Nella dottrina della Chiesa cattolica si parla di rivelazione privata, o rivelazione speciale[1][2], per indicare le visioni e le rivelazioni che si sarebbero manifestate, in genere a conclusione del Nuovo Testamento[3] (anche se sono presenti in alcuni casi nella bibbia), a una o più persone con il dono della profezia[4]. Tali rivelazioni, il cui carattere privato le distingue dalle rivelazioni pubbliche, che riguardano invece i profeti propriamente detti, non appartengono al deposito della fede[5].
Le rivelazioni private assumono la forma di visioni, allocuzioni e apparizioni all'anima prive di parole e di immagini.[6]
Alcune rivelazioni sarebbero avvenute in modo onirico. San Giovanni Bosco avrebbe ricevuto in sogno indicazioni sulla sua missione riguardo ai giovani e, successivamente, anticipazioni profetiche sul futuro della Chiesa[12].
Tra le altre rivelazioni, ci sono quelle che avrebbero ricevuto Alphonse Marie Ratisbonne e André Frossard: entrambi atei, si convertirono in seguito alle loro singolari esperienze del divino, vissute appunto come rivelazioni private[13]. Un caso per certi aspetti simile riguarda la conversione dell'avventista Bruno Cornacchiola (Roma, 1913-2001), che diventato avventista era diventato un fanatico anticattolico, la sua conversione fu legata alle presunte apparizioni della Vergine della Rivelazione[14].
Alcune rivelazioni hanno ricevuto giudizio negativo dalla Chiesa cattolica: nel caso Vassula Ryden relativamente al personaggio stesso e ai suoi scritti[15][16].
Per le presunte apparizioni di Medjugorje, tuttora in corso, la Chiesa non si è ancora pronunciata in modo definitivo[17]: il 17 marzo 2010 la Santa Sede ha formato una commissione per indagare sui fatti[18].
Delle oltre 700 rivelazioni private registrate nel XX secolo, al 2019 solo una scarsa dozzina erano state ufficialmente riconosciute da parte di un'autorità episcopale.[6]
Significato religioso
Il termine rivelazione privata viene comunemente chiarito in rapporto alla rivelazione pubblica, ovvero, secondo la religione cattolica, quella compiuta da Gesù, mediatore e pienezza della rivelazione[19], e che possiamo ritrovare nella sacra Scrittura e nella sacra Tradizione. La rivelazione pubblica si considera conclusa con la morte dell'ultimo degli Apostoli[20], ovvero S.Giovanni, e non si deve aspettare alcuna nuova rivelazione pubblica prima della gloriosa manifestazione del Signore nostro Gesù Cristo[21] che avverrà alla fine dei tempi.
Esistono ora due interpretazioni sostanzialmente diverse dell'aggettivo pubblica:
che la rivelazione è pubblica in quanto rivolta a tutta quanta l'umanità, e spesso si identifica tale rivelazione con la sacra Scrittura (Antico e Nuovo Testamento) e la sacra Tradizione;[22]
che la rivelazione è pubblica perché è stata compiuta in modo pubblico, ovvero da Gesù, vero uomo ma anche vero Dio, il quale per mezzo del suo umano si è potuto manifestare realmente e pubblicamente all'umanità.[23]
Da queste due interpretazioni dell'aggettivo pubblica derivano altrettante spiegazioni dell'aggettivo privata:
nel primo caso, per privata, si intende una rivelazione destinata ad un singolo oppure ad un gruppo che risulti destinatario di tale rivelazione;
nel secondo caso, per privata, si intende che fra la rivelazione che Dio compie oggi e l'umanità ci deve essere una barriera, un velo, uno o più persone privilegiate da Dio per portare il suo messaggio, in quanto lui direttamente e pubblicamente non si manifesterà più fino alla fine dei tempi[21][24]. Quindi, sebbene il divino si possa rivelare oggi solo in maniera privata tramite delle persone da lui scelte e privilegiate di un carisma profetico, il suo messaggio sarebbe comunque per l'edificazione della Chiesa se non addirittura rivolto all'umanità intera.[25][26]
Già dalla sola terminologia si evince una difforme interpretazione delle rivelazioni private, tanto che si sono sviluppate intorno ad esse più scuole di pensiero teologico sostanzialmente divergenti[27][28] e non esiste una posizione dogmaticamente condivisa.[29][30]
Esistenza
L'esistenza delle rivelazioni private non è messa in dubbio dalla dottrina cattolica.[31]
"Sono sempre esistite anime in cui si è manifestato lo spirito di profezia. È un fatto riconosciuto dall'autorità della Chiesa nei processi di canonizzazione. Discutere la possibilità delle rivelazioni private - dice Meynard[32] - sarebbe misconoscere uno dei caratteri della santità esistente nella vera Chiesa e il sovrano potere di Dio."[33]
Fenomenologia
Nella categoria delle rivelazioni private rientrano le visioni mistiche, dette anche intellettuali, le apparizioni, le locuzioni, ovvero le "voci", e altri fenomeni conoscitivi. Comunemente, quando trattasi di visioni o di apparizioni, invece di profeta, o di carisma profetico, si parla di "veggente".[34] Ci sono però rivelazioni private che non riguardano la vista e che si manifestano con l'ascolto, la scrittura, la parola, il sogno, la dettatura[35], o una combinazione delle cose. Il termine "veggente", quindi, non sempre è da ritenersi appropriato alle rivelazioni private.
