Il territorio della contrada comprende parte del centro storico della città del Carroccio. L'abitato appartenente alla contrada di Sant'Ambrogio è pertanto tra i più antichi di Legnano e include, tra l'altro, il santuario della Madonna delle Grazie.
Ancora oggi la contrada viene ricordata con l'appellativo dialettale legnaneseBurgu di maragàsc (in italiano, "Borgo del granoturco") per via dei fusti di granoturco che un tempo erano conservati nei vecchi cortili per poi essere bruciati[4].
Il centro storico di Legnano ha una forma allungata lungo la direttrice tracciata da un'antica strada che corrisponde ai moderni corso Magenta e Garibaldi, che fanno da confine tra le contrade di Sant'Ambrogio e San Magno. Questa strada proviene dalla Valle Olona e mette in comunicazione Castellanza con Legnano attraversando l'agglomerato urbano legnanese da nord a sud; all'ingresso e all'uscita da Legnano furono costruite due porte di accesso di cui una, quella meridionale, era conosciuta come "Porta di Sotto": fu demolita nel 1818 perché rendeva difficoltosa la circolazione dei carri degli agricoltori[5][6].
A nord, nel rione Mugiato, era presumibilmente situata una "Porta di Sopra" della quale, però, non sono rimaste testimonianze tangibili, dato che fu verosimilmente abbattuta in tempi più remoti[7]. Il tratto di corso Garibaldi che attraversa la contrada Sant'Ambrogio era anticamente conosciuto come contrada maggiore[8].
Il territorio della contrada potrebbe essere stato teatro degli scontri decisivi della battaglia di Legnano. Il Carroccio venne posizionato sul bordo di un ripido pendio fiancheggiante l'Olona, così che la cavalleria imperiale, il cui arrivo era previsto da Castellanza lungo il corso del fiume, sarebbe stata obbligata ad assalire il centro dell'esercito della Lega Lombarda risalendo una scarpata[9][10]. Federico Barbarossa sarebbe stato quindi costretto ad attaccare l'esercito comunale in una situazione di svantaggio, dato che avrebbe dovuto sferrare l'assalto dal basso[10].
Questa scelta si rivelò poi sbagliata: il Barbarossa arrivò infatti da Borsano, cioè dalla parte opposta, obbligando le truppe comunali, che avevano la strada di fuga sbarrata dall'Olona, a resistere intorno al Carroccio[10]. Una delle cronache dell'epoca, gli Annali di Colonia, contiene infatti un'informazione che indica dove probabilmente fosse il Carroccio[12]:
(LA)
«[...] At Longobardi aut vincere aut mori parati, grandi fossa suum exercitum circumdederunt, ut nemo, cum bello urgeretur, effugere posset. [...]»
(IT)
«[...] I lombardi, pronti a vincere o a morire sul campo, collocarono il proprio esercito all'interno di una grande fossa, in modo tale che quando la battaglia fosse stata nel vivo, nessuno sarebbe potuto fuggire. [...]»
(Annali di Colonia)
Ciò potrebbe significare che le fasi decisive della famosa battaglia siano state combattute nell'odierna contrada San Martino oppure in prossimità del quartiere legnanese della "Costa di San Giorgio", e quindi su un territorio ora appartenente alla contrada di Sant'Ambrogio, a quella di San Magno e al comune di San Giorgio su Legnano, non essendo in altra parte del Legnanese individuabile un'altra scarpata con queste caratteristiche[9]. Tra il quartiere della Costa di San Giorgio e l'Olona è ancora oggi presente un pendio che è stato in seguito incluso nel parco castello.
La contrada fa riferimento alla chiesa di Sant'Ambrogio[13]. In occasione della vittoria della contrada nella corsa ippica, la copia della croce di Ariberto da Intimiano viene solennemente traslata nella chiesa di riferimento del rione vincitore e qui conservata per un anno: questo ambito simbolo di vittoria è custodito nella chiesa fino all'edizione successiva del palio. È la chiesa della città con le origini più antiche[14].
La prima citazione di un edificio religioso dedicato a sant'Ambrogio a Legnano è contenuta in un documento del 1389, il Liber Notitiae Sanctorum Mediolani, che fu scritto da Goffredo da Bussero[14]. La chiesa, nella forma moderna, risale al 1590; venne costruita sui resti del precedente tempio dedicato a Sant'Ambrogio. All'epoca era infatti comune che le nuove chiese venissero ricostruite mantenendo qualche resto (ad esempio una parete o un altare) della costruzione precedente[15]. La chiesa di Sant'Ambrogio ha subito un ingrandimento nel 1740, dopo il quale ha assunto il moderno aspetto[16]. Le opere d'arte più importanti presenti nella chiesa di Sant'Ambrogio sono alcuni dipinti di Giambattista e Francesco Lampugnani, che risalgono al XVII secolo[16].
