MonarchiaLa monarchia, letteralmente “Governo di uno” è una forma di governo in cui la carica di capo di stato è ricoperta da un re o da una regina oppure un qualsiasi altro sovrano del nobiliare. Esistono tre tipi di monarchia: la monarchia assoluta, in cui il re non è sottoposto a vincoli esterni o interni (che non siano la legge di successione, il diritto naturale o Dio stesso), la monarchia costituzionale, dove i poteri del re sono determinati e limitati da una costituzione e infine la monarchia parlamentare, dove il sovrano mantiene esclusivamente un ruolo cerimoniale e di conseguenza non governa (mantenendo poteri solo in via formale), lasciando al parlamento (o congresso) il potere legislativo mentre al governo quello esecutivo. Durante il medioevo, le monarchie si sono rapidamente diffuse in tutta Europa e nella stragrande maggioranza degli stati al mondo, monarchie solitamente assolute in cui il re (o nel caso di un Impero, un imperatore) era onnipotente e intoccabile. Nel corso del XX secolo, gran parte delle monarchie sono state abolite per diverse cause come guerre, colpi di Stato o referendum. Attualmente, le monarchie sono solitamente costituzionali e il sovrano ha un ruolo quasi sempre rappresentativo (o è comunque sottomesso a un parlamento), sebbene in Arabia Saudita, Eswatini e Città del Vaticano il sovrano abbia ancora poteri assoluti. EtimologiaL'etimo monarchia deriva dal termine del tardo latino monarchĭa, a sua volta derivato dal greco antico μοναρχία (monarkhía, "governo del singolo"), composto di μονο- (mono-, "solo, singolo") e -αρχία (-archìa, "comando").[1][2] Il vocabolo fu riferito per lungo tempo ad una figura a cui era affidato il potere assoluto, ma l'uso corrente del termine si riferisce perlopiù ad un sistema tradizionale di governo ereditario. DescrizioneA capo di tale forma di stato vi è il monarca che è considerato un membro a parte rispetto al resto delle persone dello stato che sono suoi sudditi. Titoli monarchiciQuesti sono i titoli reali storicamente più utilizzati in diverse parti del mondo: In Europa:
Nel mondo islamico:
In Africa:
In Asia:
In Oceania:
Nelle Isole Canarie e nell'America precolombiana:
Altri titoli nobiliari sovrani, principalmente europei e per la maggior parte di monarchie "federate" del Sacro Romano Impero Germanico: Di solito, Granduchi, Principi e Duchi sovrani godono del trattamento di Altezza Serenissima; è il caso del Principe di Monaco e del Principe del Liechtenstein. Caso particolare è il Granduca di Lussemburgo, che ha il trattamento di Altezza Reale. Forme di monarchiaLe forme di monarchia possono fondamentalmente essere ricondotte a tre:
Successione al tronoQuando il monarca cessa le sue funzioni, per morte, rinuncia o dimissioni (dette abdicazione) o destituzione, viene sostituito da uno nuovo: si parla dunque di successione al trono. La successione può essere ereditaria o elettiva. Successione ereditariaNella successione ereditaria il trono passa al figlio o in mancanza al parente più prossimo, nel contesto di una stessa famiglia, detta dinastia. Si hanno fondamentalmente tre varianti a seconda della possibilità delle persone di sesso femminile di ereditare il trono:
La legge di primogenitura era assente fino alla fine del secolo scorso nelle attuali monarchie europee. È stata progressivamente adottata dalle monarchie che hanno abbandonato la legge salica e la legge semisalica:
Successione elettivaNel caso di monarchia elettiva, i sovrani sono eletti o nominati da un collegio elettorale a vita o per un periodo definito. Esempi storici di monarchia elettiva sono gli imperatori del Sacro Romano Impero o i monarchi della Confederazione polacco-lituana o del Regno di Haiti. Analisi criticaAristoteleAristotele in Politica, analizza la monarchia come una delle costituzioni giuste (monarchia, aristocrazia e politeia), cioè la inserisce tra quelle forme di governo che puntano al bene comune, in contrapposizione alle costituzioni corrotte (tirannia, oligarchia e democrazia), che mirano al bene di una parte della città.