Alcune rivelazioni private avvengono in concomitanza di un'estasi, come nel caso di santa Caterina da Siena, ma in generale ciò non accade. Viceversa ai fenomeni di estasi, le visioni o le locuzioni non è sempre attribuita origine divina. Vi sono casi in cui i teologi considerano questi fenomeni di origine non divina o addirittura diabolica.[36]
L'autorità ecclesiastica esamina e decide se riconoscere ufficialmente un fenomeno come rivelazione privata.
Dottrina della Chiesa cattolica
Le rivelazioni private appartengono alle grazie gratis datae, ovvero a quei doni gratuiti di Dio al di fuori della potenza naturale ma anche al di fuori del merito soprannaturale della persona che le riceve.[37] Le rivelazioni private secondo la qualifica fatta da san Paolo appartengono alla profezia.[4]
La fede cristiana non può accettare "rivelazioni" che pretendano di superare o correggere la Rivelazione di cui Cristo è il compimento,[38] quindi le rivelazioni private, se autentiche, non possono mai contraddire la Rivelazione di Cristo, in quanto Dio non può contraddire se stesso.
«Lungo i secoli ci sono state delle rivelazioni chiamate "private", alcune delle quali sono state riconosciute dall’autorità della Chiesa. Esse non appartengono tuttavia al deposito della fede. Il loro ruolo non è quello di "migliorare" o di "completare" la Rivelazione definitiva di Cristo, ma di aiutare a viverla più pienamente in una determinata epoca storica. Guidato dal Magistero della Chiesa, il senso dei fedeli sa discernere e accogliere ciò che in queste rivelazioni costituisce un appello autentico di Cristo o dei suoi santi alla Chiesa.
La fede cristiana non può accettare "rivelazioni" che pretendono di superare o correggere la Rivelazione di cui Cristo è il compimento. È il caso di alcune Religioni non cristiane ed anche di alcune recenti sette che si fondano su tali "rivelazioni"»
Una rivelazione privata non è vincolante per la fede dei credenti, anche se questa viene prudentemente giudicata veritiera dalla Chiesa cattolica e addirittura nemmeno se viene riconosciuta la santità dello stesso veggente.
