Nella teoria musicale, una modulazione è un cambio di tonalità all'interno di un brano. Può essere di due generi:
modulazione ai toni vicini
modulazione ai toni lontani
Modulazione ai toni vicini
I toni vicini sono la relativa minore (o maggiore) e i toni sul IV e il V grado con le relative minori (maggiori).
Per modulare e giungere quindi in queste nuove tonalità, si possono adottare varie tecniche:
In un basso, se una nota viene innalzata di semitono cromatico, essa diventa VII grado di una nuova tonalità; quando invece una nota viene abbassata di semitono, essa diventa IV grado (che scende al III) oppure VI (che scende al V) di una tonalità minore.
In un basso, se una nota alterata per salire (diesis o bequadro) non procede di semitono (cioè, se perde il suo carattere di sensibile), diventa II grado di modo minore; quando invece una nota viene alterata per discendere (bemolle o bequadro) può anche essere VI grado di una nuova tonalità, come detto sopra: essa si delinea dal movimento melodico del basso.
In un basso se un VI e un VII in successione, non sono seguiti dal I, si trasformano in IV e V di una nuova tonalità.
In un basso un IV e un VI si trasformano in II (che va al V) se muovono per salti di quarta ascendente o di quinta ascendente.
Modulazione ai toni lontani
Per toni lontani intendiamo le tonalità che presentano più di un'alterazione differenziale in più o in meno. Ci riferiamo quindi alle tonalità distanti almeno due quinte (ascendenti o discendenti) dal tono di partenza.
I criteri per modulare sono tanti. Ne indichiamo solo alcuni al solo fine di ottenere un unico e completo quadro delle modulazioni.
1º criterio: Accordo comune – Come già per le modulazioni ai toni vicini è possibile che un accordo sia comune anche a tonalità lontane. Ad esempio da Do maggiore a Re maggiore abbiamo che la triade di Sol maggiore (V grado di Do) è comune alla tonalità di Re (IV grado).
2º criterio: Sostituzione di modo – Abbassando o innalzando la terza nell'accordo di tonica si cambia il modo raggiungendo tonalità con più o meno tre alterazioni.
3º criterio: Moto contrario Diatonico-Cromatico – È possibile, a partire da qualsiasi accordo maggiore, raggiungere tonalità molto lontane mediante il cosiddetto moto contrario diatonico-cromatico che consiste:
nel muovere il basso per semitono diatonico discendente e le parti superiori dell'accordo per semitono cromatico ascendente.
oppure nel muovere il basso per semitono cromatico discendente e le parti superiori dell'accordo per semitono diatonico ascendente.
In entrambi i casi si va direttamente sul IV grado in 2-4-6 (terzo rivolto dell'accordo di settima), ovvero IV che scende al III della nuova tonalità.
Si può anche partire da una tonalità minore. In tal caso però è necessario innalzare la 3ª dell'accordo di tonica minore così da evitare possibili errori.
Oltre all'accordo sul I anche quello sul V si presta a questo tipo di modulazione. L'accordo che muove per moto contrario diatonico-cromatico non deve mai trovarsi in terza posizione (o posizione di quinta) perché in tal caso gli errori non possono evitarsi. Scegliere qualsiasi altra posizione.
4º criterio: Enarmonia dell'accordo di 7ª di dominante – L'accordo di 7ª di prima specie si presta ad essere enarmonizzato: la settima diventa enarmonicamente una sesta aumentata. In tal modo l'accordo cambierà significato e consentirà una modulazione: l'accordo in questione deriva dall'accordo di 9a di terza specie. Una volta collocato l'accordo, il grado diventa VI abbassato che scende al V (se il modo è minore il VI sarà ovviamente minore). Il V prenderà, di preferenza, la cadenza composta consonante.