Amiloidosi
L'amiloidosi è una malattia caratterizzata dalla deposizione in sede extracellulare di materiale proteico a ridotto peso molecolare e insolubile, detto amiloide, per la proprietà simile a quella dell'amido di reagire con lo iodio. A differenza di quanto si pensasse inizialmente, la sostanza non è amorfa, ma ha una struttura a foglietto β, motivo per cui per la malattia si preferisce utilizzare il termine β-fibrillosi. Si deposita in sede extracellulare in diversi organi portando a un danno del parenchima. ComposizioneL'amiloide è composta da due eliche a β-foglietto associate a carboidrati complessi e alla proteina SAP. Le fibrille hanno composizione chimica molto varia, in quanto il peptide amiloidogenico che rappresenta la parte più esterna di esse (pari al 95%), deriva dalla deposizione di una proteina precursore, diversa a seconda dei casi, la quale assume una conformazione β-fibrillare non solubile. Questo può avvenire per una mutazione del gene della proteina, che così assume una conformazione anomala, o per l'azione di una proteasi che porta a un clivaggio errato. L'amiloide è invece composto internamente da un nucleo di componente P amiloide, o AP (amyloid P component), glicoproteina globulare componente naturale delle membrane basali, che ha un precursore ematico chiamato SAP (serum amyloid P component), e aggregati di condroitinsolfato ed eparansolfato. Tipi di amiloidosiL'amiloidosi, di cui si conoscono fino a 41 tipologie diverse, si classifica secondo due principi:
Classificazione clinica
Classificazione biochimicaAlla fine del 2010 erano 27 i tipi di amiloidosi classificati nell'uomo, e nove quelli degli animali [1]; alcune denominazioni:
La tabella seguente illustra alcuni tipi di amiloidosi con le rispettive sigle della classificazione in vigore:
DiagnosiLa diagnosi di amiloidosi richiede l'identificazione dei depositi di amiloide, tramite specifica colorazione, su un campione di tessuto. In genere, durante la visita ambulatoriale si effettua un agoaspirato di grasso periombelicale, poiché questo prelievo è innocuo, di semplice esecuzione e richiede solo pochi minuti. La sensibilità di questo esame, cioè la probabilità di individuare depositi di amiloide in una persona affetta dalla malattia, è attorno all'80% nelle amiloidosi sistemiche. Qualora l'agoaspirato di grasso periombelicale non porti alla diagnosi, ma persista il sospetto di amiloidosi, si può ricorrere alla biopsia di una ghiandola salivare minore labiale. Anche questa procedura è semplice e poco dolorosa. In una minoranza di casi selezionati, si deve eseguire la biopsia degli organi che si ritiene possano essere interessati dalla patologia. Il tessuto prelevato, dopo essere stato colorato con del rosso Congo , verrà osservato al microscopio a luce polarizzata, e la caratteristica birifrangenza verde dell'amiloide ne confermerà la presenza. Dopo aver accertato la presenza dei depositi di amiloide, è necessario individuare il tipo di amiloidosi in causa, riconoscere, cioè, la proteina che li ha prodotti. Questo passaggio è indispensabile per la cura, poiché la terapia è diversa a seconda del tipo di amiloidosi. Anatomia patologicaMacroscopicamente l'amiloide ha aspetto biancastro, omogeneo e traslucido, indistinguibile dalla sostanza ialina e di aspetto lardaceo, com'era definito per la sua somiglianza con il lardo. Nei vari organi l'amiloidosi ha delle caratteristiche peculiari:
ClinicaI sintomi della malattia dipendono dagli organi che sono interessati dall'accumulo dell'amiloide e dal tipo di amiloidosi. Le manifestazioni più comuni delle amiloidosi sistemiche sono legate al coinvolgimento del rene e del cuore, e possono rendersi evidenti con gonfiore delle gambe (edemi anche al volto e alle palpebre), difficoltà nella respirazione, in particolare sotto sforzo, e facile affaticabilità. Sono presenti, inoltre, insufficienza cardiaca con tachicardia sinusale, e basso voltaggio del complesso QRS. La diagnosi di amiloidosi cardiaca può essere fatta tramite un'ecocardiografia. L'interessamento renale si può palesare con alterazioni di alcuni valori ematici (creatininemia e colesterolemia al di sopra dei limiti di riferimento) e delle urine (proteinuria). Talvolta, i pazienti con amiloidosi possono presentare un aumento delle dimensioni del fegato e della milza (epatosplenomegalia), bassa pressione arteriosa (talora con svenimenti), perdita dell'appetito con calo del peso corporeo, alterazione della sensibilità alle mani e ai piedi, e diarrea. Queste manifestazioni non sono tipiche, ed è quindi fondamentale che siano interpretate con attenzione dal medico curante. Vi sono alcuni segni che si presentano più raramente, ma sono più caratterizzanti, e possono essere un utile elemento per sospettare la malattia: l'aumento di dimensioni della lingua, la comparsa di macchie di colore rosso porpora sulla pelle del volto, in particolare intorno agli occhi, e del collo. TerapiaNon esiste una vera e propria terapia per l'amiloidosi; si tenta di non far progredire la malattia tramite la somministrazione di sostanze come colchicina, prednisone, diflunisal[3] e tramite trapianto di cellule staminali. Nei casi dove i tessuti sono maggiormente danneggiati si effettua il trapianto dell'organo in questione; i pazienti assoggettati a trapianto di fegato sopravvivono per circa dieci anni, mentre, in caso di amiloidosi ereditaria, possono avere una vita più lunga se viene eliminato il sito dove viene prodotta la proteina mutante. Nell'amiloidosi primaria si cerca di abbassare il livello di immunoglobuline con l'uso della chemioterapia. Nei confronti dell'amiloidosi secondaria sono in corso ricerche sull'uso del farmaco NC-503 (eprodisato disodico). Note
Voci correlate
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