Sull'assenso da prestare alle rivelazioni che la Chiesa ritiene autentiche e che vengono approvate dall'autorità ecclesiastica, ha raccolto un parziale consenso la posizione del cardinaleProspero Lambertini, successivamente papa Benedetto XIV, che nel suo trattato sulla beatificazione e canonizzazione dei servi di Dio si esprime così: "Bisogna sapere che questa approvazione non è nient'altro che il permesso, dopo maturo esame, di pubblicare [tali rivelazioni] per l'edificazione e l'utilità dei fedeli: cosicché alle rivelazioni così approvate, sebbene non si debba né si possa prestare un assenso di fede cattolica, è dovuto tuttavia un assenso di fede umana secondo le regole della prudenza, per cui queste rivelazioni sono probabili e si possono religiosamente credere".[39]
Per contro, l'idea che alle rivelazioni private si debba dare ossequio di fede divina, è largamente diffusa nella teologia.[40][41]
Per quanto riguarda la questione relativa al deposito della fede esistono diverse posizioni: alcuni teologi, come ad esempio Antonio Royo Marín, pur ritenendo che le rivelazioni private debbano essere credute per fede divina, non ritengono che possano far parte del deposito della fede[42], altri teologi esprimono posizioni di apertura sul poter considerare queste rivelazioni come un patrimonio da assimilare al deposito.[43][44]
Per quanto riguarda l'obbligo di farne uso o meno ai fini della professione della fede il cardinale Joseph Ratzinger, in qualità di Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, nell'anno 2000 affermò: "Un tale messaggio può essere un valido aiuto per comprendere e vivere meglio il Vangelo nell'ora attuale; perciò non lo si deve trascurare. È un aiuto, che è offerto, ma del quale non è obbligatorio fare uso."[3]
Una posizione particolare sul tema delle rivelazioni la offre san Giovanni della Croce che afferma: "chi volesse interrogare il Signore e chiedergli visioni o rivelazioni, non solo commetterebbe una stoltezza, ma offenderebbe Dio, perché non fissa il suo sguardo unicamente in Cristo e va cercando cose diverse o novità al di fuori di Lui."[45] Questa espressione non vuole negare la possibilità delle rivelazioni private che la Chiesa, sin dalle origini, non ha mai messo in dubbio, ma vuole ammonire i fedeli a non interrogare, chiedere o peggio pretendere tali doni che sono invece elargiti da Dio, come grazie gratis datae, con somma libertà e sapienza. Dio infatti non vuole che le anime ricerchino la conoscenza per via soprannaturale[46]
Discernimento
Per essere approvata, naturalmente, non deve essere in contrasto con la rivelazione pubblica e non deve (né può se è vera, secondo la Chiesa) aggiungere nulla ad essa. Il giudizio ufficiale della Chiesa è comunque importante per i fedeli in modo da evitare di essere ingannati (in caso di giudizio negativo) o di non perdere un'occasione che spinga alla conversione e ad una fede più solida (in caso positivo).
Molte apparizioni mariane, ad esempio, sono state approvate anche grazie a eventi straordinari, ritenuti dalla Chiesa veri miracoli dopo accurate indagini mediche e scientifiche, come nel caso di alcune guarigioni a Lourdes. Secondo altri studiosi[47], invece, non esiste alcuna evidenza della realtà di queste apparizioni, guarigioni o rivelazioni.
Quindi, l'approvazione ecclesiastica di una comunicazione celeste significa primariamente che in essa non vi è nulla contro la fede e i buoni costumi; secondariamente che è permesso di pubblicarla; in terzo luogo che i fedeli sono espressamente autorizzati ad accordarle prudentemente il loro assenso.
L'ambito religioso delle "rivelazioni private" viene affrontato in ambito scientifico con scetticismo. Come per il caso delle apparizioni mariane, la scienza riconduce il fenomeno a diverse patologie della psiche. A seconda dei casi, le apparizioni vengono valutate come manifestazioni allucinatorie o invenzioni derivate da stati di profonda suggestione, quando non veri e propri falsi creati ad arte da persone in malafede per gli scopi più diversi.
Note
^Vedi Concilio di Trento, Denzinger, Enchiridion Symbolorum, n.1540 e 1566 dove si usa speciale (speciali revelatione) e non privata.
^Giovanni Paolo II ha usato il termine "speciale" piuttosto che "privata", nell'udienza generale del Mercoledì, 28 luglio 1999, dedicata al tema "L'Inferno come rifiuto definitivo di Dio", affermando:"La dannazione rimane una reale possibilità, ma non ci è dato di conoscere, senza speciale rivelazione divina, se e quali esseri umani vi siano effettivamente coinvolti."
^Concilio Vaticano II, cost.dogm. Dei Verbum, n.2, “...Cristo, il quale è insieme il mediatore e la pienezza di tutta intera la rivelazione.”
^Pio X, Denzinger, Enchiridion Symbolorum, n.3421; ove si condanna l'errore:"21. La rivelazione che costituisce l'oggetto della fede cattolica, non terminò con gli apostoli."
^abConcilio Vaticano II, cost.dogm. Dei Verbum, n.4, “L'economia cristiana dunque, in quanto è l'alleanza nuova e definitiva, non passerà mai, e non si deve aspettare alcuna nuova rivelazione pubblica prima della gloriosa manifestazione del Signore nostro Gesù Cristo.”
