Gli Altavilla sono stati una delle famiglie più importanti e influenti del popolo dei Normanni. L’antenato della famiglia è Hialtt (898-940), jarl vichingo di Norvegia, fedele di Rollone, che ricevette un dominio. Questo Hialtt ebbe un figlio sconosciuto, padre di Tancredi d’Altavilla, conte di Hauteville nel Cotentin, membro della guardia di Riccardo II di Normandia, che avrebbe salvato durante una battuta di caccia e per questo avrebbe ricevuto come ricompensa un comando nell’oste del duca. Tancredi si sposò due volte[6]. Dopo il 1010, sposò Murielle, figlia illegittima di Riccardo I di Normandia, benefattrice della cattedrale di Coutances, con la quale ebbe Guglielmo Braccio di Ferro, conte di Puglia dal 1042 al 1046. Guglielmo e i suoi fratelli Drogone e Umfredo accettarono le offerte di Rainolfo († 1049), un normanno stabilitosi nel feudo di Aversa, nell’Italia meridionale, e si misero al suo servizio[6]. La dinastia reale è stata originata proprio da Tancredi conte di Hauteville (oggi Hauteville-la-Guichard) in Normandia (IX secolo), i cui figli Roberto il Guiscardo e suo fratello Ruggero I d'Altavilla intrapresero nel 1061 la conquista dell'Italia meridionale, fino a quel momento in gran parte in mano ai Bizantini (Basilicata, Calabria e Puglia), longobardi (Campania) e arabi (Sicilia), mentre in una fase successiva si perfezionò l'unificazione politica.
Inizi nel Mediterraneo
Dei dodici figli di Tancredi d'Altavilla, almeno otto si distinsero progressivamente nel Mediterraneo a partire dagli anni 1030. I più illustri furono:
Guglielmo, un colosso presto soprannominato Braccio di Ferro dopo aver sconfitto in duello l'emiro musulmano di Siracusa a Troina[7]. Dopo numerose battaglie in Puglia, nel 1043, i Normanni lo elessero loro capo. Guaimario IV di Salerno gli concesse le terre bizantine conquistate o da conquistare e, nel 1042, gli diede in sposa una delle sue nipoti, Guida di Salerno. Guglielmo si attribuì Ascoli, mentre suo fratello Drogone ottenne Venosa.
Drogone, che arrivò nell'Italia meridionale intorno al 1035 insieme al fratello Guglielmo.
Umfredo, che giunse nell'Italia meridionale intorno al 1044.
Roberto, detto il Guiscardo, un soprannome normanno ricevuto quando conduceva una vita da bandito in Calabria. Arrivò nell'Italia meridionale poco dopo la morte del fratello maggiore Guglielmo, avvenuta nel 1046.
Ruggero, detto il Bosso, il più giovane dei figli di Tancredi, giunse nell'Italia meridionale intorno al 1057.
Conquista della Sicilia
Questi figli, i più noti di Tancredi, pongono progressivamente, a partire dall’anno 1042, le basi del futuro regno normanno-siciliano, intervenendo inizialmente nelle questioni di un’Italia meridionale in pieno disordine. Approfittano delle guerre intestine e delle divisioni che indeboliscono sempre di più i detentori del potere locale, in particolare gli Arabi, i Bizantini e i Longobardi. In questo contesto, gli Altavilla diventano sempre più potenti e influenti, distinguendosi dagli altri capi normanni.
I fratelli Altavilla, inizialmente al servizio come semplici mercenari tanto dei Longobardi quanto dei Bizantini, iniziano nel 1042 la conquista della Puglia. Successivamente tocca alla Calabria, da cui scacciano i Bizantini nel 1060, e al sud della Puglia, dove li sconfiggono nuovamente nel 1071 con la presa di Bari. Mentre la Sicilia è sotto dominio musulmano da circa due secoli, gli Altavilla ristabiliscono una dinastia cristiana. Così, Roberto il Guiscardo conclude nel 1059 un’alleanza con il papato. Lui e i suoi fratelli comprendono rapidamente l’importanza e l’influenza della Chiesa, e gli Altavilla, insieme ai loro guerrieri e cavalieri normanni, servono la Chiesa, che a sua volta li aiuta a consolidare il loro crescente dominio e a legittimare le loro conquiste di fronte all’Impero bizantino e al Sacro Romano Impero.
Nel 1061, il più giovane degli Altavilla, Ruggero I di Sicilia, si lancia, in nome del papa, nella lunga e ardua conquista della Sicilia musulmana. Furono conquistate inizialmente soltanto Messina e le località dell'entroterra catanese della Valle del Simeto. Nel 1062 Ruggero fu proclamato da suo fratello Roberto primo conte di Sicilia, ma la definitiva affermazione dei Normanni sugli Arabi avvenne nel 1091[8] o nel 1093[9], con la presa di Noto, molti anni dopo le conquiste delle città di Catania e Palermo del 1072 e di altri territori dell'isola.
La potenza degli Altavilla (così come la potenza normanna nel Mediterraneo) inizia a declinare dopo la metà del XII secolo. L’ultimo re legittimo degli Altavilla, il re Guglielmo II di Sicilia, muore senza eredi maschi nel 1189.
Ultima del ramo regnante degli Altavilla fu Costanza (1154-1198) – figlia postuma di Ruggero II, Re di Sicilia – che sposò Enrico VI, Re di Germania ed Imperatore ed ottenne la successione al Regno di Sicilia. Morto Enrico, regnò in nome del figlio Federico II, poi Re di Sicilia, di Germania ed Imperatore.
Altre famiglie normanne giunsero in Sicilia al seguito degli Altavilla, e in particolare al seguito di Ruggero I in occasione della conquista dell'isola. Tra le famiglie normanne più importanti vicine a Ruggero I, ai cui membri furono assegnati feudi nelle vicinanze delle proprietà del sovrano nei pressi di Mileto e nella Sicilia orientale e centrale, troviamo i De Luci, i Mortain, i Culchebret e gli Avenel,[6] o quelle "normannizzate" come i Borrello di stirpe franca.
Inoltre, dagli Altavilla discesero alcune importanti famiglie italiane quali i Mazzarino, i Ruggieri, suddivisi a loro volta in due rami cadetti, i Ruggieri provenienti originariamente dal basso Salento, stanziatisi a Lecce e nella provincia, ed i Ruggieri di Salerno, i Gesualdo,[4] i Loffredo,[5] i Maniaci Ventimiglia, i Rosso, i Gentile di Barletta e Bitonto. Come simbolo araldico adottarono il leone.[11]
Sepoltura familiare
Roberto il Guiscardo designa l'abbazia della Santissima Trinità di Venosa come sepoltura familiare degli Altavilla, luogo dove aveva già collocato le spoglie dei suoi fratelli maggiori e dove egli stesso è sepolto.
^ Annliese Nef, Conquérir et gouverner la Sicile islamique aux XIe et XIIe siècles, collana Bibliothèque des Écoles françaises d'Athènes et de Rome, Publications de l'École française de Rome, 2011, ISBN978-2-7283-1360-0.
^ Stéphane Humbert-Basset e Eric Tréguier, Carte de Stéphane Humbert-Basset, in Guerres et Histoire, n°5, ottobre 2019, p. p. 82.