I Trapper erano dei cacciatori ed esploratori che percorrevano le montagne del Nord America, specialmente le Montagne Rocciose, nella seconda metà del XVIII secolo e nella prima del XIX. Il lemma, di lingua inglese, è riferito a coloro che svolgevano l'attività di caccia ad animali selvatici ponendo trappole (animal trapping) per catturarli.
Il lemma inglese "trapper", corrispondente al francese "trappeur", indica, genericamente, "[colui che] utilizza la trappola" allo scopo di catturare un animale selvatico, solitamente per venderne la pelliccia. Negli Stati Uniti d'America, il termine è stato sostituito da "mountain man" o "frontiersman" (uomo delle montagne o uomo di frontiera). In Italia la denominazione trapper/trappeur ha avuto diffusione in particolare dagli anni sessanta in conseguenza del successo editoriale del fumettoIl grande Blek, che narra le avventure - a sfondo patriottico - di questi cacciatori presenti sulle montagne e nelle città costiere dell'America nord-orientale ai confini con il Canada durante la guerra d'indipendenza.
Storia
La principale attività di sostentamento dei trapper era la cattura di animali da pelliccia come tassi, opossum, procioni, castori, mediante trappole per non rovinarne le pregiate pelli che vendevano al ritorno nelle città, durante il periodo invernale. Vestivano abitualmente indumenti confezionati con pelli di cervo, la medesima usata per cucire abiti dai nativi americani. Inoltre indossavano un copricapo in pelliccia ornato con la lunga coda dell'animale catturato. Furono tra i primi esploratori del "selvaggio west" e servirono spesso come guide per gli ufficiali dell'esercito durante le guerre indiane e nella guerra di secessione.
L'equipaggiamento e il vestiario dei trapper era un miscuglio di elementi europei e amerindi. Vestivano abitualmente indumenti (giubbe, pantaloni e mocassini) confezionati con pelli di cervo, come gli indiani, e indossavano un copricapo in pelliccia ornato con la lunga coda dell'animale catturato (celeberrimo il procione di David Crockett). L'arma da fuoco abituale dei trapper era il longrifle sviluppato dagli immigrati tedeschi nel Nordamerica[1], mentre per la lotta corpo-a-corpo e per le attività connesse alla caccia ricorrevano a coltelli da caccia e accette tipo tomahawk molto simili, nei modelli prodotti in Nuova Francia, all'antica francisca germanica[2].
^Kendig Jr., Joe (2002), Thoughts on the Kentucky Rifle in its Golden Age-Second Edition, York, PA: George Shumway, ISBN 0-87387-084-0.
^Haskew, Mike (2004), Legends and Lore Thrive Through the Spike Tomahawk, in Blade Magazine, n. 28, pp. 12–19.
Bibliografia
(in lingua inglese)
Fred R. Gowans, Rocky Mountain Rendezvous (Layton, Utah: Gibbs M. Smith, 1985), 13.
LeRoy R. Hafen, Fur Trappeurs and Traders of the Far Southwest. 1965, Utah State University Press, Logan, Utah, (1997 reprint). ISBN 0-87421-235-9.
Orville C. Loomer, "Fort Henry," Fort Union Fur Trade Symposium Proceedings September 13-15, 1990 (Williston, Friends of Fort Union Trading Post, 1994), 79.
Dennis McLelland, The Avenging Fury of the Plains, John "Liver-Eating" Johnston, Exploding the Myths - Discovering the Man.
Dale L. Morgan, Jedediah Smith and the Opening of the American West. Bison Books, University of Nebraska Press, 1964. ISBN 0-8032-5138-6.