Dardo (malacologia)In malacologia il dardo o gipsobelo (in latino telum amoris o gypsobelum) è uno stiletto calcareo o chitinoso, presente in molte specie di molluschi gasteropodi terrestri, che subito prima dell'accoppiamento viene scagliato e infisso nelle carni del partner. EvoluzioneLa presenza di dardi in differenti superfamiglie dell'ordine Stylommatophora fa ritenere che si tratti di un carattere anatomico comparso precocemente nella storia evolutiva degli Eupulmonata, già presente nel progenitore comune degli Stylommatophora. Il carattere potrebbe essersi perduto secondariamente nelle specie che ne sono sprovviste e in talune specie (p.es Sagdidae spp.) persiste alla stadio vestigiale.[1] FunzioneIl significato funzionale di tale formazione anatomica non è ancora del tutto chiaro. MorfologiaLa morfologia del dardo varia da specie a specie. Per esempio, due specie di elicidi molto somiglianti quali Cepaea hortensis e Cepaea nemoralis si possono talora distinguere solo in base alla differente forma dei dardi. Esiste un'ampia variabilità di forme, tutte grossolanamente ad ago o ad arpione, con sezione tondeggiante, ellittica o stellata. La lunghezza varia dai circa 30 mm delle specie più grandi a 1 mm delle specie più piccole. La maggior parte di essi comunque sono inferiori ai 5 mm.[5] I dardi sono prodotti e conservati in una struttura anatomica muscolare nota come stiloforo o sacco del dardo (noto anche come bursa telae). La esatta posizione dello stiloforo varia da specie a specie, mantenendosi in contiguità del pene e della vagina, nei pressi del poro genitale. La maggior parte delle specie ha soltanto uno stiloforo, ma alcune specie possono averne molteplici.[5] Il sarcobelum presente in alcune specie della superfamiglia Limacoidea (p.es Deroceras reticulatum) deriverebbe dalla involuzione dello stiloforo, di cui manterrebbe la funzione relativamente alla secrezione di sostanze mucose in grado di aumentare il successo riproduttivo[4]. ComposizioneDardi calcareiSono costituiti in gran parte di carbonato di calcio, secreto da un organo specializzato presente nel sistema riproduttivo.[6] I dardi calcarei sono tipici di alcune famiglie di gasteropodi polmonati dell'ordine Stylommatophora[5]. La maggior parte di esse appartengono alla superfamiglia Helicoidea: Camaenidae, Cepolidae, Geomitridae, Helicidae, Hygromiidae e Xanthonychidae[7]. Si trovano anche in alcune specie di Zonitidae (superfamiglia Zonitoidea) e di Philomycidae (Arionoidea).[8] Dardi chitinosiDardi costituiti essenzialmente da chitina si osservano tra i gasteropodi terrestri della famiglia Ariophantidae (superfamiglia Helicarionoidea), tra gli Helicarionidae (Helicarionoidea), tra i Vitrinidae (Limacoidea) e tra i Parmacellidae (Parmacelloidea). Dardi chitinosi si possono osservare anche tra i Systellommatophora, nella famiglia Onchidiidae (Onchidioidea).[5] Dardi cartilagineiDardi costituiti da cartilagine sono descritti nella famiglia Gastrodontidae.[1] Variabilità interspecificaLe seguenti tabelle mostrano numerosi esempi della ampia variabilità di forme dei dardi nelle diverse famiglie. Non tutte le famiglie e le specie sono rappresentate. Le immagini rappresentano la sezione trasversa e la vista laterale.
Strutture simili in altri gasteropodiI gasteropodi marini delle famiglie Terebridae, Turridae e Conidae sono dotati di un dardo o arpione velenoso, una struttura chitinosa differenziatasi da un dente della radula. Note
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