Campanaro (feudo)
Campanaro (o Casale Campanaro, in latino medievale Casale Campanarii[1]) era un antico borgo feudale appartenuto alla contea di Ariano. I suoi ruderi emergono nell'alta valle del Miscano, circa 250 metri[2] a nord dell'antico tratturello che unisce Volturara Appula e Castelfranco in Miscano alle Tre Fontane di Greci.[3] Il sito di Campanaro sorge su un modesto terrazzo fluviale presso la confluenza di diversi torrenti, i quali immediatamente a valle del borgo in rovina si uniscono per dar vita al fiume Miscano. L'intera zona è ricca di acque, riparata dai venti ed esposta a mezzogiorno. StoriaL'etimologia del toponimo (campanàro nei dialetti campani significa "campanile"[4]) è probabilmente ricollegabile all'antica chiesa arcipretale di Santa Maria, ben attestata nei documenti medievali ma da lungo tempo scomparsa[5]; l'area è stata comunque sempre sottoposta alla diocesi di Ariano. Non si sa quando il borgo fu edificato, anche se risultava già citato nel Catalogus baronum di epoca normanna (XII secolo)[5], allorquando Ariano era sede di una vasta grancontea[6]. Al tempo degli Angioini, nel 1299, è poi documentata una disputa di confine tra Mainardo, feudatario di Campanaro, e Goffrido de Dragone, signore di Vetruscelli[1]; anche quest'ultimo insediamento (situato più a monte e più a nord di Campanaro) apparteneva alla contea e diocesi di Ariano. A sud di Campanaro, oltre il torrente Tre Fontane, vi era invece il feudo Sant'Eleuterio, ubicato sull'omonimo altipiano (nel moderno territorio di Ariano Irpino) e corrispondente all'antica Aequum Tuticum, importante snodo viario di epoca romana[7]. L'assistenza religiosa ai fedeli residenti era regolarmente esercitata da un presbitero diocesano operante in loco; in particolare si cita la figura di Bartolomeo Grasso, canonico della cattedrale di Ariano e arciprete di Campanaro per lunghi decenni (almeno dal 1362 al 1407)[5]. Il centro abitato è poi citato per l'ultima volta nel 1466[8], dopodiché la località risulta essere permanentemente spopolata e accorpata a Castrum Franculi (l'attuale Castelfranco in Miscano); le cause e la data esatta della sua distruzione rimangono tuttavia ignote[5]. Note
Bibliografia
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