Callianetto
Callianetto (Callianet in piemontese) è una frazione del comune di Castell'Alfero in provincia di Asti posta a circa 165 metri sul livello del mare tra le colline dell'alto Monferrato. Dalla città di Asti dista circa 10 km a nord sulla strada statale Asti-Casale Monferrato. Callianetto è gemellato con Lafrançaise (Francia). StoriaDalle cronache dello storico astigiano, l'avvocato Gian Secondo de Canis, Callianetto fu fondata da alcuni abitanti del comune di Calliano (distante circa 6–7 km) che cercarono rifugio nelle zone in cui ora sorge la frazione, ricca di boschi e di zone di difficile accesso, nel periodo in cui il territorio astigiano era protagonista di lotte civili. L'assonanza dei due nomi infatti, Calliano e Callianetto, è stata probabilmente voluta per mantenere un contatto con il paese d'origine. Intorno al 1600, Castell'Alfero e quindi Callianetto, furono collocate sotto la protezione della città di Asti e alla fine del XVI secolo furono messe alle dipendenze del Duca di Savoia. Nel 1619, Callianetto divenne feudo di Gerolamo Germano, Marchese di Ceva.[1] Geografia fisicaTerritorioIl territorio è principalmente circondato da colline, vigne e boschi dove gli alberi più presenti sono robinia, castagno e quercia. La frazione è attraversata dal rio Maggiolino e dall'affluente, il rio Valmarchese. Luoghi di interesseChiesa parrocchiale SS. AnnunziataLa chiesa della frazione viene nominata per la prima volta il 2 novembre del 1265 dall'editto del vescovo di Asti che all'epoca proibì ai Consoli di Callianetto che amministravano la struttura, la celebrazione di qualunque funzione di tipo religioso. Nel 1345, viene citata sui registri delle Chiese della Diocesi di Asti. Nel 1570 la chiesa viene citata dal monsignor Domenico Della Rovere come "cappellania". Quindici anni dopo, il vescovo Angelo Peruzio, nella sua visita pastorale, decretò che la chiesa dipendesse dalla Parrocchia di S. Pietro di Cossano, avendola trovata strutturalmente agibile. Gli abitanti di Callianetto non furono d'accordo perché ritenevano che la chiesa avesse bisogno di un cappellano autonomo e dopo varie insistenze, la Chiesa diventò parrocchia nel 1627 in occasione della visita pastorale di monsignor Ottavio Broglia. Nel 1663 il vescovo Paolo Roero ritenne opportuno ordinare una ristrutturazione dell'edificio per le sue pessime condizioni, interrompendo le funzioni fino allo svolgimento conclusivo dei lavori. Quasi 100 anni dopo, nel 1749, Monsignor Giovanni Todone decretò che la chiesa era in discrete condizioni. Il campanile venne dotato di 3 campane nel 1873 e nel 1928 ci furono delle modifiche alla facciata esterna. La chiesa oggi risulta in buone condizioni e al suo interno si possono ammirare un gruppo ligneo del seicento, raffigurante la Madonna e l'Arcangelo Gabriele, dipinti di Luigi Morgari e di Giovanni Lamberti, un organo e il coro in noce risalente all'ottocento.[2] Ciabòt ëd GiandojaCiabòt ëd Giandoja si potrebbe tradurre come "Casetta di Gianduja" e si tratta di una costruzione rurale molto vecchia, situata in località Lovisoni sul Monte del Fico. Soprannominata in lingua piemontese "Ca dël Fuin" (letteralmente casa della faina) per il luogo solitario in cui è posta in mezzo ai boschi, raggiungibile da una stradina molto impervia, è una facile dimora di fortuna per gli animali del bosco che la circonda. La casa ha circa trecento anni ed è composta da stanze molto piccole con soffitti in legno. In passato apparteneva a dei privati cittadini ma nel 1949 l'amministrazione del comune di Castell'Alfero decise di acquistare il Ciabot per poi dichiararlo monumento regionale. Nel 1950 la società dolciaria Caffarel di Torino, inventrice del famoso cioccolatino gianduiotto, acquista il fabbricato per poi donarlo al comune di Asti come inizio per istituire un Museo della Maschera. Quattro anni dopo, il comune di Asti decide di donare nuovamente il fabbricato al comune di Castell'Alfero che ne è in possesso tuttora. Nel 2000 la pro loco di Callianetto attua un progetto di ristrutturazione di rivalutazione d'accordo con il comune di Castell'Alfero. Successivamente il locale viene ceduto in uso alla frazione di Callianetto. Negli ultimi anni, numerosi eventi si sono susseguiti all'interno della struttura come la manifestazione musicale CeroanKio, rock aid organizzato, tra gli altri volontari, dal gruppo salesiano Don Bosco del comune di Asti.[3] GiandujaPersonaggio storico e di celebrità mondiale, la maschera di Gianduja deve la sua origine proprio a Callianetto e la sua storia risale alla fine del Settecento. Dalle cronache del tempo[4] risulta che all'epoca lavorasse in piazza Castello nella città di Torino, un burattinaio molto abile che si chiamava Umberto Biancamano e che era originario di Callianetto. Soprannominato "Giuanìn D'ij Usèi" (letteralmente "Giovannino degli uccelli"), dato che in quella piazza, davanti a Palazzo Madama, al sabato si vendevano cardellini, merli e passerotti. Le scenette che venivano presentate attaccavano il Governo, la pubblica amministrazione e soprattutto la sorella di Napoleone, Paolina Bonaparte. Il burattinaio portò in scena le vicende di Gerolamo (Giròni in lingua piemontese), incarnando in lui lo spirito dei contadini piemontesi. Presso la famiglia Amico, in quegli anni, prestava servizio Giovan Battista Sales che imparò l'arte del burattinaio proprio da Giòanin e, una volta imparato il mestiere, si allontanò da Torino in cerca di fortuna, essendo la piazza torinese già occupata da Biancamano. Si recò così nella città di Genova e nel 1802 si mise in società con Gioacchino Bellone, altro burattinaio proveniente da Racconigi. TeatroIl duo teatrale Mario Amendola e Bruno Corbucci portarono in scena per la prima volta il 3 novembre 1970, al Teatro Alfieri di Asti la commedia "Siamo quelli di Callianetto", con le musiche scritte dal maestro Giovanni D'Anzi e interpretato da Erminio Macario.[5] Prodotti tipiciUno dei piatti tipici della frazione è il Tortino Gianduja. La pro loco di Callianetto partecipa inoltre al Festival delle sagre astigiane che si tiene ogni anno, la seconda domenica di settembre in piazza del Palio ad Asti, con:
Feste, fiere e sagre
SportIl tamburello a muro (tambass in lingua piemontese) è uno sport molto diffuso nell'Astigiano e ha una forte tradizione a Callianetto. Il comune di Castell'Alfero ne ha fatto l'attività sportiva principale avendo sul suo territorio quattro campi da gioco. A Callianetto si trova lo sferisterio "Prospero Dezzani", dove la squadra locale disputa le partite casalinghe. Il 29 luglio 2015 lo sferisterio muta la denominazione in "Silvano Rosso già Prospero Dezzani" in memoria dell'indimenticato storico dirigente della squadra[6]. Note
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