La chiesa di Sant'Andrea[1] e il primitivo cenobio appartenenti al Gran Priorato dell'Ordine equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme sotto il titolo di «Sant'Andrea e Sant'Elia»[2] costituiscono un aggregato religioso ubicato nella parte nord occidentale della città di Piazza Armerina. La chiesa è affidata all'Ordine Equestre del santo Sepolcro di Gerusalemme - Delegazione di Piazza Armerina.
Nel 1148 dallo stesso Aleramico e dalla moglie Thomasia fu donata all'Ordine equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme con l'annesso cenobio, dotata di una cospicua rendita, che servì per partecipare alle spese per la difesa di Gerusalemme fino a quando quest'ultima non fu conquistata dai turchi nel 1244.
Il Priore di Sant'Andrea, nominato prima dai Conti Aleramici e poi dai Re di Sicilia, confermato sempre dal Pontefice, fu scelto per secoli tra le più alte personalità della Sicilia e sedeva per diritto al Parlamento Siciliano.
Sin dalla sua costituzione canonica, immediatamente a ridosso della prima crociata, due erano le funzioni espletate dal Gran Priorato:
) Appartenere alla capillare rete di strutture ricettive per garantire i pellegrinaggi presso il Santo Sepolcro
) Costituire in territorio continentale una struttura adeguata atta a garantire l'immediato ricovero, riparo dei contingenti del fronte cristiano in caso di disfatta.
Per volontà di Martino I di Trinacria e della consorte Maria di Sicilia, principessa d'Aragona, di Atene e di Neopatria, che nominarono Giovanni III Suriano, barone di Ramursura, primo Gran Priore del Cenobio costituito, con dignità Patriarcale di mero e misto impero sulle ingenti commende e feudi gerosolimitani in Val di Noto e Val Demone, con dignità di Patriarca e Principe di Gerusalemme, primo Gran Priore fuori dalla Palestina.
Nel 1392 ebbe dignità ducale e trentacinquesimo seggio fra i Pari del regno. Successivamente all'esilio di Artale Alagona gli fu riconosciuta la Signoria comitale di Piazza con l'annessa capitania e castellania del nuovo mastio fatto erigere dai Martini di Trinacria e d'Aragona divenendo fra i più temuti baroni del Regno di Sicilia e protettore della Corona d'Aragona (primo Signore, primo Capitano e primo Castellano di Piazza Armerina).
Epoca contemporanea
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Interno
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Opere
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Priori
Monsignor Alfonso Airoldi, arcivescovo di Eraclea e Gran Priore di Sant'Andrea di Piazza Armerina, Giudice del Tribunale dell'Apostolica Legazia, marchese di Santa Colomba, Ordinario della Fedelissima e Vittoriosa Città di Calascibetta.
Priorato di Sant'Elia di Adrano
Questa chiesa si deve ad Adelicia, nipote del conte Ruggero. Governata dai canonici regolari di Sant'Agostino, era una dipendenza della chiesa del Santo Sepolcro di Gerusalemme. Di essa ai piedi della rocca, erroneamente detta di San Leo resiste una parte del campanile.
Sui resti nel 1626 fu eretta una torre di guardia, dai baroni Guzzardi. Rocco Pirri la dice fondata con certezza dalla predetta principessa normanna.
Priorato di Sant'Andrea di Lentini
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OESSH
Luoghi sacri di Sicilia custoditi dall'Ordine dei Cavalieri del Santo Sepolcro di Gerusalemme:[5]
^Le origini storiche dell'Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme in Sicilia da Normanni agli Aragonesi Copia archiviata, su santosepolcrosicilia.it. URL consultato il 4 giugno 2015 (archiviato dall'url originale il 29 maggio 2015).
Ignazio Nigrelli, Il tesoro nascosto di Piazza Armerina, in "Kalós", anno IV n. 6, novembre-dicembre 1992, pp. 28-33
Tancredi Bella, S. Andrea a Piazza Armerina, priorato dell’Ordine del Santo Sepolcro. Vicende costruttive, cicli pittorici e spazio liturgico, Edizioni Lussografica, Caltanissetta 2012