'Europa e il Medio Oriente. All'età di 18 anni è entrato all'Università di Harvard, dove si è laureato in antropologia sociale e ha studiato regia, laureandosi nel 1991.[7]
Nel 1998 realizza il suo film d'esordio π - Il teorema del delirio che viene presentato in anteprima al Sundance Film Festival, dove si aggiudica il premio per il miglior regista. La pellicola è stata finanziata anche con alcune donazioni da parte dei suoi familiari e dei suoi amici, alla quale promise il rimborso nel caso il film avesse incassato. Con un budget di 60.000 dollari, il film ha incassato 3 milioni di dollari al botteghino.[13] Grazie alla pellicola si aggiudica un Independent Spirit Award per la miglior sceneggiatura d'esordio.
Nel 2000 dirige Requiem for a Dream, un film basato sull'omonimo romanzo di Hubert Selby Jr.. Il film venne molto apprezzato dalla critica, lodando in particolare le interpretazioni del cast e la regia elegante.[14]
Nel 2006 realizza The Fountain - L'albero della vita con protagonisti Hugh Jackman e Rachel Weisz.[15] Considerato il suo film più ambizioso e tribolato, derivante da un soggetto originale del regista e incentrato su una storia d'amore che attraversa i secoli fino ad abbracciare i misteri dell'immortalità, il film non convinse appieno la critica.[16]
Nel 2011 dirige Il cigno nero, un thriller psicologico incentrato su una ballerina di New York, con protagonista Natalie Portman.[23] Il film venne presentato in anteprima mondiale come film di apertura alla 67ª Mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia, dove ricevette una standing ovation la cui lunghezza, secondo la rivista Variety, l'ha resa "una delle più forti aperture di Venezia nella memoria recente".[24] La pellicola fu un successo sia di critica che di pubblico, arrivando ad incassare oltre 300 milioni di dollari al botteghino.[25][26][27] Grazie a questo lavoro, Aronofsky riceve la sua prima candidatura al Premio Oscar, ai Golden Globe ed ai British Academy Film Awards come miglior regista.[28]
È stato legato sentimentalmente con l'attrice Rachel Weisz, dal 2001 al 2010.[36] La coppia ha avuto un figlio.[37]
Stile
I primi film di Aronofsky erano produzioni a basso budget e utilizzavano montaggi estremamente serrati di inquadrature molto brevi. Mentre mediamente un film di 100 minuti ha 600-700 tagli, Requiem for a Dream ad esempio si caratterizza per averne più di 2.000. Altra caratteristica dello stile registico di Aronofsky è lo split-screen che viene ampiamente utilizzato insieme a primi piani molto stretti. Spesso nei suoi film Aronofsky alterna primi piani estremizzati a riprese a grandi distanze per creare un senso di isolamento.[38][39][40][41]
Con The Fountain - L'albero della vita, Aronofsky, pur facendone ampio uso, ha cercato di limitare l'uso di immagini generate al computer[42] utilizzate principalmente al fine di rendere alla perfezione il senso di immenso e di infinito che pervade buona parte delle immagini proposte all'interno della pellicola così come ha usato una regia più sottile in The Wrestler e Il cigno nero, meno viscerale al fine di mettere in mostra la recitazione e la narrazione.
Progetti irrealizzati
Fin dagli inizi del 2000 il nome di Darren Aronofsky è sempre stato legato a molti blockbuster, che il regista ha dovuto abbandonare per i più disparati motivi:
Nel 2000 è stato assunto per scrivere e dirigere un nuovo film su Batman (basato su Batman: Anno uno)[43], anche se la pellicola è stata in seguito diretta da Christopher Nolan con il titolo di Batman Begins. Nella sceneggiatura di Aronofsky (co-scritta assieme a Frank Miller), Bruce Wayne sarebbe stato un senzatetto, Alfred un meccanico afroamericano e il personaggio di Batman non avrebbe guidato la Batmobile, bensì una Lincoln Town Car[44].
Nel 2008 ha firmato un accordo con la MGM per dirigere il remake di RoboCop[49], pellicola abbandonata nel 2010 per divergenze creative con la produzione[50].
Sempre nel 2010 viene confermato come regista di The Wolverine (rinominata in seguito Wolverine - L'immortale)[52], film a cui ha rinunciato poiché le riprese lo avrebbero tenuto lontano dalla famiglia per circa un anno[53]. Nella sceneggiatura originale di Christopher McQuarrie, cambiata dopo l'abbandono di Aronofsky, Wolverine sarebbe stato l'unico mutante presente in tutta la pellicola[54].
Nello stesso periodo è stato preso in considerazione per dirigere L'uomo d'acciaio[55], pellicola poi diretta da Zack Snyder.