Il nome della contrada deriva da una visita effettuata nel 1444 da san Bernardino da Siena al convento di Sant'Angelo, monastero legnanese demolito nel 1967[4]. In seguito a questa visita, il nome del santo fu dato ad una cascina e ad un'antica chiesa-oratorio non più esistente. A san Bernardino fu poi intitolata anche la moderna e omonima chiesetta, che sorse sulle vestigia della già citata chiesa-oratorio.
Il territorio della contrada è il luogo dove potrebbero essere avvenuti i primi scontri della battaglia di Legnano[5]. Alcuni studiosi ipotizzano infatti che il primo contatto tra le truppe della Lega Lombarda e quelle dell'imperatore Federico Barbarossa si sia verificato tra Legnano e Borsano[6]. Quindi, per quanto riguarda la città del Carroccio, le prime fasi della battaglia potrebbero essere avvenute sui territori appartenenti alla contrada Flora e al rione Ponzella, che è invece compreso all'interno della contrada di San Bernardino: Borsano è infatti situato a nord-ovest di Legnano[7].
L'ipotesi che va per la maggiore tra gli studiosi sostiene invece che il primo contatto tra gli eserciti sia avvenuto tra Borsano e Busto Arsizio: secondo questa ipotesi, gli scontri si sarebbero spostati a Legnano per la celebre difesa del Carroccio solo in seguito.
Secondo una leggenda raccontata da Galvano Fiamma, le tre colombe che sarebbero uscite dalle sepolture dei santi Sisinnio, Martirio e Alessandro durante la battaglia di Legnano, dopo essersi appoggiate sul Carroccio e aver causato la fuga di Federico Barbarossa, si sarebbero riparate impaurite dal fragore dello scontro in una zona boscosa di San Bernardino[8].
Gli abitanti di San Bernardino sono conosciuti come "quelli al di là del ponte", detto popolare che fa riferimento al ponte della ferrovia che attraversa Legnano: da questo epiteto è derivato il motto della contrada, "Pons gloriae virtutem ligat" (in italiano, "il ponte lega la virtù alla gloria")[9]. Fino al 1939 era presente una passerella pedonale che scalvava la ferrovia e che era nota popolarmente in dialetto legnanese come bilòria[10], termine privo di un'etimologia precisa[11]. Venne costruita alla fine del XIX secolo.
Il suo territorio include la contrada soppressa della Ponzella e di Mazzafame, che fu inglobata da San Bernardino e da La Flora nel 1936 perché i quartieri a cui faceva riferimento non erano molto abitati e quindi avevano difficoltà a sostenere economicamente la partecipazione al Palio[12][13].
La chiesa di riferimento della contrada è quella di San Bernardino; consacrata nel XVII secolo, è stata costruita su proposta di Carlo Borromeo sulle rovine dell'omonima chiesa oratorio menzionata in precedenza[4]. Le prime tracce documentate in cui viene citata l'attuale chiesa risalgono al 1650. Durante i secoli l'edificio religioso si è arricchito di molte opere artistiche, tra cui un prezioso affresco del Cerano[14].
In occasione della vittoria della contrada nella corsa ippica, la copia della croce di Ariberto da Intimiano viene solennemente traslata nella chiesa di riferimento del rione vincitore e qui conservata per un anno: questo ambito simbolo di vittoria è custodito nella chiesa fino all'edizione successiva del palio.
La contrada comprende altre tre chiese: quella di San Giovanni, la chiesa di San Paolo e quella della Ponzella, che è dedicata a santa Maria Maddalena. Consacrata nel 1728, fu costruita per donare al rione Ponzella un edificio religioso in seguito al legato di Carlo Francesco Fassi. Nel 1779 la chiesa della Ponzella diventò oratorio di Gesù Cristo; il campanile fu ricostruito nel 1930.
Il maniero
Nel corso della storia la contrada ha cambiato diversi manieri[N 2][15]. In origine la sede ha trovato perlopiù ospitalità in locali di proprietà dei capitani che si sono succeduti negli anni e di alcuni contradaioli[15].
