Aquila d'Arroscia
Aquila d'Arroscia (Aquila d'Areuscia in ligure[4]) è un comune italiano di 140 abitanti[1] della provincia di Imperia in Liguria. La sede comunale è ubicata presso la borgata di Piazza. Geografia fisicaIl paese di Aquila d'Arroscia è situato in valle Arroscia, poco sotto la displuviale della Rocca del Bozzaro (948 m) e ai confini con le valli Pennavaira e Ferraia. Altre vette del territorio comunale sono il monte Torretta (852 m). Uno dei pochi laghi presenti nel territorio provinciale imperiese è il lago artificiale della Ferraia, presso il rio omonimo e alla quota di 780 m s.l.m., immerso tra boschi di betulle e faggi. La diga è alta 10 metri ed è stata costruita nel 1998 per l'opera di irrigazione dei comuni di Aquila d'Arroscia, Borghetto d'Arroscia e Ranzo. Più a valle del lago vi è la presenza di una cascata, il cui punto massimo di salto verticale è di circa 25 metri, che nel periodo estivo, o comunque di maggior siccità, rimane a secco in quanto l'acqua viene raccolta nelle condotte del piccolo bacino artificiale. Resti umani e di animali preistorici sono stati altresì trovati nei pressi di questa cascata, all'interno di una grotta denominata in loco come "Arma do Cüppà" e avente un'altezza di 13 metri per una larghezza di 32 metri. StoriaLe prime testimonianze della presenza umana nel territorio aquilotto risalirebbero al Paleolitico Superiore[5] dove i primitivi usavano le grotte della zona, specialmente in val Pennavaira[5], quale luogo di ricoveri temporanei dei prodotti e di macellazione. Tale frequentazione perdurò anche nel Neolitico[5] e nell'età dei metalli[5]; la vicina val Ferraia divenne la principale fonte di produzione del carbone[5]. Seguì la dominazione dei Romani[5] – che stando alle fonti storiche introdussero la coltivazione dell'oliva detta colombaira[5], poi superata dalla varietà taggiasca introdotta dai monaci benedettini dall'XI secolo[5] – e quindi sotto il controllo dei Longobardi nel 653[5], dopo la caduta dell'Impero romano d'Occidente. Il borgo di Aquila e altri luoghi della valle Arroscia entrarono dal 1202 a far parte del Marchesato di Clavesana[5] – alleato della Repubblica di Genova[5] – e furono i marchesi ad erigere, intorno all'XI secolo, il locale castello[5] su una sommità rocciosa di una collina e a ridosso del paese. E collegato al maniero deriverebbe, secondo alcune supposizioni, il toponimo[5] Aquila: una leggenda popolare farebbe infatti riferimento a questo rapace che usualmente si stanziava nei pressi della collina, detta poi "dell'Aquila". Un'altra versione[5] dell'origine toponomastica, considerata più verosimile, si collegherebbe invece ad un'importante famiglia del luogo – i Cha – che nel proprio stemma araldico aveva la raffigurazione di due aquile sormontate da una corona imperiale. Nel 1328[6] il borgo e il castello furono occupati dal marchese Giorgio Del Carretto, che rilevò il possedimento dal vassallo dei Clavesana Oberto Cepolla[6], salvo poi in epoca successiva ritornare tra i territori del marchesato. Nel 1386[5] il territorio di Aquila e parte della valle Arroscia passarono sotto il controllo diretto della repubblica genovese, che inserì Aquila nel vicariato di Ranzo[6] e poi nel capitaneato di Pieve di Teco[6]. Fu questo un periodo fortunato per l'economia del paese e del territorio per l'intensificarsi dei traffici commerciali tra la valle, il Piemonte e la costa ligure. Seguì, quindi, le sorti del marchesato di Zuccarello e con esso rientrò, dopo la guerra tra Genovesi e Sabaudi nel 1624, tra i possedimenti della Repubblica di Genova, che sottopose Aquila alla giurisdizione del commissariato zuccarellese[5]. Con la dominazione francese il territorio di Aquila rientrò dal 2 dicembre 1797 all'interno della Repubblica Ligure[5]. Dal 28 aprile del 1798[5] fece parte del I cantone, con capoluogo Albenga, della Giurisdizione di Centa e dal 1803 centro principale del III cantone di Pieve nella Giurisdizione degli Ulivi[5]; nel 1804 aggregò il territorio del soppresso comune di Gavenola[7]. Annesso al Primo Impero francese, dal 13 giugno 1805 al 1814 venne inserito nel Dipartimento di Montenotte[5]. Nel 1815 il territorio fu inglobato nel Regno di Sardegna[5], così come stabilì il Congresso di Vienna del 1814, e successivamente nel Regno d'Italia dal 1861[5]. Dal 1859 al 1926 il territorio fu compreso nel V mandamento di Pieve di Teco del circondario di Porto Maurizio facente parte della provincia di Porto Maurizio (poi provincia di Imperia, dal 1923). Nel 1862[7][8] assume la denominazione de Aquila d'Arroscia. Nel 1928[9] il comune di Aquila d'Arroscia fu soppresso e aggregato al territorio comunale di Borghetto d'Arroscia, poi ricostituito nel 1947[10]; al 1949[11] risalgono gli ultimi aggiustamenti ai confini amministrativi con la cessione a Borghetto d'Arroscia della frazione di Gavenola. Dal 1973 al 31 dicembre 2008 ha fatto parte della Comunità montana Alta Valle Arroscia e, con le nuove disposizioni della Legge Regionale nº 24 del 4 luglio 2008[12], ha fatto parte fino al 2011 della Comunità montana dell'Olivo e Alta Valle Arroscia. Simboli
«Lo stemma raffigura, simbolicamente, il castello dei Clavesana, oggi ridotto a rudere con due aquile, una in volo e una posata[13]»
«Drappo partito di azzurro e di bianco...[13]» Monumenti e luoghi d'interesseArchitetture religiose
Architetture militari
SocietàEvoluzione demograficaAbitanti censiti[14] Qualità della vitaIl comune di Aquila d'Arroscia ha conseguito la certificazione del proprio sistema di gestione ambientale conformemente alla norma ISO 14001.[15] CulturaIstruzioneMusei
Geografia antropicaIl territorio comunale è costituito, oltre al capoluogo, dalle borgate di Affredore, Aira, Canto, Ferraia, Loga, Maglioreto, Montà, Mugno, Piazza (sede comunale) e Salino per una superficie territoriale di 10,06 km²[16]. Confina a nord con i comuni di Caprauna (CN) e Alto (CN), a sud con Ranzo, ad ovest con Caprauna, Borghetto d'Arroscia e ad est con Nasino (SV), Onzo (SV) e Ranzo. EconomiaCome altri comuni imperiesi basa la sua economia sulla coltivazione della vite e alla produzione di olio di oliva. Dalla vite vengono ricavati due prodotti vinicoli, l'Ormeasco e il Pigato. Rientra tra gli 11 comuni di produzione dell'aglio di Vessalico. È praticata anche l'orticoltura e la pastorizia. Infrastrutture e trasportiStradeIl territorio di Aquila di Arroscia è attraversato principalmente dalla strada provinciale 78 che permette il collegamento stradale con Ranzo, a sud, e Borghetto d'Arroscia ad ovest innestandosi con la provinciale 14. Amministrazione
Altre informazioni amministrativeAquila d'Arroscia fa parte dell'Unione dei comuni dell'Alta Valle Arroscia. Note
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