Il centro abitato, esteso nell'Appennino campano a sud-est del colle San Bartolomeo, è il comune più orientale della provincia.
La sua escursione altimetrica è pari a 541 m s.l.m. con una quota minima di 409 m. e una massima di 950 m. La superficie agricola utilizzata è pari a 4361,18 ettari (ha)[4].
Origini del nome
Il nome deriverebbe dal possesso del castello da parte di un franco o francese, in epoca angioina[5], allorquando il borgo era noto come Castellum Francolum o Castellum de Franco. Secondo un'altra ipotesi franco costituirebbe invece un aggettivo e significherebbe "libero da tassazione".[6]
L'aggiunta "in Miscano" si riferisce all'omonimo torrente, affluente di destra del fiume Ufita.
Storia
Fin dall'epoca normanna Castelfranco fu legata più volte alla contea di Ariano; nel Catalogus baronum il feudatario locale era un tale Rafrire. La baronia di Castelfranco è attestata anche in epoca angioina, allorquando il borgo dovette contribuire al restauro della fortezza di Crepacuore, situata lungo la via Francigena; i feudatari dell'epoca furono i De Lecto e i Buisson. In epoca aragonese Castelfranco rivestì una notevole rilevanza strategica, tanto che lo stesso re Ferdinando vi giunse allo scopo di passare in rassegna le proprie truppe; in tale periodo il dominio passò nuovamente ai conti di Ariano, tra i quali spiccano Francesco Sforza e Innico de Guevara. Fra gli ultimi feudatari si citano i Caracciolo, i Di Sangro e i Mirelli.[6]
Da un punto di vista amministrativo il comune nel quadriennio 1743-46 fu soggetto alla competenza territoriale del regio consolato di commercio di Ariano nell'ambito della provincia di Principato Ultra[7], cui appartenne fino al 1811; in seguito fece parte del distretto di Bovino nella Capitanata per passare infine, nel 1861, alla neonata provincia di Benevento.
Simboli
Lo stemma comunale è stato riconosciuto con DCG del 10 gennaio 1930.[8]
«D'azzurro, alla torre quadrata di tre piani d'oro, aperta e finestrata di tre del campo, cimata di tre fiamme di rosso e fondata su pianura erbosa di verde. Ornamenti esteriori da Comune.[9]»
Il gonfalone è un drappo di azzurro.
Monumenti e luoghi d'interesse
Ruderi delle mura e del castello medievale, avanzano i due pilastri dell'antica porta, detta della Terra.
Chiesa e convento di Santa Maria delle Grazie, poi sede della casa comunale, del XIII secolo.
Chiesa di San Giovanni Battista, protettore del borgo.
Cappella rurale di San Lorenzo: la chiesa originaria era dei primi dell'Ottocento; dotata di un orto, nei primi tempi veniva custodita da un gruppo di monaci, poi da un eremita, quindi cadde in rovina. Crollata nel 1926, fu successivamente ricostruita.[10]
Aequum Tuticum: tipico esempio di vicus romano, all'incrocio tra le antiche vie Aemilia, Minucia (poi Traiana) ed Herculia. Fin dal Settecento il cartografo francese Jean-Baptiste Bourguignon d'Anville intuì che Aequum Tuticum doveva trovarsi presso Castelfranco; successivamente il sito fu localizzato appena qualche chilometro più a sud, sull'altipiano di Sant'Eleuterio nell'odierno territorio comunale di Ariano Irpino.[11]
Le bolle della Malvizza, il più vasto complesso di vulcanetti di fango dell'Appennino meridionale, emergono da un ampio pianoro lungo la principale strada di accesso al paese.
Le numerose aziende agro-zootecniche sono alla base dell'economia cittadina. Notevoli sono soprattutto le colture cerealicole e l'allevamento bovino. Non mancano alcuni prodotti tipici, legati alla tradizione locale, come il caciocavallo di Castelfranco[15].
Turismo
Il territorio comunale è attraversato dal tratturello Volturara-Castelfranco (un'antica via della transumanza) e lambito dal tratturello Camporeale-Foggia. Quest'ultima direttrice, che ricalca il percorso dell'antica via Traiana[16], ebbe notevole risalto durante tutto il medioevo in quanto parte integrante della via Francigena[17]; ciò ha permesso al comune di entrare a far parte del distretto turistico-religioso Viaticus[18] e dell'Associazione Europea delle Vie Francigene[19].
Altre strade provinciali collegano il borgo con i comuni limitrofi di Ginestra, Montefalcone, Roseto e Faeto, questi due ultimi situati nella confinante Puglia.
^Castelfranco in Miscano, su Archivio Centrale dello Stato. URL consultato il 25 settembre 2023.
^ Luigi Rangoni Machiavelli, Stemmi delle colonie, delle provincie e dei comuni del Regno d'Italia riconosciuti o concessi dalla Consulta Araldica del Regno al 1º novembre 1932, in Rivista del Collegio Araldico, anno XXXI, 1933, p. 315.