Antonio Cagnoni (Godiasco Salice Terme, 8 febbraio1828 – Bergamo, 30 aprile1896) è stato un compositoreitaliano.
Figlio di Giovanni, medico, e di Serafina Nobili, "donna gentile e colta", conosciuto soprattutto per le opere, i suoi lavori sono caratterizzati dall'uso di leitmotiv e armonie moderatamente dissonanti. Oltre alla musica per le scene, scrisse una piccola quantità di musica sacra, in particolare un Requiem nel 1888. Produsse anche il terzo movimento, Quid sum miser, della Messa per Rossini, un lavoro collettivo realizzato da tredici compositori in onore di Gioacchino Rossini.[1]
Vita e opere
Studiò composizione dapprima privatamente a Voghera con Felice Moretti, poi nel marzo 1842 entrò al Conservatorio di Milano, dove ebbe come maestri con Ferrara, Pietro Ray e Felice Frasi. Rivelò doti creative non comuni e nel 1845 debuttò nel teatro del Conservatorio con l'opera Rosalia di San Miniato (1845); l'anno successivo fece rappresentare la scena lirica Tito Vespasiano e l'opera I due Savoiardi, mentre gli amici Pietro Morlacchi e Cesare Confalonieri eseguirono il suo Duetto per flauto, oboe e orchestra per il saggio finale. Il 28 giugno 1847 al Teatro Re andò in scena Don Bucefalo e, anche se l'autore era un giovane studente, venne accolto molto favorevolmente ed ebbe allestimenti in vari teatri, tra cui il Teatro Regio di Parma e il Teatro di San Carlo di Napoli.[2]
Compose successivamente altre 16 opere e un pastiche, ottenendo successi soprattutto con l’opera comica Michele Perrin (1864), che aprì una nuova fase creativa. Si alternarono opere comiche, serie e semiserie con crescenti successi: Claudia (1866), Un capriccio di donna (1870), Papà Martin (1871) e Francesca da Rimini (1878). L'ultima opera, Re Lear, fu completata nel 1895 ma venne rappresentata solo nel 2009 al Festival della Valle d'Itria.[3]
Legato alla moda del suo tempo, amante di trame divertenti e ammiratore della scrittura brillante di Rossini, Cagnoni lasciò un'impronta significativa nel genere comico, accompagnata da vivacità inventiva e freschezza d'ispirazione.
Meno evidente il cammino evolutivo nel genere serio, che vede come unica opera veramente innovativa Claudia (1866), in cui mostra tinte forti e «traduce attraverso una musica ben elaborata e distinta, luoghi, personaggi e scene»[4] (Ghislanzoni). Nelle opere serie successive non conferma però questo slancio verso la tragicità in sintonia con le correnti innovative del melodramma italiano, ma si trattiene rispettando fedelmente la tradizione antica e puntando solo sulla bella melodia e sulla chiarezza e immediatezza delle forme. Anche l'ultima opera Re Lear, pubblicata postuma nel 1900, pur rifacendosi a Shakespeare non riesce a rivelare grande trasporto e partecipazione per la vicenda narrata.
Oltre che compositore, Cagnoni fu maestro di cappella prima presso la cattedrale di Vigevano, dal 1852 al 1879, e in seguito presso la cattedrale di Novara, dal 1879 al 1888; tale attività determina un ampliamento dei suoi interessi verso la musica sacra. Nel 1888 divenne direttore del Civico Istituto Musicale di Bergamo, conservando questa carica fino alla morte.
La produzione strumentale si riduce ai due Notturni per violoncello e per fagotto e si inserisce nel clima romantico del pezzo caratteristico, dall'intonazione patetica e dall'intento evocativo. L'Andante per quattro voci arpa o pianoforte risale agli anni della maturità e rivela una scrittura armonica piuttosto audace. Ancora legato a schemi romantici è il ricco repertorio vocale da camera che si svolge su testi idillici elegiaci esposti con un linguaggio fresco e immediato, pur non mancando qua e là di enfasi[5].
Composizioni
Rosalia di San Miniato (melodramma semiserio in 2 atti, libretto di Callisto Bassi, 28 febbraio 1845, Conservatorio di Milano)
I due savoiardi (melodramma semiserio in 2 atti, libretto di Leopoldo Tarantini, 15 giugno 1846, Conservatorio di Milano)
Don Bucefalo (melodramma semiserio in 3 atti, libretto di Callisto Bassi, 28 giugno 1847, Conservatorio di Milano)
Il testamento di Figaro (melodramma comico in 2 atti, libretto di Callisto Bassi, 26 febbraio 1848, Milano, Teatro Re)