Anticamente la località era nota con il nome di Crispignano.[1]
Storia
Il suo nome è legato principalmente alle vicende della chiesa di Santa Maria di Carpignano e della tavola, raffigurante la Madonna col Bambino, nella stessa chiesa conservata.
Secondo la leggenda nel 1150 nel tronco di un grosso carpine venne ritrovata una tavola dipinta raffigurante la Vergine col Bambino. Intorno a questo carpine venne costruita una piccola chiesa in cui trovò dimora la tavola della Vergine.
Nel 1478 questa Chiesa, dal vescovo di Frigento, venne incorporata alla chiesa di Santa Maria Maggiore di Grottaminarda.
Nel corso dell'Ottocento, e in concomitanza della pioggia miracolosa del 1859, la chiesa venne ricostruita e affida a dei romiti.
Nel 1901 arrivano a Grottaminarda i Padri mercedari e presero in custodia la chiesa. Con il loro arrivo inizia la rivalutazione della chiesa e della frazione di Carpignano.
I frati, infatti, saranno promotori di numerosi iniziative, quali la costruzione del convento (1907), la creazione della nuova parrocchia di Santa Maria di Carpignano (1910), l'installazione della linea elettrica (1939); l'attivazione delle cinque classi della scuola elementare (1939); l'attivazione dei corsi della scuola magistrale privata (1972).[2]
La comunità mercedaria di Carpignano
Fondatore della comunità mercedaria carpignanese fu P. Adolfo Londei, primo superiore della comunità. Egli giunse a Carpignano nel febbraio 1901, insieme a fr. Ferdinando Bandiera e a P. Antonio Giuliano.
Nei primi tempi abitarono in una casetta situata sul destro della chiesa, poi, una volta decisa la costituzione di una nuova comunità, iniziarono la costruzione del nuovo convento. La prima pietra fu benedetta il 17 maggio 1902 e i lavori si conclusero nel 1907.[3]
La parrocchia di Santa Maria di Carpignano venne costituita il 10 giugno 1910 e ricevette il regio assenzo il successivo 29 settembre. La parrocchia, che raccoglie 419 fedeli[5], dal 1998[6] è parte della diocesi di Ariano Irpino-Lacedonia.
Dell'antica effigie non è rimasto altro che il supporto, che l'ultimo restauro del 2004 ha datato al secolo XII.[8]
L'immagine che noi vediamo attualmente è parte della ridipintura del XVI secolo, e anche questa ha subito numerosi interventi di restauro.
Il soggetto della tavola è una Madonna in trono con il Bambino: la Vergine, incoronata, è rappresentata seduta, con un ampio mantello decorato a stelle e una tunica drappeggiante; il bambino è ritto sulle ginocchia della madre.
^"Acta Apostolicae Sedis" n. 90 del 1998, pp. 58-60 e 239-240.
^Rubino Antonio, I Mercenari e il Santuario di Santa Maria di Carpignano. Roma, Tipografia Santa Lucia, 1994; Monaco, Emilio, Il Faro della valle. La Madonna di Carpignano tra storia e leggende. Ariano Irpino, 2006.
^Piezzo Umberto, La Storia, in Maria Santissima di Carpignano. Storia, Devozione, Restauro. 21 marzo 2004. Ariano Irpino, Arti grafiche Lucarelli, 2004, p. 17.
Bibliografia
Rezza Adolfo, Brevi Cenni Storici del Santuario di Maria SS.ma di Carpignano. Roma, 1910.
Rezza Adolfo, Cenni storici del Santuario di Maria SS. di Carpignano. Napoli, Tipomeccanica Marra, 1950.
Gambino, Nicola, Santa Maria di Carpignano. Il santuario e la sua storia. Carpignano, Edizioni Padri Mercedari, (Baronissi, Arti Grafiche Landi) 1988.
Rubino Antonio, I Mercedari e il Santuario di Santa Maria di Carpignano. Roma, Tipografia Santa Lucia, 1994.
Maria Santissima di Carpignano. Storia, Devozione, Restauro. 21 marzo 2004. [Ariano Irpino, Arti grafiche Lucarelli, 2004].
Monaco, Emilio, Il Faro della valle. La Madonna di Carpignano tra storia e leggende. Ariano Irpino, 2006.
Sito Web ufficiale della Parrocchia, su madonnadicarpignano.com. URL consultato il 20 novembre 2018 (archiviato dall'url originale il 28 dicembre 2010).