Il maniero
Nel corso della sua storia la contrada ha cambiato diversi manieri[N 2][17]. Originariamente il rione aveva sede all'interno del cortile Cairoli, poi nella corte adiacente all'oratorio e in seguito nell'antico cortile del Brianza, che si trova di fronte alla chiesa di Sant'Ambrogio e che è caratterizzato da un portale d'ingresso di grande pregio architettonico[17]. Dato che parte del territorio della contrada comprende il centro storico della città non è stato facile, per il rione, trovare una sede definitiva che fosse ampia a sufficienza, che avesse un prezzo abbordabile e che rispondesse alle esigenze legate alla vita associativa[17].
Alla fine la scelta è caduta su uno stabile che si trova al centro della contrada, in via Madonna delle Grazie, lungo una strada che collega la chiesa di Sant'Ambrogio e il santuario della Madonna della Grazie, ovvero i due edifici di culto presenti nel rione[17]. Il maniero, che è di proprietà della contrada, ha sede in un edificio moderno a due piani; l'interno è stato modificato in modo tale da richiamare lo stile medievale con l'utilizzo di mobili d'epoca e con la realizzazione di alcune vetrate artistiche[17]. Al piano terreno sono presenti il bar e il salone principale che può ospitare, anche in caso di cene, circa 150 persone, mentre al piano superiore sono state ricavate le stanze di lavoro, come quella destinata alla preparazione dei costumi della sfilata e la sala del consiglio, le cui pareti sono ornate da opere che riproducono sant'Ambrogio[18].
I colori ed il gonfalone
I colori della contrada sono spiegati da una leggenda e da un fatto storico realmente accaduto[4]. La leggenda racconta che una volta all'anno, in una notte di febbraio, un demone dalla pelle gialla aveva l'abitudine di aggirarsi per le vie del rione vestito di una vecchia tunica verdastra, con l'intento di recarsi nella chiesa di Sant'Ambrogio a compiere dei furti. Le scorribande durarono fino a quando il parroco, stanco di queste sparizioni, infilò nella serratura del portone d'ingresso una coroncina di rosario: in questo modo il demone trovò le sue chiavi ostacolate e mise le dita per liberare il foro, ma toccando l'oggetto sacro si sgonfiò e morì, lasciando sul sagrato la sua pelle giallastra ed il suo il mantello verde. Il mattino seguente i fedeli, recandosi in chiesa, trovarono tali resti e adottarono questi colori a simbolo della contrada.
Un'altra spiegazione, questa volta di carattere storico, proviene dal ritrovamento della salma dell'arcivescovo di Milano Leone da Perego, deceduto a Legnano nel 1257 nell'omonimo palazzo[19], sotto il portico della chiesa di Sant'Ambrogio; questo ritrovamento avvenne nel 1650 durante i lavori di ampliamento dell'edificio religioso[20]. A tal proposito Agostino Pozzo, prevosto di Legnano, scrisse:
«[...] fu trovato il corpo dell'arcivescovo Leone da Perego sotto un volto nei muro, poco elevato da terra, tutto intero, in un grosso tronco di arbore e scavato a modo di culla et scrivendo questo viveano persone che attestavano haverlo veduto. Venne ciò a notitia di San Carlo vivendo qual si trovò una sera in Legnano et riconosciuto il tutto fa mattina immediatamente seguente non si vide né l'arcivescovo vivo né il morto [...]»
Secondo invece due cronisti medievali, la salma di Leone da Perego venne inumata nella chiesa legnanese di San Salvatore[21]. Sempre secondo i resoconti di Agostino Pozzo, per ritrovare il suo tesoro, che si credeva sepolto nella chiesa di sant'Ambrogio e che si diceva composto da oggetti d'aurei e di bronzo, si continuò a scavare, ma invano. Dopo il suo ritrovamento, la salma di Leone da Perego scomparve senza più lasciare traccia[13].
Considerando l'evento storico legato al ritrovamento della salma dell'arcivescovo, il significato del giallo e del verde è collegato, rispettivamente, all'oro e al bronzo del tesoro di Leone da Perego. Sul gonfalone è della contrada è invece raffigurato lo staffile di sant'Ambrogio[4].
