Sul territorio della contrada sono avvenuti alcuni importanti ritrovamenti archeologi risalenti all'epoca preromana e romana: sono stati rinvenuti in una necropoli nell'antica zona chiamata "in Galvagno" e sono databili tra il II secolo a.C. ed il I secolo a.C.[4].
Il territorio della contrada potrebbe essere stato teatro degli scontri decisivi della battaglia di Legnano. Il Carroccio venne posizionato sul bordo di un ripido pendio fiancheggiante l'Olona, così che la cavalleria imperiale, il cui arrivo era previsto da Castellanza lungo il corso del fiume, sarebbe stata obbligata ad assalire il centro dell'esercito della Lega Lombarda risalendo una scarpata[5][6]. Federico Barbarossa sarebbe stato quindi costretto ad attaccare l'esercito comunale in una situazione di svantaggio, dato che avrebbe dovuto sferrare l'assalto dal basso[6]. Questa scelta si rivelò poi sbagliata: il Barbarossa arrivò infatti da Borsano, cioè dalla parte opposta, obbligando le truppe comunali, che avevano la strada di fuga sbarrata dall'Olona, a resistere intorno al Carroccio[6]. Una delle cronache dell'epoca, gli Annali di Colonia, contiene infatti un'informazione che indica dove probabilmente fosse il Carroccio[7]:
(LA)
«[...] At Longobardi aut vincere aut mori parati, grandi fossa suum exercitum circumdederunt, ut nemo, cum bello urgeretur, effugere posset. [...]»
(IT)
«[...] I lombardi, pronti a vincere o a morire sul campo, collocarono il proprio esercito all'interno di una grande fossa, in modo tale che quando la battaglia fosse stata nel vivo, nessuno sarebbe potuto fuggire. [...]»
(Annali di Colonia)
Ciò potrebbe significare che le fasi decisive della famosa battaglia siano state combattute nell'odierna contrada di San Martino oppure in prossimità del quartiere legnanese della "Costa di San Giorgio" e quindi su un territorio ora appartenente alla contrada Sant'Ambrogio, a quella di San Magno e al comune di San Giorgio su Legnano, non essendo in altra parte del Legnanese individuabile un'altra scarpata con queste caratteristiche[5]: infatti, ancora oggi, la chiesa di San Martino domina un ripido pendio che digrada verso l'Olona[6].
La contrada fa riferimento alla chiesa di San Martino. In occasione della vittoria della contrada nella corsa ippica, la copia della croce di Ariberto da Intimiano viene solennemente traslata nella chiesa di riferimento del rione vincitore e qui conservata per un anno: questo ambito simbolo di vittoria è custodito nella chiesa fino all'edizione successiva del palio.
Dedicata a san Martino di Tours, che è anche il santo patrono della contrada, è stata costruita nel XV secolo ed è sussidiaria della parrocchia di San Domenico[4]. Una chiesa legnanese dedicata allo stesso santo è citata nell'elenco scritto dallo storico Goffredo da Bussero nel 1389: la moderna chiesa di San Martino è quindi un rifacimento di un tempio più antico[4][6]. Uno scritto che conferma la presenza di questa antica chiesa dedicata a San Martino di Tours è il testamento di Giovanni da Legnano, giurista legnanese del XIV secolo, che è datato 27 marzo 1376:
«[...] Coloro ai quali il testatore ha lasciato l'usufrutto dei suoi beni, in quel di Milano e nella località di Legnano, sono tenuti nell'anniversario della sua morte a far celebrare ogni anno una messa nella chiesa di S. Martino a Legnano e a fare ai poveri l'elemosina di un moggio di pane, fermo restando il consolidamento dell'usufrutto nella proprietà, in mancanza di adempimento da parte degli usufruttuari ed eredi [...]»
Le opere artistiche più importanti presenti nella moderna chiesa di San Martino sono un affresco raffigurante la deposizione di Cristo che si trova nell'abside e che è stato forse dipinto da Giovanni Lampugnani nel 1480[10] e un affresco di stile lombardo-bizantino che un tempo si trovava nell'antica chiesa di San Martino e che raffigura una parte del volto di Gesù Cristo[4].
Negli anni cinquanta la sede fu trasferita in una corte lombarda concessa dalla carrozzeria di Valerio Moretti, per poi essere spostata in via Pietro Micca in alcuni locali messi a disposizione dalla famiglia Gregori, dove rimase fino al 1972[11]. Dal 1972 al 1992 il maniero della contrada fu ospitato in alcuni locali situati in via XXIX Maggio[11].
Nel 1992 il maniero fu trasferito nuovamente, questa volta in via dei Mille, questa sede, originariamente, ospitava un'officina meccanica e venne restaurata dai contradaioli di San Martino: durante i lavori venne adattata al nuovo scopo con la realizzazione, al piano terra, di un bar e di un ampio salone che è in grado di ospitare, anche in caso di cene, più di trecento persone[11]. Al piano superiore sono invece stati ricavati la sala del consiglio e la sala dei costumi[11]. Nell 2023 la contrada si è trasferita in una nuovo maniero in via XXIX Maggio 207.