[3][4] PolibioPolibio identificò la monarchia come una delle tre forme di governo benigne (monarchia, aristocrazia e oclocrazia). Analisi moderneSecondo Jean Bodin il sovrano assoluto si riveste di una sovranità che appartiene originariamente al popolo, ma di cui questo può spogliarsi in modo irrevocabile, conferendola a un principe. Ciò può avvenire per favorire l'opera di revisione e modernizzazione del diritto che il sovrano feudale, sostanzialmente custode delle tradizioni, non poteva svolgere appieno. In questo senso il sovrano assoluto, invece, è legibus solutus, cioè libero dal vincolo costituito dalla legislazione precedente. Il coinvolgimento a Corte della grande nobiltà favorirà questo processo di accentramento del potere, impedendo all'aristocrazia di ostacolare la burocratizzazione del territorio. Il quadro della tutela dei diritti umani offerto dalle monarchie è stato talvolta criticato, eppure la medesima ricerca accademica politologica ha notato che: «a) le monarchie possono assumere la forma della monarchia costituzionale, con un parlamento che legifera e un governo che dipende dal sovrano, un regime che per molti paesi oggi democratici (soprattutto europei) ha rappresentato una tappa importante nel passaggio dalla monarchia assoluta alla democrazia e che ancor oggi potrebbe offrire una soluzione temporanea per alcuni paesi del Medioriente; b) tra le monarchie autocratiche predominano le forme blande di autoritarismo, un fatto che non è casuale in quanto l’autorità monarchica gode in genere di una legittimazione tradizionale (spesso religiosa) che la dispensa dal fare ricorso alle forme più brutali di oppressione. Le forme più dure di autocrazia (dittature militari, sistemi a partito unico, dittature personali) sono in genere repubblicane; per contro nelle più autocratiche tra le monarchie, i tratti di rigido tradizionalismo e di severo paternalismo dominano su quelli ferocemente repressivi tipici dei regimi repubblicani; c) l’esistenza di regole note e accettate per la successione al trono rende meno acuta la lotta per il potere supremo nelle monarchie; d) le monarchie autocratiche sono in genere più stabili se si mantengono relativamente moderate, quelle più brutalmente repressive sono più esposte al rischio di un rovesciamento rivoluzionario o di congiure di palazzo, in quanto gli individui che controllano un potere assoluto per conto di un sovrano sono facilmente indotti a prenderselo per intero sbarazzandosi del sovrano; e) nel complesso negli ultimi decenni le monarchie sembrano essere riuscite a contenere il rischio dell’emergere di poteri forti di tipo militare o sotto forma di leader populisti con ambizioni dittatoriali, là dove sono stati i sovrani stessi a imprimere una netta svolta autoritaria al regime, le sorti della monarchia sono state spesso compromesse; f) l’esperienza europea suggerisce che la democrazia rappresenta probabilmente l’ambiente più favorevole per la sopravvivenza dell’istituzione monarchica. Non è detto che le monarchie dell’Asia e del Medioriente e Nordafrica siano pronte ad assimilare questa lezione e alle cessioni di potere e di prerogative cui quelle europee sono approdate, ma vi sono buone ragioni per supporre che lo sviluppo di un quadro di pluralismo e di multipartitismo, in cui il sovrano svolge (oltre alle pur sempre fondamentali funzioni simboliche) un ruolo di garante e arbitro, rappresenti la scelta che offre la combinazione più favorevole di sicurezza (dal rischio di destituzione o di abrogazione) e di conservazione di peso politico» Per converso, alcuni degli argomenti contrari alla sopravvivenza delle monarchie vanno maneggiati con cautela: secondo Karl Loewenstein, ad esempio, va abbandonato il tradizionale argumentum ad hominem contro le monarchie, secondo cui l'ereditarietà delle malattie per l'endogamia delle famiglie reali ne avrebbe indebolito la fibra necessaria per governare; tale argomento risuona di pregiudizi eugenetici utilizzati dal nazismo[5]. StoriaPreistoriaLa nascita della monarchia basa le sue radici sui domini risalenti all'età preistorica, i quali in seguito si evolsero in civiltà organizzate in strutture gerarchiche più complesse, come in Mesopotamia, nell'Antico Egitto e nella Valle dell'Indo.[6] I più antichi monarchi di cui abbiamo traccia sono Narmer, Faraone dell'Antico Egitto (3100 a.C.) e Enmebaragesi, re sumero di Kish (2600 a.C.). In molte società storiche, come l'Egizia, l'Indiana,[7] la Mesopotamica,[Esplicazione 2] la Sudanese[8][Esplicazione 3] e l'Indoeuropea, ai primi monarchi vennero affidate funzioni sacrali, probabilmente gettando così le basi del diritto divino dei re. Età AnticaPresso gli Ebrei l'avvento della monarchia coincise con l'unificazione del territorio; il monoteismo di questo popolo sbarrò la strada alla divinizzazione del monarca, che si dispiegò invece in Persia. In Grecia la forma monarchica già presente a Micene venne soppiantata per lungo tempo dalla struttura oligarchica o democratica delle poleis, per tornare vitale con l'Impero Macedone di Filippo e Alessandro Magno. A Roma la monarchia fu la prima forma di governo (VII-VI a.C.), ma ebbe come contrappeso il Senato e i comizi curiati: questa situazione preparò il passaggio alla repubblica (VI-I a.C) e continuò anche nella prima fase dell'Impero, almeno fino a Vespasiano (70-79 d.C.) che formalizzò la successione ereditaria, dove