Romano (grano)
Il grano Romano (T. aestivum L. var. lutescens (Alef.) Mansf.) è un grano tenero antico siciliano, coltivato nei pressi di Bronte (Caronie); spesso è presente in campi molto eterogenei dove era presente un'alta percentuale di grano "Bufala". Il Romano è stato sempre confuso dai contadini con il grano Cuccitta che è (T. aestivum L. var. humboldtii (Koern.) Mansf.).[1][2] StoriaÈ uno dei pochi grani teneri coltivati in Sicilia insieme al grano Maiorca e al Maiorcone. CaratteristicaPerrino dell'Istituto del Germoplasma - CNR, di Bari, nel 1983 lo descrive così:[1] Il glume è due volte più lungo che largo, bianco con sfumature e striature gialle, chiglia liscia e leggermente ricurva, becco lungo 0,5 mm e leggermente ricurvo, spalla arrotondata e media o larga. La cariosside è lunga 6 mm di lunghezza, crema, semitraslucido, arrotondato, triangolare sezione trasversale, gibbosa, solco medio in larghezza e profondità con bordi arrotondati, consistenza farinosa, pennello quasi lungo, spesso e esteso, scutello arrotondato e lungo.» È una varietà che un portamento intermedio con un'epoca di spigatura intermedia, le spighe a maturazione completa sono bianche.[3] Ha una resa di 24 q.li x ha, con una altezza di 134 cm.[4] Il grano Romano si presta alla panificazione, da solo o miscelato ad altre farine più rustiche per ottenere un pane più soffice. È ideale anche per la preparazione di dolci lievitati, inoltre, ha la stessa resa di un grano tenero moderno.[5] È una varietà di grano duro che il Ministero dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste, ha iscritto nel Registro nazionale delle varietà da conservazione di specie agrarie e delle specie ortive;[6] con DM di Iscrizione del 05/03/2018 (N. 9786)-G.U.N. 76 del 31/03/2018.[7][8] Note
Bibliografia
Voci correlate
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