I colori ed il gonfalone
Sono due le leggende che spiegano i colori della contrada[12]. La prima narra di un nobile vassallo di Carlo Magno che si perse tra i campi di San Martino mentre si stava allenando con dei cavalli. Il vassallo, ad un certo punto, incontrò un boscaiolo, a cui chiese la via da seguire per ritrovare la strada di casa; il boscaiolo, dopo avergli indicato una formazione nuvolosa a forma di croce, gli disse che se l'avesse seguita avrebbe trovato la direzione giusta. Il nobile, per ringraziarlo, permise al boscaiolo di utilizzare la croce bianca in campo blu come simbolo della propria casata: successivamente il vassallo fece ratificare lo stemma dall'imperatore. La croce bianca in campo blu diventò poi il simbolo della contrada.
Una seconda leggenda racconta di un giovane pastore che si perse nelle campagne intorno all'antica chiesetta di San Martino, in seguito sostituita dall'omonimo edificio religioso. Il pastorello, non ritrovando la via di casa, ad un certo punto si mise a piangere e supplicò Dio chiedendogli aiuto. Improvvisamente in cielo comparve una croce luminosa che gli indicò la strada per tornare a casa.
Secondo tali leggende il blu dello stemma della contrada è associato al cielo, mentre il bianco è il colore divino. Il gonfalone richiama invece l'iconografia religiosa di san Martino, che mostra il santo nell'atto di tagliare il suo mantello per donarlo a un povero[12].
Albo d'oro delle reggenze
L'albo d'oro delle reggenze della contrada San Martino è[13]:
Anno
Capitano
Castellana
Gran priore
Scudiero
1935
Primo Colombo
-
-
-
1936
Giuseppe Tirinnanzi
-
-
-
1937
Giuseppe Tirinnanzi
-
-
-
1938
Giuseppe Tirinnanzi
-
-
-
1939
Giuseppe Tirinnanzi
-
-
-
Dal 1940 al 1951 tutte le attività relative al palio di Legnano sono state sospese a causa delle vicende belliche legate alla seconda guerra mondiale[14]
1952
Gino Mazza
Pinuccia Raimondi
-
-
1953
Gino Mazza
Pinuccia Raimondi
-
-
1954
Giuseppe Lomazzi
Pinuccia Raimondi
-
-
1955
Angelo Raimondi
Anna Raimondi
-
-
1956
Pietro Volonterio
Luciana Mazza
-
-
1957
Rino Macchi
Lina Limongi
-
-
1958
Rino Macchi
Wanda Macchi
-
-
1959
Piero Limongi
Claudia Moretti
-
-
1960
Alessandro Binda
Marcella Ottani
-
-
1961
Valerio Moretti
Marcella Ottani
-
-
1962
Valerio Moretti
Lina Limongi
-
-
1963
Sandro Gregori
Giulia Mazza
-
-
1964
Sandro Gregori
Giulia Mazza
-
-
1965
Sandro Gregori
Giulia Mazza
-
-
1966
Paolo Pontiggia
Piera Macchi
-
-
1967
Franco Vedani
Piera Macchi
-
-
1968
Romano Barlocco
Giuliana Cassinotti
-
-
1969
Franco Transidico
Piercarla Raimondi
-
-
1970
Marco Morelli
Laura Gasparri
-
-
1971
Marco Morelli
Laura Gasparri
Gino Mazza
-
1972
Marco Morelli
Laura Gasparri
Gino Mazza
-
1973
Marco Morelli
Laura Gasparri
Gino Mazza
-
1974
Paolo Pontiggia
Rossella Agosti
Rino Macchi
-
1975
Paolo Pontiggia
Rosella Agosti
Rino Macchi
-
1976
Sandro Gregori
Mietta Favari
Rino Macchi
-
1977
Sandro Gregori
Mietta Favari
Rino Macchi
-
1978
Sandro Gregori
Antonella Colombo Bolla
Luigi Favari
-
1979
Sandro Gregori
Antonella Colombo Bolla
Luigi Favari
-
1980
Sandro Gregori
Antonella Colombo Bolla
Carlo Colombo Bolla
-
1981
Sandro Gregori
Antonella Colombo Bolla
Carlo Colombo Bolla
-
1982
Sandro Gregori
Gabriella Tomaselli
Carlo Colombo Bolla
-
1983
Sandro Gregori
Gabriella Tomaselli
Angelo Tomaselli
-
1984
Sandro Gregori
Gabriella Tomaselli
Angelo Tomaselli
-
1985
Sandro Gregori
Antonella Colombo Bolla
Franco Colombo Bolla
-
1986
Sandro Gregori
Giulia Nicolini
Franco Colombo Bolla
-
1987
Sandro Gregori
Ornella Bianchi
Franco Colombo Bolla
-
1988
Willy Passerini
Ornella Bianchi
Gianvalerio Gianazza
-
1989
Giuseppe Bianchi
Ornella Bianchi
Romano Barlocco
-
1990
Bruno Pini