Negli anni sessanta la sede fu trasferita in un locale del "Circolo fratellanza e pace"[15]. Questa sede fu ampliata a più riprese: inizialmente all'unico locale si aggiunsero altre due stanze e poi, nel 1969, la sala d'armi[15]. In occasione di questo ultimo ampliamento, venne cambiato anche l'arredo, che da spartano diventò di pregio, con mobili che richiamavano lo stile medievale anche grazie all'utilizzo di parti di arredi d'epoca[15]. Questa sede fu il primo maniero – nel senso moderno del termine – di una contrada di Legnano[15]. Tali erano la sua importanza e la sua peculiarità, che sue foto vennero stampate per anni sugli opuscoli e sui pieghevoli del palio[15].
Nel 1977 la contrada si trasferì in un nuovo maniero, questa volta in via Fiume, in alcuni locali a pian terreno messi a disposizione da Marisa Marcati[15]. Negli anni ottanta questo maniero venne ristrutturato e ampliato con l'utilizzo anche del piano superiore[16]. Il maniero di via Fiume fu poi acquistato dalla contrada nel 1997[17]. La sala d'armi era arricchita da alcuni ferri battuti realizzati un contradaiolo e da diverse opere pittoriche che abbellivano le pareti, anch'esse frutto del lavoro di contradaioli[17]. Il maniero di via Fiume comprendeva anche una cucina in grado di consentire la preparazione di un pasto per cento ospiti[17]. Nel 2010 la contrada si è trasferita nuovamente, questa volta in via Somalia[17][18][19]. Il maniero di via Somalia, anch'esso di proprietà della contrada, è stato ricavato da alcuni locali un tempo occupati da una tessitura[17][20].
I colori ed il gonfalone
Sono due le leggende che spiegano i colori della contrada[21]. La prima narra di un capitano d'armi che voleva condannare a morte una ragazza per aver respinto il suo amore. Tale capitano avrebbe graziato la giovane solo se le campane della chiesetta di San Bernardino avessero risuonato senza l'intervento umano. Subito dopo il primo fendente vibrato dall'aggressore, le campane iniziarono a suonare da sole e ciò calamitò l'attenzione di alcuni cavalieri di passaggio, che intervennero traendo in salvo la fanciulla.
La seconda leggenda racconta invece di un'aggressione patita da una fanciulla nelle campagne della contrada da parte di un orso. Alla sua richiesta d'aiuto, gli abitanti fecero suonare le campane della chiesa di San Bernardino. Il loro suono fu udito da alcuni cavalieri di passaggio, che salvarono la giovane.
In entrambe le leggende le tuniche delle ragazze sporcate dal sangue divennero la bandiera della contrada, dove il bianco dell'abito indica la purezza della fanciulla, mentre il rosso del sangue la sua regalità d'animo[21]. La contrada ripropone nel suo gonfalone, oltre ai colori bianco e rosso, il riferimento ad un sole radiante ad otto punte e ad un trigramma a caratteri gotici riportante la scritta Nbs (sigla latina che corrisponde a "Noster Bernardinus Sanctus"; in italiano è tradotto come "Bernardino nostro santo"). Questo stemma è collegato alla tavoletta che san Bernardino presentava ai credenti dopo le sue omelie[22].