^Card.J.Ratzinger, Commento teologico alla presentazione del terzo segreto di Fatima, par. Rivelazione pubblica e rivelazioni private - il loro luogo teologico; "L'insegnamento della Chiesa distingue fra la "rivelazione pubblica" e le "rivelazioni private". Fra le due realtà vi è una differenza non solo di grado ma di essenza. Il termine "rivelazione pubblica" designa l'azione rivelativa di Dio destinata a tutta quanta l'umanità, che ha trovato la sua espressione letteraria nelle due parti della Bibbia: l'Antico ed il Nuovo Testamento."; e più avanti "Il fatto che l'unica rivelazione di Dio rivolta a tutti i popoli è conclusa con Cristo e con la testimonianza a lui resa nei libri del Nuovo Testamento vincola la Chiesa all'evento unico della storia sacra e alla parola della Bibbia,..."
^La differenza fra le due interpretazioni non è marginale. Ad esempio possiamo notare che la seconda definizione esclude l'Antico Testamento dalla rivelazione pubblica, la quale avrebbe avuto inizio con la venuta del Messia, cioè Gesù. Alcuni teologi, con un'accezione intermedia fra le posizioni elencate, si riferiscono a rivelazioni fatte da Dio a singole persone nell'Antico Testamento. chiamandole rivelazioni private. cfr. Card. J.De Lugo, Disputationes scholasticae et morales, Tomus I, Disputatio I, Sectio XI, n.232; "Item Adamus ex privata revelatione credidit; Noe ex privata revelatione credidit futurum diluvium; Abraham nascitur filium, etc."
^Questo implica anche che fra la prima venuta di Gesù e la seconda venuta gloriosa che avverrà alla fine dei tempi, nessuno potrà avere la pretesa di essere una nuova incarnazione del Verbo.
^Il carisma profetico è infatti dato per l'edificazione comune, cfr. 1Cor 14,5 “Vorrei vedervi tutti parlare con il dono delle lingue, ma preferisco che abbiate il dono della profezia; in realtà è più grande colui che profetizza di colui che parla con il dono delle lingue, a meno che egli anche non interpreti, perché l'assemblea ne riceva edificazione.”
^"Ci sono poi rivelazioni private che hanno un carattere universale come Fatima e Lourdes." Cfr. P.Del Zotto, Per una teologia delle rivelazioni private, in Antonianum 64(1989), Pontificium Athenaeum Antonianum, Roma, Pg.322
^G.M.Roschini, La Madonna negli scritti di Maria Valtorta, cap.3, pg.22; Riguardo al valore delle rivelazioni private, vi sono tre sentenze: due opposte ed una intermedia...
^Gianni Colzani, in Introduzione a, Karl Rahner, Visioni e Profezie, Pag.20-21;"Il dibattito teologico sulle visioni e sulle apparizioni non è certo terminato con il lavoro di Karl Rahner. Il problema rimane aperto e dibattuto anche oggi: una semplice scorsa alla principale bibliografia posteriore al suo lavoro (vedi nota 27 nel libro) basterebbe a provarlo.
^Niels Christian Hvidt, Il problema della profezia cristiana, Intervista al card.Joseph Ratzinger del 16 marzo 1998, Introduzione; "Effettivamente non è mai stata sviluppata una vera e propria teologia della profezia cristiana..."
^A conferma dell'estrema importanza e delicatezza dell'argomento, possiamo osservare che nonostante la Chiesa cattolica ne riconosca senza dubbio l'esistenza, le due costituzioni dogmatiche del Concilio Vaticano II sulla Rivelazione e sulla Chiesa (rispettivamente Dei Verbum e Lumen Gentium) non citano mai direttamente le rivelazioni private
^CCC 67; "Lungo i secoli ci sono state delle rivelazioni chiamate "private", alcune delle quali sono state riconosciute dall'autorità della Chiesa."
^Cf.Meynard, Trattato della vita interiore, Vol.2, n.322
^Antonio Royo Marín, Teologia della perfezione cristiana, n.599 Esistenza
^S.Caterina da Siena,Il dialogo della divina provvidenza, Ed.Cantagalli, 2001,Pg.14,"Lo straordinario è che Caterina dettava soltanto quando, in forza del rapimento, i suoi sensi sembravano come morti. Durante il tempo dell'estasi, i suoi occhi non vedevano, i suoi orecchi non udivano, le sue narici non sentivano l'odore,[...] Trovandosi in questo stato, tuttavia, poté dettare quel libro, per farci capire che esso fu composto non per alcuna virtù naturale, ma per virtù dello Spirito Santo che operava in lei."
