Bagno di Romagna
Bagno di Romagna (Bagn in romagnolo[4]) è un comune italiano di 5 582 abitanti[1] della provincia di Forlì-Cesena in Emilia-Romagna, storicamente compreso nell'area geografica della Romagna toscana. Il municipio non si trova nella località che porta il nome del comune ma nell'adiacente San Piero in Bagno. Noto per le sorgenti termali è situato nell'Appennino tosco-romagnolo e fa parte del parco nazionale delle Foreste Casentinesi, Monte Falterona e Campigna. Geografia fisicaIl comune si trova a un'altitudine compresa tra i 339 e 1500 m s.l.m., a 49 km da Cesena e si sviluppa lungo la vallata del fiume Savio e in parte lungo la vallata del fiume Bidente fino a raggiungere la dorsale appenninica confinante con la regione Toscana. Dista 66 km da Arezzo. StoriaPreistoriaLe prime tracce di insediamenti umani risalgono all'età del bronzo, come mostrano i ritrovamenti di monili e reperti nelle frazioni limitrofe di Rio Salso, San Silvestro e Selvapiana. Periodo romanoGià abitato dagli Umbri, i Romani vi fondarono Oppidum Balnei, così chiamato per le acque termali.[5] Le terme sono citate in un epigramma (IX 58) dal poeta della corte imperiale Marziale. Il paese era un luogo di sosta nei transiti tra Roma e Ravenna[6]. Periodo medievaleDopo la caduta dell'Impero, il centro abitato venne distrutto dai Goti nel 540. I primi secoli dell'Alto Medioevo vedono la mancanza di documentazione storica. Nel IX secolo, è documentata la presenza di una pieve dedicata a santa Maria e l'autorizzazione per fondazione di un monastero benedettino nelle vicinanze. Il paese riprende così a fiorire attorno al complesso sacro. Una certa tranquillità viene vissuta sotto il dominio della potente famiglia dei Guidi,[7] che alla fine del XIV secolo vanta il possesso di numerosi borghi e castelli siti nell'Appennino tosco-romagnolo. È proprio in questo periodo che Bagno di Romagna viene fortificata con una cinta muraria e viene istituito un mercato di merci che col tempo, da piazza e mercatale, si evolverà nell'abitato stabile di San Piero in Bagno[8]. Terminata la dominazione dei Guidi, nel 1404 Bagno entra nell'orbita fiorentina e, dal 1406 al 1453, fu concesso come signoria ai Gambacorti di Pisa.[9] Territorio della Repubblica di Firenze, rimarrà dominio dei Medici, e del successivo Granducato di Toscana fino al 1860. Sotto i Medici, Bagno diviene "capitanato", le sue terme sono frequentate anche da uno dei figli di Lorenzo il Magnifico e dallo scultore Benvenuto Cellini. Nel 1498 vi muore Giovanni de' Medici, marito di Caterina Sforza, signora di Forlì, e padre del futuro Giovanni dalle Bande Nere. Parallelamente, il commercio si anima e l'attività di agricoltura e pastorizia, un tempo fiorente,[10] lascia il posto all'artigianato, in grado di produrre rosari e bottoni in legno esportati in tutta Italia. Rinascimento ed età modernaNel 1520 tutto il territorio di Bagno di Romagna è annesso dal papa Leone X alla diocesi di Sansepolcro. Bagno di Romagna diviene un centro di passaggio per chi viene dalla Toscana o dall'Umbria o per chi effettua il percorso in senso contrario, dalla pianura padana alla Valle del Tevere. Ma è esposta anche a numerose incursioni: nel 1527 le truppe lanzichenecche di Carlo V, guidate da Georg von Frundsberg, nella loro calata che porterà al Sacco di Roma, distruggono la rocca di Corzano,[11] saccheggiano la zona e si abbandonano ad atti vandalici contro i monumenti, tra cui l'abbazia e la basilica. Con l'Unità d'Italia (1861), Bagno di Romagna si trova compresa nei territori della provincia di Firenze. Nel 1923, in seguito agli spostamenti dei confini provinciali voluti da Benito Mussolini (che, per l'ambizione di dare importanza alla propria provincia d'origine, volle annettervi i comuni dell'ex circondario di Rocca San Casciano e soprattutto le sorgenti del Tevere), entra a