Xantogranuloma necrobioticoCon il termine xantogranuloma necrobiotico ci si riferisce ad una patologia dermatologica, estremamente rara, lentamente progressiva e ad eziologia sconosciuta. InsorgenzaLo xantogranuloma necrobiotico insorge generalmente in età adulta. L'età media di insorgenza si colloca intorno alla sesta decade[1][2] CauseLe cause dello xantogranuloma necrobiotico sono sconosciute. È nota la associazione con la paraproteinemia[3], in particolare con la gammopatia monoclonale a catene IgGk od IgGa. Con una frequenza minore è segnalata l'associazione con gammopatia monoclonale a catene IgA. Circa il 10% dei pazienti evolve verso il mieloma multiplo. Segni e sintomiSi caratterizza per la presenza a livello cutaneo di papule o noduli di colore giallo-rossastre o violacee, che lentamente tendono ad ingrandire e confluire in placche indurite. Manifestazioni extracutaneeNello xantogranuloma necrobiotico le manifestazione extracutanee sono estremamente comuni. Gli organi più frequentemente coinvolti sono: cuore, polmoni[4], reni, fegato, milza, apparato gastrointestinale, sistema nervoso centrale.[5] IstopatologiaSecondo molti Autori la paraproteinemia favorisce la deposizione di immunoglobuline e di complessi lipidici a livello cutaneo. L'evoluzione è verso una reazione da corpo estraneo a cellule giganti con attivazione dei monociti ed accumulo intracellulare di lipidi. L'esame istologico mostra un granuloma con aree di necrosi e degenerazione del collagene, che si infiltra dal derma fino al grasso sottocutaneo. Istiociti, cellule giganti, accumuli di colesterolo e follicoli linfoidi si associano al granuloma. TrattamentoAllo stato attuale tutti i trattamenti per lo xantogranuloma necrobiotico si sono dimostrati di scarsa efficacia. Vi è indicazione alla rimozione chirurgica delle lesioni cutanee. In alcuni casi le lesioni sono state trattate con corticosteroidi (prednisone, desametasone) e sostanze alchilanti (clorambucile, melfalan). La rimozione chirurgica delle lesioni palpebrali è spesso seguita da una recidiva con tendenza allo sviluppo di cicatrice e retrazione palpebrale. In alcuni pazienti è stata tentata la rimozione tramite crioterapia con risultati insoddisfacenti. Note
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