l'Imperatore veniva formalmente investito del potere dal Senato dal popolo. Il principato e l'impero a Roma ebbero la forma di monarchia sia ereditaria sia elettiva, in quanto l'imperatore era o un erede del princeps defunto oppure era scelto per acclamazione da parte gli eserciti nelle province oppure per elezione da senato o ordine pretoriano tra gli eredi o infine tra chi ritenevano più opportuno: non solo chi fosse il migliore a ricoprire quel ruolo, ma soprattutto chi meglio potesse soddisfare gli interessi della parte elettrice. MedioevoPer i popoli barbarici il Re era essenzialmente il capo militare e solo successivamente si trasformò in capo politico. La sua scelta avveniva per elezione e il potere restò quindi a lungo limitato dalle assemblee dei "liberi" prima e dei "grandi" poi. La forma monarchica assoluta e divinizzata lasciata in eredità dal mondo romano faticava a conciliarsi con la forte tendenza germanica all'autonomia individuale. Definitiva stabilità fu raggiunta solo con l'incoronazione di Carlo Magno il 25 dicembre 800. Infatti il potere della dinastia carolingia veniva da Dio, tramite il pontefice, e non più dal popolo ed era assai più estesa che in precedenza. Poiché la base di consenso non doveva più essere ricercata nei legami tribali, divenne predominante il vincolo feudale che poneva al vertice del sistema il Re, ma attribuiva anche grandissimo potere alla nobiltà terriera. Età modernaQuando, a partire dalla fine dell'XI secolo, l'omogenea struttura feudale cominciò a trasformarsi in un complesso più articolato, la monarchia venne a porsi come indispensabile strumento di mediazione tra le varie forze in campo (nobiltà e borghesia, centri cittadini e campagna feudale). Dove le forze centrifughe non prevalsero si diffuse una monarchia dalle nuove caratteristiche (Spagna, Francia, Regno Unito, ecc.), centro di un'estesa burocrazia, motore di una capillare rete finanziaria, organizzatrice di un forte esercito stanziale. Tale forma di governo centralizzata fu detta "monarchia assoluta", e in essa il Re rivestì non più il ruolo di arbitro, posto in posizione di superiorità rispetto ai diversi gruppi sociali, ma quello di fonte del diritto. Età contemporaneaDal XVII secolo, la monarchia entrò in una lunga crisi, mentre prendevano passo il perlopiù regionale parlamentarismo [Esplicazione 5] e l'anti-monarchismo.[Esplicazione 6] A oggi la forma monarchica più diffusa in occidente è attualmente la monarchia parlamentare, mentre in Asia alcune monarchie, come l'Arabia Saudita e gli Emirati Arabi Uniti, sono assolute. AttualitàIn gran parte delle democrazie odierne, il monarca, per l'intero arco della sua vita, viene considerato Capo di Stato, il cui ruolo è fondamentalmente simbolico e rappresentativo. Questo elemento è ricorrente nella gran parte delle monarchie europee, tra cui le monarchie parlamentari del Regno Unito,[Esplicazione 7] Spagna, Norvegia, Svezia, Danimarca, Paesi Bassi, Belgio e Lussemburgo e di altri micro-Stati con monarchia (Liechtenstein,[Esplicazione 8] Monaco e Andorra) o monarchia teocratica elettiva (Città del Vaticano).[Esplicazione 9] Una caratteristica delle monarchie europee (a volte considerata ricerca di legittimazione popolare) è l'inclusione di cittadini comuni nelle famiglie reali. Gli scandali più famosi della cronaca rosa, sono di certo il matrimonio di Grace Kelly e Ranieri III di Monaco (1956) e il matrimonio, divorzio e morte di Diana Spencer (1981-1997). Tra i paesi arabi la situazione è più disomogenea. In Marocco e Giordania le monarchie sono più aperte rispetto che in Arabia Saudita o negli emirati del Golfo Persico (Kuwait, Bahrein, Qatar, Emirati Arabi Uniti e Oman), Malesia (con monarchia a rotazione tra i diversi sovrani Il degli stati federali) e il Brunei. Il Bhutan è l'unica monarchia del subcontinente indiano, dopo la recente abolizione della monarchia in Nepal (2008). Il Giappone (paragonabile alle monarchie europee), la Thailandia e la Cambogia sono le restanti monarchie dell'Estremo Oriente. In Lesotho e Swaziland vengono tuttora mantenute monarchie tradizionali. Attualmente sono quarantaquattro le monarchie nel mondo. In particolare, 15 di questi regni hanno per capo di Stato il re del Regno Unito in quanto membri del Commonwealth. Andorra è l'unica tra tutte le monarchie esistenti a essere una diarchia: infatti il ruolo di sovrano è condiviso dal presidente della Francia e dal vescovo di Urgell. Lista delle monarchie esistenti
Monarchie aboliteAncor più numerose sono le monarchie abolite. Vi sono stati paesi tuttavia che non sono mai stati monarchie, ad esempio la Svizzera e San Marino. Note esplicative
Note
Bibliografia
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