^Antonio Royo Marín, Teologia della perfezione cristiana, n.575
^Antonio Royo Marín, Teologia della perfezione cristiana, n.546
^De servorum Dei beatificatione, et beatorum canonizatione
^Il teologoAntonio Royo Marín afferma che riconosciute come (autentiche) dopo un prudente giudizio, coloro che le hanno ricevute direttamente debbono senza alcun dubbio inchinarsi con rispetto dinanzi ad esse. I teologi discutono se questa adesione debba essere in essi un atto di fede divina; "l'opinione affermativa sembra più accettabile". Tale obbligo si estende anche a coloro ai quali Dio ordina d'intimare i suoi disegni, purché abbiano le prove certe dell'autenticità di questa rivelazione. Antonio Royo Marín, Teologia della perfezione cristiana, n.600, Pg.1076
^A sostegno di questa tesi: J. de Lugo, Disp.scholasticae et morales, Tomus I: De virtude fidei divinae, Disputatio I, Sectio XI, n.240; R.P.Martinez de Ripalda, De ente supernaturali, Tomus VII, Disputatio VII: de revelatione privata, Sectio II; P. Del Zotto, Per una teologia delle rivelazioni private; card. Ximenes o.f.m., Annotationes de mystica Civitate Dei, annot. 5,8; Bartolomeo Mastri di Meldola, De virtutibus theologalibus, Disputatio VI, Q.10, art.2, n.299
^Antonio Royo Marín, Teologia della perfezione cristiana, n.600, p. 1075
^P. Del Zotto, Per una teologia delle rivelazioni private, op.cit.
^P.Cristoforo de Vega(1595-1672), nel suo trattato "Theologiae Marianae" (Pars Prior, Certamen XVI, n.391, Pag. 120) asserisce che il Sommo Pontefice Innocenzo X(1644-1655), sulla base delle rivelazioni private di santa Brigida di Svezia(1303-1373), avrebbe potuto dirimere la controversia concezionalista definendo dogma di fede l'Immacolata Concezione, e cita anche un importante pronunciamento di Papa Pio I (II secolo), che nel decreto in cui stabilisce che la Pasqua venga da tutti celebrata nel giorno di Domenica cita il comando ricevuto in proposito dall'Angelo vestito da pastore che apparve ad Erma, dottore della fede e delle scritture.
^San Giovanni della Croce, Salita del monte Carmelo, Libro II, Cap 22, par.3-5
^S.Giovanni della Croce, Salita del monte Carmelo, Libro II, Cap.22, Par.2
^La Chiesa cattolica, infatti, riconosce ufficialmente tali miracoli che sono anche condizione necessaria per i processi di canonizzazione
Bibliografia
Catechismo della Chiesa Cattolica (CCC), Ed. Libreria Editrice Vaticana, 1999, ISBN 8820926385
Heinrich Denzinger, Enchiridion Symbolorum, Bologna, Ed. Dehoniane(EDB), 2003, ISBN 8810205626
Antonio Royo Marín, Teologia della perfezione cristiana, Ed. San Paolo, 2003, ISBN 8821512894
Concilio Vaticano II, Costituzione Dogmatica Dei Verbum, Ed. Paoline, 1965, ISBN 8831502212
Concilio Vaticano II, Costituzione Dogmatica Lumen Gentium, Ed. Paoline, 1965, ISBN 8831503006
Karl Rahner, Visioni e profezie, Ed. Vita e Pensiero, 1995 Seconda edizione, ISBN 8834338766
Christobal de Vega, Theologiae Marianae, Ed. Lugduni, sumptibus Philip Borde L. Arnaud & Cl. Rigaud, 1653, Pars Prior
Juan de Lugo. card., Disputationes scholasticae et morales, Tomus I: De virtude fidei divinae, Ed. Parisiis, L. Vivès, 1891
R. P. Joannis Martinez de Ripalda, De ente supernaturali, Tomus VII, Ed. Parisiis, L. Vivès, 1871-1873
P. Cornelio Del Zotto, Per una teologia delle rivelazioni private, in Antonianum 64 (1989), Pontificium Athenaeum Antonianum, Roma, Da pg.308 a 329
P. Gabriele Maria Roschini, La Madonna negli scritti di Maria Valtorta, Ed. Centro Editoriale Valtortano, 1986, ISBN 8879870432
Il dialogo della divina provvidenza, Siena, Ed. Cantagalli, 2001, ISBN 8882720004