Rubbiano (Solignano)
Rubbiano è una frazione del comune di Solignano, in provincia di Parma. La località dista 10,82 km dal capoluogo.[1] Geografia fisicaLa frazione sorge alla quota di 166 m s.l.m.,[1] all'estremità nord-orientale del territorio comunale, nel lembo di terra stretto tra il fiume Taro e il torrente Ceno in corrispondenza della loro confluenza.[3] StoriaIl territorio di Rubbiano risultava abitato già durante il Neolitico, quando un insediamento si sviluppò sul terrazzo fluviale compreso tra il Taro e il Ceno.[4] In epoca medievale il borgo di Rubiano fu citato per la prima volta nel 1028, quando Ildegarda, figlia di Oddone il Salico, lo vendette, unitamente al castello, all'adiacente cappella e a numerose altre terre, alla chiesa di San Pietro di Parma.[5] Nel 1472 il duca Galeazzo Maria Sforza assegnò Pellegrino e le pertinenze di Pessola, Carpadasco, Rubbiano, Mariano, Mercato, Careno, Ceriato, Metti, Pozzolo, Rigollo, Besozzola, Montesacco, Iggio, Aione, Borla, Varone, Val Mozzola e Gusaliggio al cugino Lodovico Fogliani,[6] al quale concesse la facoltà di aggiungere al proprio il cognome Sforza.[7] Entro il XVII secolo l'abitato di Rubbiano fu ricostruito più a valle, in prossimità del fiume Taro; nel 1617 vi fu costruito un oratorio intitolato a sant'Agnese, che nel 1629 divenne la nuova sede parrocchiale, in sostituzione dell'antica chiesa abbandonata.[8] Nel 1647 il duca di Parma Ranuccio II Farnese elevò il feudo a contea e lo assegnò a Lodovico e Gian Francesco Cantelli; gli eredi di quest'ultimo[9] mantennero i diritti su Rubbiano fino alla loro abolizione[3] sancita da Napoleone nel ducato di Parma e Piacenza nel 1805.[10] In seguito la località divenne frazione del nuovo comune (o mairie) di Solignano.[3] Monumenti e luoghi d'interesseChiesa dei Santi Antonino e Fermo![]() Edificata originariamente all'esterno del castello, la chiesa fu ricostruita nel 1619 nel nuovo centro abitato di valle e ampliata dopo circa dieci anni; ristrutturata nel 1892, fu restaurata e parzialmente modificata nel 1961. Il luogo di culto, caratterizzato dalla facciata neoclassica, è internamente decorato con paraste doriche ai lati e con affreschi sulle volte a botte lunettate della navata e del presbiterio.[8] CastelloMenzionato per la prima volta nel 1028 tra i beni venduti dalla nobile Ildegarda alla chiesa di San Pietro di Parma, il castello, posizionato probabilmente a monte del borgo odierno, fu successivamente abbandonato, fino alla sua completa scomparsa.[11] Villa RuffiniCostruita in epoca remota, la villa in pietra è preceduta da un'ampia corte, accessibile attraverso un portale ad arco a tutto sesto ornato con lesene doriche; l'ampio edificio in pietra è sormontato da una torre colombaia, coronata da un'altana affacciata verso il Taro; il grande giardino sul retro, cinto da un muro con torrione angolare, si allunga sul pendio fino a lambire la riva del fiume.[12] Casatorre con balchio![]() Costruita in epoca remota, la casatorre fu successivamente arricchita del balchio, ossia della scala coperta d'ingresso, e fu ampliata con la costruzione di due più bassi corpi di fabbrica destinati rispettivamente a residenza e fienile. L'edificio in pietra, elevato su quattro livelli, è caratterizzato dall'ingresso posto al primo piano, raggiungibile tramite una scala coperta; in sommità si staglia un frontone triangolare con cornice in mattoni disposti a denti di sega.[13] CasatorreCostruita in epoca remota, la casatorre fu successivamente ampliata con due più bassi corpi di fabbrica destinati rispettivamente a residenza e fienile. L'edificio in pietra, elevato su quattro livelli, è caratterizzato dalla presenza di una portafinestra con balaustra in ferro, aperta al primo piano nel mezzo della facciata principale; in sommità è ancora visibile l'antica colombaia.[14] EconomiaL'economia della frazione è legata al quartiere industriale che si sviluppa in adiacenza all'autostrada A15; nel 1965 la Barilla vi aprì un ampio stabilimento per la realizzazione di prodotti da forno, cui nel 2012 affiancò un nuovo grande impianto destinato alla produzione di sughi.[15] Infrastrutture e trasportiLa frazione, prossima al casello di Fornovo di Taro, è affiancata dall'autostrada A15, che separa il centro abitato dal quartiere industriale.[16] A sud-ovest del borgo si trova un'aviosuperficie in erba ufficialmente riconosciuta dall'Ente nazionale per l'aviazione civile.[17] Note
Bibliografia
Voci correlateAltri progetti
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