far parte della Provincia di Forlì. Quando, nel dopoguerra, vengono istituite le Regioni, il comune si trova in Emilia-Romagna, mentre nel 1975 le sue varie parrocchie sono passate dalla diocesi di Sansepolcro alla diocesi di Cesena (Valle del Savio) e a quella di Forlì (valle del Bidente). Seconda guerra mondialeDopo l'8 settembre 1943 e soprattutto dopo il primo arretramento del fronte d'occupazione tedesco, l'abitato si ritrova sulla Linea Gotica, occupato dalla Wehrmacht e con gli Alleati a pochi chilometri in Toscana con il contrapporsi dei partigiani della 8ª Brigata Garibaldi ai nazisti e ai fascisti; parte del suo territorio fece parte di una delle prime Repubbliche partigiane sorte nel periodo, la Repubblica partigiana del Corniolo. Questi scontri portarono all'eccidio del Carnaio, nel luglio 1944, da parte dei nazifascisti e poi alla liberazione, nel settembre successivo, quando i nazisti si ritirarono e l'esercito britannico occupò il paese. Dal dopoguerra in poiIndustrializzazione e boom economico hanno gradualmente portato a un buon tenore di vita. Tuttavia gli isolati abitati montani sono stati abbandonati principalmente in favore dei due paesi della valle (Bagno e San Piero) e le campagne si sono nettamente spopolate. Oggi il comune è un fiorente centro turistico. SimboliLo stemma e il gonfalone sono stati concessi con decreto del presidente della Repubblica del 5 aprile 1995.[12] «D'argento, alla torre di due palchi, di rosso, mattonata di nero, merlata alla guelfa, il palco inferiore di cinque, quello superiore di quattro, il palco inferiore chiuso di nero, quello superiore finestrato di uno, dello stesso, essa torre fondata sulla pianura convessa, di verde. Ornamenti esteriori da Comune.» È rappresentata la torre del borgo fortificato costruito dai conti Guidi che nel XV secolo passò sotto la repubblica di Firenze. Il gonfalone è un drappo di rosso. Onorificenze«Centro strategicamente importante, posto sulla "Linea Gotica", durante l'ultimo conflitto mondiale, si adoperò con la popolazione tutta a dare ospitalità e rifugio alle famiglie sfollate delle grandi città ed ai soldati italiani e stranieri sbandati o fuggiti dai campi di concentramento. Contribuì generosamente alla guerra di liberazione con la costituzione di varie formazioni partigiane, subendo feroci rappresaglie che provocarono la morte di numerosi ed eroici cittadini. Nobile esempio di spirito di sacrificio ed amor patrio. Bagno di Romagna (Forlì-Cesena), 1943-1944»
— 28 luglio 2004[13] Monumenti e luoghi d'interesseI centri storici di Bagno di Romagna e di San Piero in Bagno insieme al rilievo montuoso di Corzano sono sottoposti a vincolo di tutela paesaggistica per Decreto Ministeriale del 1996[14]. Architetture religiose
Architetture civili
Aree naturali
SocietàEvoluzione demograficaAbitanti censiti[17] Etnie e minoranze straniereSecondo i dati ISTAT al 31 dicembre 2019 la popolazione straniera residente era di 366 persone. Le nazionalità maggiormente rappresentate in base alla loro percentuale sul totale della popolazione residente erano: CulturaMusei
Teatri
EconomiaOltre alle attività industriali e artigianali (metalmeccanica, carpenteria, meccatronica per automotive), è rilevante il turismo termale, paesaggistico, escursionistico ed eno-gastronomico, che fonde la tradizione romagnola con quella toscana: primizie da agricoltura biologica (formaggi), selvaggina (cinghiale, cervo, daino, lepre, capriolo), tartufi e funghi. AmministrazioneDi seguito è presentata una tabella relativa alle amministrazioni che si sono succedute in questo comune.
GemellaggiEventiIl 17 maggio 2017 Bagno di Romagna è stato il traguardo di arrivo della undicesima tappa del 100º Giro d'Italia, con doppio passaggio cittadino e circuito del Monte Fumaiolo[23][24]. Note
Bibliografia
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