La pattuglia keniota comprende: Paul Tanui, terzo a Pechino 2015, Bidan Karoki (quarto) e Geoffrey Kamworor.
Il campione in carica, olimpico e mondiale, Mohammed Farah è contro tutti. Essendo l'uomo da battere, bisognerebbe tenere un ritmo elevatissimo in modo da sfiancare il campione.
Non succede niente di tutto questo. I primi 5000 metri sono coperti in 13'53”11: troppo lenti. Il ritmo si fa sostenuto solamente quando mancano 2 km all'arrivo. A un km dalla fine Farah sale in testa al gruppo per la prima volta. Sembra manifestare l'intenzione di condurre la gara fino alla fine. Imprime un'accelerazione a 9200 metri percorrendo il penultimo giro in 61”24. Al suono della campanella lancia una lunga volata ma sul rettilineo opposto a quello d'arrivo Tanui lo sopravanza. All'inizio del rettilineo finale Farah è ancora secondo, ma riesce a cambiare ritmo e va a vincere con mezzo secondo di vantaggio. Al terzo e quarto posto si piazzano gli etiopi Tola e Demelash. Il vincitore ha corso l'ultimo giro in 55”36.
Galen Rupp peggiora il suo secondo posto di Londra 2012 finendo quinto.
Mohammed Farah è il sesto uomo a vincere due ori olimpici consecutivi sui 10000 metri.