Albo d'oro delle reggenze
L'albo d'oro delle reggenze della contrada San Bernardino è[23]:
Anno
Capitano
Castellana
Gran priore
Scudiero
1935
Giovanni Viespoli
Anna Bombaglio
-
-
1936
Giulio Mussi
Anna Bombaglio
-
-
1937
Giuseppe Biscardini
-
-
-
1938
P. Sola
-
-
-
1939
Ennio Buttini
-
-
-
Dal 1940 al 1951 tutte le attività relative al palio di Legnano sono state sospese a causa delle vicende belliche legate alla seconda guerra mondiale[24]
1952
Ennio Buttini
Maria Adele Mussi
-
-
1953
Ennio Buttini
Maria Adele Mussi
-
-
1954
Ennio Buttini
Giovanna Mussi
-
-
1955
Ennio Buttini
Mariuccia Dell'Acqua
-
-
1956
Luciano Frasisti
Mariuccia Dell'Acqua
-
-
1957
Ubaldo Rovelli
Luciana Coglio
-
-
1958
Ubaldo Rovelli
Luciana Coglio
-
-
1959
Eugenio Mussi
Luciana Coglio
-
-
1960
Eugenio Mussi
Luciana Coglio
-
-
1961
Luigi Bertolini
Linuccia Cartabia
-
-
1962
Luigi Bertolini
Linuccia Cartabia
-
-
1963
Luigi Bertolini
Dolores Patritti
-
-
1964
Luigi Bertolini
Luciana Coglio
-
-
1965
Remo Speroni
Anna Landone
-
-
1966
Remo Speroni
Ada Peroni
-
-
1967
Arnaldo Cozzi
Sara Rovelli
-
-
1968
Arnaldo Cozzi
Marinella Calini
-
-
1969
Pierantonio Galimberti
Nicoletta Barbaglia
-
-
1970
Pierantonio Galimberti
Serenella Viespoli
-
-
1971
Pierantonio Galimberti
Serenella Viespoli
Arnaldo Cozzi
-
1972
Pierantonio Galimberti
Gabriella Mantegazza
Eugenio Mussi
-
1973
Pierantonio Galimberti
Daniela Marcati
Eugenio Mussi
-
1974
Pierantonio Galimberti
Daniela Marcati
Eugenio Mussi
-
1975
Pierantonio Galimberti
Mara Rovelli
Angelo Luraghi
-
1976
Pierantonio Galimberti
Mara Rovelli
Angelo Luraghi
-
1977
Pierantonio Galimberti
Mara Rovelli
Angelo Luraghi
-
1978
Fiorenzo Marcati
Clara Marcati
Angelo Luraghi
-
1979
Fiorenzo Marcati
Clara Marcati
Giuseppe Prandi
-
1980
Fiorenzo Marcati
Clara Marcati
Giuseppe Prandi
-
1981
Camillo Della Ricca
Ileana Caldiroli
Giuseppe Prandi
-
1982
Camillo Della Ricca
Ileana Caldiroli
Felice Pastori
-
1983
Camillo Della Ricca
Tiziana Citterio
Felice Pastori
-
1984
Camillo Della Ricca
Tiziana Citterio
Felice Pastori
-
1985
Camillo Della Ricca
Tiziana Citterio
Felice Pastori
-
1986
Marco Ciapparelli
Daniela Colombo
Felice Pastori
-
1987
Ciapparelli Marco
olombo Daniela
Felice Pastori
-
1988
Ciapparelli Marco
Colombo Daniela
Felice Pastori
-
1989
Tiziano Mattuzzi
Liliana Mattuzzi
Felice Pastori
-
1990
Tiziano Mattuzzi
Liliana Mattuzzi
Felice Pastori
-
1991
Flavio Lepri
Liliana Mattuzzi
Felice Pastori
-
1992
Bruno Olgiati
Simona Prandi
Felice Pastori
-
1993
Bruno Olgiati
Simona Prandi
Felice Pastori
-
1994
Bruno Olgiati
Giorgia Galimberti
Roberto Citterio
-
1995
Bruno Olgiati
Daniela Leva
Felice Pastori
-
1996
Tiziano Biaggi
Antonella Guidoni Pisoni
Giuseppe Ricchiuti
-
1997
Tiziano Biaggi
Antonella Guidoni Pisoni
Giuseppe Ricchiuti
-
1998
Tiziano Biaggi
Marta Galimberti
Luciano Cassina
Maurilio Feré
1999
Tiziano Biaggi
Marta Galimberti
Luciano Cassina
Maurilio Feré
2000
Bruno Olgiati
Verusca Bernasconi