Albo d'oro delle reggenze
L'albo d'oro delle reggenze della contrada Sant'Ambrogio è[22]:
Anno
Capitano
Castellana
Gran priore
Scudiero
1935
Carlo Pensotti, poi Carlo Galli
-
-
-
1936
Osvaldo Prandoni
-
-
-
1937
Luigi Assi
-
-
-
1938
Carlo Rossini
-
-
-
1939
Vito Silvestri
-
-
-
Dal 1940 al 1951 tutte le attività relative al palio di Legnano sono state sospese a causa delle vicende belliche legate alla seconda guerra mondiale[23]
1952
Enzo Pagani
Cittera
-
Paolo Cairoli
1953
Enzo Pagani
Langè
-
Paolo Cairoli
1954
Enzo Pagani
Anna Pravettoni
-
Paolo Cairoli
1955
Enzo Pagani
Anna Pravettoni
-
Paolo Cairoli
1956
Enzo Pagani
Anna Pravettoni
-
Gino Ruzzon
1957
Enzo Pagani
Enrica Barbaglia
-
Gino Ruzzon
1958
Enzo Pagani
Enrica Barbaglia
-
Gino Ruzzon
1959
Enzo Pagani
Enrica Barbaglia
-
Gino Ruzzon
1960
Sem Prandoni
Anna Sartorelli
-
Gino Ruzzon
1961
Sem Prandoni
Luciana Sartorelli
-
Rolando Nizzolini
1962
Sem Prandoni
Luciana Sartorelli
-
Rolando Nizzolini
1963
Sem Prandoni
Luciana Sartorelli
-
Rolando Nizzolini
1964
Benedetto Sartorelli
Silvana Borsani
-
Rolando Nizzolini
1965
Benedetto Sartorelli
Anna Menticelli
-
Rolando Nizzolini
1966
Benedetto Sartorelli
Roberta Colombo Bolla
-
Rolando Nizzolini
1967
A. Della Foglia
Luisa Cozzi Maria
-
Rolando Nizzolini
1968
Ermanno Romanò
Patrizia Crespi
-
Eupreprio Rizzo
1969
Ermanno Romanò
Patrizia Crespi
-
Eupreprio Rizzo
1970
Ermanno Romanò
Luisa Bellotti Maria
-
Eupreprio Rizzo
1971
Ermanno Romanò
Alessandra Ferrario
Genesio Mocchetti
Eupreprio Rizzo
1972
Ermanno Romanò
Alessandra Ferrario
Genesio Mocchetti
Eupreprio Rizzo
1973
Edoardo Molteni
Donatella Bertelli
Genesio Mocchetti
Eupreprio Rizzo
1974
Edoardo Molteni
Donatella Bertelli
Genesio Mocchetti
Eupreprio Rizzo
1975
Giuliano Locatelli
Patrizia Colombo
Edoardo Molteni
Eupreprio Rizzo
1976
Giuliano Locatelli
Carmen Cattaneo
Edoardo Molteni
Gianni Gilormello
1977
Luca Pagani
Carmen Cattaneo
Ermanno Romanò
Gianni Gilormello
1978
Luca Pagani
Carmen Cattaneo
Ermanno Romanò
Gianni Gilormello
1979
Luca Pagani
Carmen Cattaneo
Giancarlo Lamperti
Massimo Borsani
1980
Giancarlo Peroni
Patrizia Alli
Rino Franchi
Massimo Borsani
1981
Gianpiero Mari
Patrizia Alli
Alessandra Ferrario
Rolando Nizzolini
1982
Gianpiero Mari
Patrizia Alli
Enzo Pagani
Rolando Nizzolini
1983
Gianpiero Mari
Patrizia Alli
Enzo Pagani
Rolando Nizzolini
1984
Gianpiero Mari
Rosanna Garavaglia
Enzo Pagani
Rolando Nizzolini
1985
Marco Cairoli
Paola Sartorelli
Alfiero Sartorelli
Remo Bevilacqua
1986
Marco Cairoli
Paola Sartorelli
Alfiero Sartorelli
Remo Bevilacqua
1987
Marco Cairoli
Paola Sartorelli
Alfiero Sartorelli
Remo Bevilacqua
1988
Remo Bevilacqua
Paola Collimedaglia
Roberto Cattaneo
Mario Fisichella
1989
Remo Bevilacqua
Paola Collimedaglia
Rino Franchi
Luciano Vignati
1990
Angelo Vignati
Daniela Toia
Rino Franchi
Giovanni Roveda
1991
Angelo Vignati
Daniela Toia
Ezio Toia
Giovanni Roveda
1992
Giovanni Roveda
Daniela Toia
Ezio Toia
Vittorio Tammaro
1993
Alberto Romanò
Isabella Rondanini
Ezio Toia
Eugenio Bertoglio
1994
Alberto Romanò
Isabella Rondanini
Ezio Toia
Eugenio Bertoglio
1995
Alberto Romanò
Raffaella Toia
Rita Saredi
Leandro Bertazzi
