La Marina egiziana venne fondata all'inizio del XIX secolo durante il regno del wali (in araboوالي?, turcovali; ossia governatore) Muhammad Ali Pasha, capo della dinastia alawita, che è considerato il "fondatore dell'Egitto moderno", in quanto, in seguito alla campagna d'Egitto di Napoleone (1798-1799), l'Egitto finì per cadere in potere di Mehmet Ali, che lo rese di fatto indipendente dal sultano di Istanbul, pur restando formalmente una Provincia dell'Impero ottomano. Muhammad ʿAli Pascià (in arabo: محمد علي باشا) nato a Kavala il 4 marzo 1769, era un capo militare albanese che contribuì ad abbattere il regime neo-mamelucco, che agiva arbitrariamente, pur in stato di vassallaggio nei confronti dell'Impero ottomano, governando poi l'Egitto dal 1805 fino alla sua morte avvenuta ad Alessandria d'Egitto il 2 agosto 1849. Muhammad ʿAli, giovane ufficiale arrivato in Egitto con il contingente albanese che faceva parte delle forze di spedizione ottomane, intervenne per colmare il vuoto di potere che si era creato in seguito all'occupazione francese, creandosi una base di potere con i capi dei villaggi, con l'elemento religioso musulmano e con i ricchi mercanti del Cairo, eliminando o espellendo i tre governatori consecutivamente inviati da Istanbul e poiché non vi era nessun altro in grado di assumere le funzioni di governo, il Sultano fu costretto a nominare Muhammad ʿAli suo wālī, ossia governatore (in araboوالي?, turcovali) in Egitto nel 1805.
Nell'ottobre del 1956 durante la crisi di Suez, una task force israeliana formata dalla INS Eilat e dalla gemella INS Yaffo (l'ex cacciatorpediniere britannico HMS Zodiac)[3] la mattina del 31 ottobre, le due navi vennero inviata alla ricerca del cacciatorpediniere egiziano Ibrahim el Awal, che poche ore prima aveva bombardato il porto israeliano di Haifa;[3] Le due unità israeliane riuscirono a mettere a segno diversi colpi sul cacciatorpediniere egiziano, che venne ulteriormente colpito da due Dassault MD 450 Ouragan dell'aviazione israeliana, dopo di che la Ibrahim el Awal fermò i motori ed alzò bandiera bianca. La nave venne presa in consegna dai marinai israeliani, e pochi mesi dopo, una volta riparata, entrò in servizio con la marina israeliana sotto il nome di INS Haifa.[3]
Nel periodo della guerra dei sei giorni, un mese dopo la fine ufficiale delle ostilità, la Eilat e due torpediniere israeliane individuarono due torpediniere egiziane in navigazione al largo di Români; subito attaccate, entrambe le unità egiziane vennero rapidamente affondate.[4]
Un notevole successo della forza navale fu l'affondamento del cacciatorpediniere INS Eilat, avvenuto il 21 ottobre 1967.[5] La nave venne affondata da missili lanciati da unità navali egiziane davanti Porto Said; l'episodio rappresentò una delle peggiori sconfitte patite dalla marina israeliana, nonché il primo caso di affondamento di un'unità da guerra da parte di questo nuovo sistema d'arma.[6] La Eilat era impegnata in una missione analoga, compiendo un pattugliamento di routine a circa 14,5 miglia dalla costa egiziana, davanti alla città di Porto Said, quando venne intercettata da due motocannoniere missilistiche egiziane classe Komar, che stazionavano proprio davanti al porto: una delle unità egiziane lanciò contro il cacciatorpediniere i due missili Styx di cui la piccola unità era dotata.[7] La nave israeliana si accorse dell'attacco solo all'ultimo momento, visto che la vicinanza alla terraferma delle due unità egiziane confondeva i segnali del radar: nonostante le manovre evasive ed i tentativi di abbattere il missile con le mitragliatrici di bordo, intorno alle 17:32 il primo Styx colpì la Eilat poco sopra la linea di galleggiamento; due minuti più tardi, anche il secondo missile colpì il cacciatorpediniere, distruggendo la sala macchine.[7] Con la nave in fiamme e completamente immobile, il comandante della Eilat richiese assistenza e soccorso, ma dopo circa un'ora la seconda cannoniera egiziana lanciò altri due missili: uno di questi colpì il cacciatorpediniere a mezzanave, provocando ulteriori incendi, mentre il quarto finì fuori rotta ed impattò in mare poco lontano.[7] Intorno alle 20:00, lo scafo in fiamme della Eilat si inabissò; dei 199 membri dell'equipaggio, 47 rimasero uccisi[8] e 41 feriti.
Operatività
La marina egiziana è stata a lungo una forza di difesa costiera, soprattutto per le sue ridotte capacità antisommergibili; recentemente, con l'acquisizione prima di fregate cinesi della classe Jianghu e poi di navi statunitensi, ha acquisito capacità di altura, incrementate dall'arrivo di una fregata multiruolo FREMM e da due navi da sbarco di costruzione francese tipo Mistral. Nel 2020 il governo egiziano raggiunge un accordo con quello italiano per l'acquisto di due ulteriori fregate multiruolo FREMM, la Spartaco Shergat e la Enzo BIanchi inizialmente costruite per la marina militare italiana.
Evoluzione
L'acquisizione di quattro fregatestatunitensi della classe Perry, tre acquistate e una ottenuta con un programma di assistenza, e di due della classe Knox,[9] ha fornito alla marina egiziana nuovo importante materiale da prima linea. Per quanto le fregate della classe Knox siano obsolete sotto molti punti di vista, di certo esse sono in grado di effettuare un efficace controllo del mare e, con le loro capacità antisommergibili, di costituire una seria minaccia ai sottomarini israeliani della classe Dolphin, visto che la marina militare israeliana è un nemico storico di quella egiziana oltre che l'unica forza navale seria nell'area, se si fa eccezione per la marina militare turca. Anche i vecchi 8 sottomarini della classe Romeo sono stati modernizzati con materiale statunitense, in virtù di un programma di assistenza militare tra i due paesi.
Classe Knox
Damyat numerale 961, ex FF-1089 USS Jesse L. Brown[10]
Rashid numerale 966, ex FF-1097 USS Moinester.[10]
Le navi sono state equipaggiate con 10 elicotteri antisom Kaman SH-2 Seasprite nella versione SH2-G(E) ex US-Navy ricondizionati[9]
Secondo una stima del 2001, la marina e la guardia costiera egiziane consistevano di 221 navi e battelli.[12]
La marina non dispone di una propria aviazione navale ma viene supportata da aerei ed elicotteri della Egyptian Air Force, tra i quali figurano anche 8 Grumman E2-C Hawkeye (aerei AEW) e vari bimotori da pattugliamento marittimo dotati di radar a scansione laterale.