Braccio BracciBraccio Bracci (Santa Croce sull'Arno, 9 novembre 1830 – Livorno, 8 dicembre 1904) è stato un poeta, drammaturgo e giornalista italiano. BiografiaNato in provincia di Pisa nel 1830, studiò presso il collegio di San Sebastiano a Livorno e si laureò in giurisprudenza all'Università di Pisa. Esercitò la professione di avvocato a Livorno, contemporaneamente dedicandosi alla poesia, soprattutto alla improvvisazione di ottave e sonetti insieme agli amici. Nel 1856 pubblicò Fiori e spine. Nuovi canti, una raccolta di versi di gusto pratesco, che non venne apprezzata dal circolo degli Amici pedanti per la mancanza di classicità, e profondamente criticata da Giuseppe Torquato Gargani, il quale appoggiato da Ottaviano Targioni Tozzetti e Giosuè Carducci, scrisse una Diceria a condanna di quei versi intitolata Di Braccio Bracci e di altri poeti nostri odiernissimi. Il letterato Enrico Nencioni si schierò dalla parte di Bracci scrivendo su Lo Spettatore dei versi intitolati Al Manzoni[1]. Bracci collaborò ad alcuni quotidiani come i livornesi Euterpe e Il Popolano, da lui fondato e diretto per pochi anni. Fu anche autore di opere teatrali, perlopiù tragedie cariche di pathos e di passioni, che però apparendo sempre monotone e incapaci di suscitare emozioni reali, portarono i detrattori a soprannominarlo il bastardo del Niccolini. Morì l'8 dicembre 1904 a Livorno all'età di 74 anni. Opere
Note
Collegamenti esterni
|
Portal di Ensiklopedia Dunia