1996
Alberto Romanò
Raffaella Toia
Rita Saredi
Leandro Bertazzi
1997
Alberto Romanò
Raffaella Toia
Vincenzo Armatura
Leandro Bertazzi
1998
Alberto Romanò
Raffaella Toia
Vincenzo Armatura
Leandro Bertazzi
1999
Alberto Romanò
Raffaella Toia
Alessandro Rota
Roberto Brignoli
2000
Alberto Romanò
Sabrina Marra
Alessandro Rota
Diego Bianchi
2001
Alberto Romanò
Sabrina Marra
Alessandro Rota
Luigi Casadio
2002
Remo Bevilacqua
Sabrina Marra
Giovanni Roveda
Luigi Casadio
2003
Remo Bevilacqua
Sara Bertazzi
Giovanni Roveda
Massimiliano Roveda
2004
Remo Bevilacqua
Sara Bertazzi
Giovanni Roveda
Massimiliano Roveda
2005
Remo Bevilacqua
Sara Bertazzi
Giovanni Roveda
Massimiliano Roveda
2006
Remo Bevilacqua
Roberta Tammaro
Giovanni Roveda
Massimiliano Roveda
2007
Marco Vitali
Patrizia Marra
Rino Franchi
Adelio Berton
2008
Marco Vitali
Patrizia Marra
Rino Franchi
Mario Venditti
2009
Marco Vitali
Patrizia Marra
Rino Franchi
Mario Venditti
2010
Marco Vitali
Patrizia Marra
Fabrizio Nicoletti
Simone Pagani
2011
Massimiliano Roveda
Marta Garavaglia
Nicoletti Fabrizio
Giacomo Alberio
2012
Massimiliano Roveda
Marta Garavaglia
Nicoletti Fabrizio
Giacomo Alberio
2013
Massimiliano Roveda
Marta Garavaglia
Nicoletti Fabrizio
Giacomo Alberio
2014
Massimiliano Roveda
Marta Garavaglia
Nicoletti Fabrizio
Giacomo Alberio
2015
Massimiliano Franchi
Ilaria Verità
Mario Venditti
Luigi Plastino
2016
Massimiliano Franchi
Ilaria Verità
Mario Venditti
Luigi Plastino
2017
Massimiliano Franchi
Ilaria Verità
Sabrina Marra
Mattia Landi
2018
Massimiliano Franchi
Ilaria Verità
Sabrina Marra
Mattia Landi
2019
Remo Bevilacqua
Silvia Mocchetti
Sabrina Marra
Andrea Marazzini
2020
Remo Bevilacqua
Silvia Mocchetti
Sabrina Marra
Andrea Marazzini
2021
Remo Bevilacqua
Silvia Mocchetti
Sabrina Marra
Paolo Nicoletti
2022
Mattia Landi
Francesca Piazza
Ermenegildo Pizzo
Alessandro Ortica
2023
Mattia Landi
Francesca Piazza
Ermenegildo Pizzo
Alessandro Ortica
2024
Mattia Landi
Giulia Restelli
Ermenegildo Pizzo
Alessandro Ortica
Nota: in grassetto le reggenze che hanno retto la contrada in occasione delle vittorie al palio.
La contrada ha anche vinto tredici edizioni della provaccia (1986, 1989, 1992, 1993, 1994, 1996, 1998, 1999, 2001, 2008, 2019, 2021, 2024)[24] realizzando in un'occasione il "cappotto" (1986).
Note
Esplicative
^In italiano: "mi abbiano in odio, purché mi temano".
^I "manieri" sono le sedi delle contrade di Legnano.
^La Provaccia, su contradalegnarello.it. URL consultato il 29 maggio 2017.
Bibliografia
Autori vari, Il Palio di Legnano : Sagra del Carroccio e Palio delle Contrade nella storia e nella vita della città, Banca di Legnano, 1998, SBNIT\ICCU\TO0\1145476.
Attilio Agnoletto, San Giorgio su Legnano - storia, società, ambiente, 1992, SBNIT\ICCU\CFI\0249761.
Giorgio D'Ilario, Egidio Gianazza, Augusto Marinoni, Marco Turri, Profilo storico della città di Legnano, Edizioni Landoni, 1984, SBNIT\ICCU\RAV\0221175.
Giorgio D'Ilario, Sagra del Carroccio - Palio delle Contrade, Tipotecnica, 2000, ISBN non esistente.
Gabriella Ferrarini, Marco Stadiotti, Legnano una città, la sua storia, la sua anima, Telesio editore, 2001, SBNIT\ICCU\RMR\0096536.