Sonata per pianoforte n. 24 (Beethoven)
La sonata per pianoforte n. 24, Op. 78, nacque nel 1809. Deve il nome alla destinataria della dedica, Therese von Brunswick, sua allieva insieme alla sorella Josephine. Verso di lei Beethoven non ebbe sentimenti più grandi della semplice stima intellettuale e della "sororale tenerezza" (secondo quanto scritto da lei stessa nei suoi diari); tuttavia per molto tempo si credette che la destinataria delle famose lettere scritte dal musicista alla Immortale Amata fosse proprio lei. Struttura
L'opera si apre con una dolcissima introduzione (Adagio cantabile) che non crea contrasti con il successivo Allegro, scritto nella tonalità di Fa# maggiore. L'intera sonata è pervasa da un senso di serenità e da un'elevata espressività; si tratta di un lavoro «profondamente personale», come disse Richard Wagner dopo averla ascoltata a Venezia (interpretata da Joseph Rubinstein in tale occasione). Lo stesso Beethoven la tenne in gran considerazione, definendola migliore della celebre sonata al Chiaro di Luna.[1] Tuttavia in passato trovò molti pareri negativi, tra cui il compositore Vincent d'Indy, che la giudicò un «campionario di passi pianistici privi di interesse che sembra scritto in vista di una particolare virtuosità», oltre che l'opera più insignificante di tutta la «seconda epoca» creatrice di Beethoven. A differenza di Wagner, il giudizio non era basato tanto sulle caratteristiche musicali, quanto per il fatto che non coincideva con alcuni momenti della vita dell'autore; difatti lo stesso d'Indy affermò: «Quale artista, quale uomo dotato semplicemente di senso artistico potrà ammettere che la sola opera dedicata alla contessa di Brunswick, l'insipida Sonata in fa diesis maggiore, possa essere stata indirizzata alla stessa destinataria di quelle appassionate lettere che tutto il mondo ha letto?»[1] Analisi del Primo movimentoIl Primo movimento della sonata ha come metro due quarti subito cambiato in quattro quarti (tempo ordinario) nella tonalità di base di fa diesis maggiore. L'indicazione agogica (o tempo) indicata è “Adagio cantabile” seguito da “Allegro ma non troppo”. La struttura formale è quella della forma-sonata anche se "tecnicamente" è una "Fantasia", quasi una "Rapsodia".[2] Possiamo individuare le tre sezioni fondamentali della forma-sonata in questo modo: introduzione (misure 1 - 4), esposizione (misure 5 - 41), sviluppo (misure 42 - 59) e ripresa (misure 59 - 109).
Il tema principale è esposto nella tonica (misure 5 - 9), con il previsto appoggio sulla settima di dominante (do # maggiore settima) nella parte centrale, per poi chiudere sulla tonica. [batt. 5 -9] A misura 9 dovrebbe seguire la classica "codetta del tema"; in realtà troviamo altre due frasi (misure 9 - 12 e misure 13 - 17) nelle quali la linea melodica sembra improvvisata e dove l'inizio di una frase "richiama il profilo della precedente, o per dissolverlo in un leggero arabesco, o per espanderlo verso un'espressione più intensa".[4] Siamo di fronte ad un procedimento innovativo e più fluido nel trattare la melodia. [batt. 9 - 17] A misura 17 inizia il "Ponte modulante" o la sezione di transizione verso il secondo tema. Si tratta di un movimento di semicrome che nelle battute finali modula verso la dominante (do #), tonalità nella quale viene presentato il secondo tema. Beethoven, invece di usare il "V del V del V" (ossia do # magg. <= sol # magg. <= re # magg.), impiega la settima di dominante sul la maggiore (sol con doppio diesis) per risolvere sul sol # (dominante della dominante do # maggiore).[4] Il secondo tema (da misura 29 a misura 33), formato da due brevi frasi di terzine, è soffuso di lirismo e determina e completa l'ambiente sonoro iniziato con l'introduzione.[2] [batt. 27-31] Chiude la codetta dell'esposizione. Nelle misure finali di questa parte una doppia cadenza dalla settima di dominante di dominante (sol # maggiore settima) alla settima di dominante (do # maggiore settima) prepara il ritorno del tema principale alla tonica (do # maggiore) previsto dall'indicazione di ritornello.
Schema riassuntivo
Analisi del Secondo movimentoIl Secondo movimento della sonata ha come metro due quarti nella tonalità di base di fa diesis maggiore. L'indicazione agogica (o tempo) indicata è “Allegro vivace”. La struttura formale è quella di un eccentrico rondò.[5]
Un secondo tema alla tonica appare a battuta 12. Il carattere di questo secondo tema è completamente diverso da quello del primo. Se il primo contiene degli elementi drammatici adatti ad un intenso ulteriore sviluppo, il secondo procede in modo serrato e leggero, quasi modernamente nervoso a motivo delle vivaci semicrome accentate per due.[6][batt. 12-15] La fine di questo tema è caratterizzata da un movimento armonico verso la dominante (do diesis maggiore) per preparare la fase successiva. Da misura 22 a misura 32 un primo episodio basato sulla dominante è costruito sulle copie di sedicesimi alternate fra le due mani "a mo' di antifona".[7][batt. 21-25] Ritorna il primo tema alla tonica (misure 32 - 43) e il secondo tema, sempre alla tonica, (misure 43 - 51). Quest'ultimo tema nella parte finale modula verso la dominante del sesto grado: la diesis maggiore (misura 51) essendo il sesto grado re diesis maggiore. Appare a questo punto un terzo tema derivato dal primo episodio formato da figurazioni con alternanza tra re diesis minore e minore (relativo minore della tonica) e improvvisi fortissimo e piano.[batt. 55-61] Il terzo tema si chiude con un accordo di sol settima maggiore. Quest'ultimo accordo prepara l'entrata del 'secondo episodio (derivato dal primo) che si presenta come una digressione sulla settima di dominante di do diesis maggiore (= sol diesis maggiore settima).[7] Si ripresentano quindi il tema principale (misure 89 - 100) e il terzo episodio (misure 100 - 110) simile al primo; il terzo tema (misure 110 - 133) ora con l'armonia della tonica (fa diesis maggiore) e con una cadenza finale sull'accordo di settima di dominante di sol maggiore (re maggiore settima). Ritorna l'episodio intermedio ora come digressione sulla settima di dominante di sol maggiore.
Note
Bibliografia
Voci correlateAltri progetti
Collegamenti esterni
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