Luciano Cassina
Lucio Ballarino
2001
Riccardo Ciapparelli
Barbara Carolo Moroni
Luciano Cassina
Lucio Ballarino
2002
Riccardo Ciapparelli
Barbara Carolo Moroni
Luciano Cassina
Lucio Ballarino
2003
Riccardo Ciapparelli
Elisa Girardi
Luciano Cassina
Lucio Bonini
2004
Riccardo Ciapparelli
Cristina Panni Battistella
Massimo Locarno
Donato Lattuada
2005
Alessandro Moroni
Annalisa Casero
Luca Bonini
Claudio Fabiano
2006
Alessandro Moroni
Annalisa Casero
Luca Bonini
Claudio Fabiano
2007
Alessandro Moroni
Valentina Schirato
Luca Bonini
Alessandro Carugo
2008
Alessandro Moroni
Nadia Cagnin
Luca Bonini
Alessandro Carugo
2009
Lucio Ballarino
Nadia Cagnin
Luca Bonini
Guerriero Rocco
2010
Lucio Ballarino
Michela Miramondi
Gianluigi Dell'Acqua
Luca Della Vedova
2011
Lucio Ballarino
Barbara Della Ricca
Gianluigi Dell'Acqua
Luca Della Vedova
2012
Lucio Ballarino
Barbara Della Ricca
Gianluigi Dell'Acqua, poi Roberto Riva
Stefano Monici
2013
Luca Bosatta
Sara Caccia
Roberto Riva
Stefano Monici
2014
Luca Bosatta
Sara Caccia
Luca Bonini
Mauro Monti
2015
Luca Bosatta
Sara Caccia
Luca Bonini
Giordano Aventaggiato
2016
Ivan Ferioli
Chiara Bosetti
Carla Marinoni
Morris Biagi
2017
Stefano Monici
Paola Raimondi
Mauro Citterio
Mario Barlocco
2018
Doriano Sciocco
Silvia Banfi
Felice Pastori
Davide Gorletti
2019
Doriano Sciocco
Silvia Banfi
Alessandro Moroni
Riccardo Colombo
2020
Ermenegildo Lilli
Silvia Banfi
Alessandro Moroni
Riccardo Colombo
2021
Ermenegildo Lilli
Silvia Banfi
Alessandro Moroni
Riccardo Colombo
2022
Ermenegildo Lilli
Silvia Banfi
Alessandro Moroni
Riccardo Colombo
2023
Ermenegildo Lilli
Ilaria Bortignon
Alessandro Moroni
Domenico Gumin
2024
Domenico Gumina
Ilaria Bortignon
Andrea Franco Colombo
Marco Mariano
Nota: in grassetto le reggenze che hanno retto la contrada in occasione delle vittorie al palio.
La finale del 1981 è stata corsa due volte a causa dell'arrivo in perfetta parità di San Domenico e San Bernardino, tanto che non si riuscì a stabilire il vincitore nemmeno al fotofinish. Si corse quindi un'ulteriore finale ridotta a queste sole due contrade, in cui vinse San Domenico[25]. La contrada ha anche vinto un'edizione della provaccia (1991)[26] senza mai riuscire a realizzare il "cappotto".
Note
Esplicative
^In italiano: "il ponte lega la virtù alla gloria".
^I "manieri" sono le sedi delle contrade di Legnano.
^La Provaccia, su contradalegnarello.it. URL consultato il 29 maggio 2017.
Bibliografia
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Giorgio D'Ilario, Egidio Gianazza, Augusto Marinoni, Legnano e la battaglia, Edizioni Landoni, 1976, SBNIT\ICCU\LO1\1256757.
Gabriella Ferrarini, Marco Stadiotti, Legnano. Una città, la sua storia, la sua anima, Telesio editore, 2001, SBNIT\ICCU\RMR\0096536.
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Giorgio Vecchio, Gianni Borsa, Legnano 1945 -2000. Il tempo delle trasformazioni, Nomos Edizioni, 2001, SBNIT\ICCU\CFI\0528579.