Rinvenimenti archeologici testimoniano che un disastroso terremoto seguito da un maremoto devasta le città di Messina e Reggio Calabria, causando la scomparsa di numerosi centri abitati minori e una drastica diminuzione della popolazione della Sicilia nord-orientale e della Calabria meridionale. Colpita anche la città di Tindari. A Reggio dopo questo terremoto vengono ricostruite le terme pubbliche e restaurato il vicino palazzo del tribunale
La città fu colpita da un terremoto che fece crollare statue e i «portici nuovi», forse da identificare con le due parti del portico del Teatro di Pompeo. A questo terremoto è stata inoltre attribuita la responsabilità di un crollo nella navata maggiore della Basilica di San Paolo fuori le mura. Danneggiati anche il Colosseo e l'Anfiteatro romano
Crolli al Colosseo: questo terremoto ha avuto origine nella Marsica presso la zona del Lago Fucino. Qui un movimento di carattere distensivo ha dato origine a un fortissimo terremoto di magnitudo alta (6,5-7 Mw). Il sisma si è risentito in tutto il centro Italia, ma i danni maggiori si sono concentrati nella Marsica.
Rovinoso terremoto con molti danni. A Roma la chiesa di San Paolo apostolo fu scossa dal terremoto e i suoi tetti crollarono. Anche la chiesa di Santa Petronilla potrebbe essere caduta per effetto di questo sisma. Non si hanno certezze se i danni a Roma furono causati dallo stesso terremoto con epicentro in Umbria o da un evento differente
Un terremoto di rilevante intensità distrusse una vasta area compresa tra Salorno e la chiusa di Ceraino; rasi al suolo trenta castelli, con numerose vittime
Numerosi morti e diversi centri abitati rasi al suolo, tra cui Vetranola e Poggio Bustone. Numerosi crolli a Rieti e Spoleto. Avvertito fino a Verona. Papa Bonifacio VIII fu testimone del terremoto perché si trovava a Rieti.
Fu preceduta da un lieve sciame sismico iniziato il 1º febbraio dello stesso anno. La scossa più forte avvenne il 3 dicembre; non provocò morti, ma molti edifici della città dell'Aquila risultarono danneggiati o inagibili, come la chiesa di San Francesco; le scosse di assestamento durarono 4 settimane. La popolazione visse all'aperto, in tettoie di fortuna, fino al 1316
Epicentro tra Molise, Lazio meridionale e Abruzzo. Distruzione di numerosissimi centri abitati, abbazie, infrastrutture varie. Ingenti danni a Roma, con il collasso dell'esterno lato sud del Colosseo costruito su un terreno alluvionale meno stabile. A Napoli crolla la facciata della cattedrale. Non è chiaro se si sia trattato di un terremoto unico o di una sequenza di eventi.
Due scosse di 5,6 Richter VIII Mercalli e 5,8 IX Mercalli
Dopo la prima scossa del 25 a Sansepolcro parte degli edifici e delle mura crollarono, causando alcune vittime; danni anche a Città di Castello. La notte tra il 31 dicembre 1352 e il 1º gennaio 1353 la scossa più forte (5,8) causò ulteriori crolli e morti. Avvertite fino a Bologna[9]
Non si hanno molte notizie su questo sisma, ma fu probabilmente il secondo terremoto più forte prodotto dal vulcano dei Colli Albani. Il 2 febbraio 1438 alle 12:15 GMT (la settima ora del giorno) un terremoto definito "spaventoso" colpì tutte le località dei Colli Albani e parte di Roma
Con epicentro nella zona di Benevento, si tratta probabilmente del terremoto più forte dell'ultimo millennio che abbia interessato il Centro-Sud peninsulare. Si verificò anche un maremoto nel golfo di Taranto. Le scosse si susseguirono distruttrici il 15 e il 17 dicembre e lo sciame sismico fu avvertito dalla popolazione sino al 27 dello stesso mese.
La scossa principale provocò molti danni e crolli a L'Aquila; letteralmente distrutte furono le vicine Onna, Poggio Picenze, San Pio delle Camere e Sant'Eusanio Forconese. Il terremoto dovette essere poco profondo visto che colpì un'area ristretta attorno a L'Aquila: l'unico danno rilevante al di fuori dell'immediato aquilano fu il crollo della chiesa di San Francesco della Scarpa a Sulmona, che comunque era già gravemente lesionata.