Carolina Accatino
Romano Barlocco
-
1991
Bruno Pini
Daniela Bonfanti
Romano Barlocco
-
1992
Gennaro Milone
Daniela Bonfanti
Leandro Paganini
-
1993
Gennaro Milone
Patrizia Pastori
Leandro Paganini
-
1994
Gennaro Milone
Elisabetta Cossia
Leandro Paganini
-
1995
Gennaro Milone
Elisabetta Cossia
Leandro Paganini
-
1996
Carlo Moretti
Valeria Raffaelli
Leandro Paganini
-
1997
Alessandro Airoldi
Roberta Landini
Leandro Paganini
-
1998
Alessandro Airoldi
Roberta Landini
Orazio Galli
Roberto Colombo
1999
Alessandro Airoldi
Manuela Gregori
Eugenio Colombo
Roberto Colombo
2000
Giovanni Maria Airoldi
Anna Calamari
Eugenio Colombo
Roberto Colombo
2001
Paolo Bo
Anna Calamari
Sandro Gregori
Stefano Bernasconi
2002
Giuseppe Bianchi
Stefania Gatti
Sandro Gregori
Omar Pedroni
2003
Giuseppe Bianchi
Anna Calamari
Sandro Gregori
Francesco Nicolini
2004
Giuseppe Bianchi
Anna Calamari
Ennio Minervino
Luca Barlocco
2005
Giuseppe Bianchi
Pamela Pontiggia
Ennio Minervino
Omar Pedroni
2006
Giuseppe Bianchi
Pamela Pontiggia
Mietta Favari
Giuseppe Cocuzza
2007
Giuseppe Bianchi
Camilla Proverbio
Mietta Favari
Francesco Nicolini
2008
Luca Barlocco
Cristiana Moretti
Mietta Favari
Diego Colombo
2009
Marcello Barone
Cristiana Moretti
Ennio Barone
Omar Pedroni
2010
Antonio De Pascali
Pamela Pontiggia
Ennio Barone
Roberto Colombo
2011
Antonio De Pascali
Sharon Dentali
Ennio Barone
Roberto Colombo
2012
Antonio De Pascali
Sharon Dentali
Ennio Barone
Roberto Colombo
2013
Antonio De Pascali
Sharon Dentali
Ennio Barone
Luca Erbi
2014
Antonio De Pascali
Federica Canton
Stefano Scarazza
Diego Colombo
2015
Antonio De Pascali
Sharon Dentali
Paolo Bo
Francesco Nicolini
2016
Antonio De Pascali
Moira Barranca
Angela Franca Borrelli
Renato Sagunti
2017
Antonio De Pascali
Melany Reccia
Massimiliano Caruso
Renato Sagunti
2018
Antonio De Pascali
Sharon Dentali
Massimiliano Caruso
Renato Sagunti
2019
Antonio De Pascali
Beatrice Perron
Massimiliano Caruso
Giuseppe Cucuzza
2020
Antonio De Pascali
Beatrice Perron
Angela Franca Borrelli
Giuseppe Cucuzza
2021
Davide Barone
Francesca Genoni
Cristiana Moretti
Daniele Cerana
2022
Davide Barone
Francesca Genoni
Cristiana Moretti
Daniele Cerana
2023
Davide Barone
Francesca Genoni
Cristiana Moretti
Daniele Cerana
2024
Davide Barone
Federica Canton
Cristiana Moretti
Daniele Cerana
Nota: in grassetto le reggenze che hanno retto la contrada in occasione delle vittorie al palio.
San Martino ha vinto anche il palio straordinario del 1980, che fu indetto per celebrare il 25º anniversario della fondazione del collegio dei capitani e delle contrade[15]. Il palio ordinario dell'anno in questione fu invece conquistato dalla contrada di San Bernardino[15]. La contrada ha anche vinto tre edizioni della provaccia (1997, 2007 e 2013)[16] senza mai riuscire a realizzare il "cappotto".
^La Provaccia, su contradalegnarello.it. URL consultato il 29 maggio 2017.
Bibliografia
Autori vari, Il Palio di Legnano : Sagra del Carroccio e Palio delle Contrade nella storia e nella vita della città, Banca di Legnano, 1998, SBNIT\ICCU\TO0\1145476.
Attilio Agnoletto, San Giorgio su Legnano - storia, società, ambiente, 1992, SBNIT\ICCU\CFI\0249761.
Giorgio D'Ilario, Egidio Gianazza, Augusto Marinoni, Marco Turri, Profilo storico della città di Legnano, Edizioni Landoni, 1984, SBNIT\ICCU\RAV\0221175.
Giorgio D'Ilario, Sagra del Carroccio - Palio delle Contrade, Tipotecnica, 2000, ISBN non esistente.
Gabriella Ferrarini, Marco Stadiotti, Legnano una città, la sua storia, la sua anima, Telesio editore, 2001, SBNIT\ICCU\RMR\0096536.
Anna Maria Volonté e Patrizia Cattaneo (a cura di), Museo civico Guido Sutermeister Legnano - Guida alle collezioni, Tipografia Menini.