Vallerano (Calestano)
Vallerano è una frazione del comune di Calestano, in provincia di Parma. La località dista 5,64 km dal capoluogo.[1] Geografia fisicaLa frazione sorge alla quota di 516 m s.l.m.,[1] alle pendici del monte Sporno,[3] sul versante sinistro della piccola valle del rio Arvei, affluente destro del torrente Baganza.[4] StoriaIn epoca medievale nel piccolo borgo fu edificata una cappella, menzionata per la prima volta nel 1230.[5] Nel 1249 il Comune di Parma donò al conte Alberto Fieschi il feudo di Calestano, comprendente anche i castelli di Marzolara, Alpicella e Vigolone e le terre annesse.[6] Nel 1426 il condottiero Pier Maria I de' Rossi, per conto del duca di Milano Filippo Maria Visconti, conquistò la rocca di Marzolara, che fu posta sotto il presidio di Niccolò de' Terzi, il Guerriero;[7] la guerra proseguì per anni e nel 1431 Niccolò Piccinino promise al conte Gian Luigi Fieschi la restituzione dei manieri di Marzolara, Calestano e Vigolone al termine del conflitto, con la clausola che nel frattempo rimanessero nelle mani di Niccolò Terzi,[8] ma nel 1439 Filippo Maria Visconti assegnò i feudi al cancelliere di Niccolò Piccinino Albertino de' Cividali[9] e successivamente ai conti di Canino e a Giovanni da Oriate. Infine nel 1443, al termine della guerra, il Duca restituì i castelli al conte Giannantonio Fieschi in segno di riconoscenza per la sua devozione.[10] Nel 1650 Carlo Leone e Claudio Fieschi alienarono i feudi di Calestano, Marzolara, Vigolone e Alpicella con tutte le pertinenze al conte Camillo Tarasconi;[11] i suoi eredi ne mantennero i diritti fino alla loro abolizione decretata da Napoleone nel 1805.[12] L'anno seguente Vallerano divenne frazione del nuovo comune (o mairie) di Calestano.[13] A causa della sua posizione decentrata rispetto alla strada provinciale tracciata a fondovalle, il borgo subì nel XX secolo un lento spopolamento.[14] Monumenti e luoghi d'interesseChiesa di San Giacomo ApostoloMenzionata per la prima volta nel 1230, la chiesa romanica fu parzialmente ricostruita all'incirca tra il 1691 e il 1715; dotata del campanile nei primi anni del XIX secolo, fu ristrutturata nel 1975; danneggiata dal terremoto del 2008, fu interamente restaurata e consolidata tra il 2016 e il 2017. Il luogo di culto in pietra, affiancato da due cappelle, è internamente decorato con lesene e affreschi in stile eclettico.[5] Note
Bibliografia
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